why should I lie?

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Saturday, June 01, 2013

FIORITURA di PENTITI...pardon...di Collaboratori di giustizia


La moda dei pentiti continua ad affascinare inquirenti e inquisiti. E' stata ufficialmente lanciata ai tempi delle Brigate Rosse e dei movimenti ad esse assimilati, vuoi di sinistra che di destra. 
In quelle circostanze fare il pentito era estremamente pericoloso, anche perché coloro che al pentimento invitavano, non avevano ancora sviluppato  le modalità e le tecniche di protezione utilizzate oggi. 
La tecnologia del pentitismo è stata adottata in pieno nella lotta alla mafia con risultati dichiarati convincenti dagli utilizzatori della metodologia di sfruttamento del pentitismo. Qualche dubbio però resta. 
Immediatamente a monte dell'inizio del processo relativo alla trattativa stato-mafia la scomparsa del senatore Andreotti ha offerto a giornalisti, politologi e conduttori di talk-show,  l'opportunità di rivangare nella melma accumulata durante i due principali processi. Assoluzione piena del senatore in ambedue i processi ma...- e qui si scatenano quelli che di questo vivono - prescrizione per quanto avvenuto prima d'una certa data. La domanda che si pongono - o forse neanche se la pongono - è la seguente: la prescrizione è intervenuta solamente perché la legge dice così, senza precisare quali in realtà siano state le responsabilità del processato, o  perché la legge sulla prescrizione dice così e, qualora non avesse detto così, il processato sarebbe stato condannato?
Ovviamente chi Andreotti lo considerava un nemico giurato, mai sceso a patti (se non con il Vaticano, dicono i maligni) è portato ad affermare che il divo Giulio avrebbe abbracciato e baciato amici e conoscenti di Totò Riina  in attesa di poter baciare Totò in persona. Ovviamente questa è solo l'impressione che si ricava dagli scritti di molti giornalisti e opinionisti. 
Ho cercato di capire come stavano le cose. Secondo me, e sottolineo il secondo me, le responsabilità principali del senatore erano quelle stesse che avrebbero potuto essere definite nel reato di "incauto acquisto".  I giudici che l'hanno giudicato, in parte assolto e in parte prescritto, non la pensano tuttavia così. Hanno affermato, senza ombra di dubbio, che il divo Giulio era per lo meno a conoscenza di piani criminali mafiosi e che non sia intervenuto per sventarli. Anzi!
Spiego però la mia affermazione relativa all'incauto acquisto. La Sicilia del dopo Giuliano, del dopo Gaspare Pisciotta, del dopo Finocchiaro-Aprile era ancora un soggetto in via di trasformazione. Nessuno avrebbe potuto dire come e in che tempi la Sicilia sarebbe potuta diventare a tutti gli effetti  una vera regione italiana. Prova ne è la necessità di concedere alla Sicilia lo status di regione a statuto speciale.  L'unico comune denominatore tra prima-e-dopo era certamente la mafia. Ma chi di noi può giurare di non aver comprato, fosse solo un litro di vino, un chilo di pane  o magari un'utilitaria in un negozio il cui gestore paga il pizzo alla mafia, 'ndrangheta, camorra o quel cavolo che sia? E se il negozio appartiene proprio a un mafioso o ad un suo familiare? Sul litro di vino o il chilo di pane l'incauto acquisto praticamente non esiste, ma nel caso d'una utilitaria d'occasione già qualche forma di reato potrebbe in qualche caso configurarsi. E quando si tratta di promozione in campagna elettorale?
Ma in fondo chi ha indicato il divo Giulio come coinvolto  pesantemente in tutto il discorso di corruzione, assassinii etc. se non erro è stato il re dei pentiti di mafia: Tommaso Buscetta. E' vero: il giudice Falcone gli aveva dato il suo imprimatur. Ma non avrà approfittato il solerte Tommaso di questo riconoscimento di pentito virtuoso? (In realtà  almeno una volta l'ha fatto, sfruttando la relativa libertà concessagli, allorché se ne è partito in crociera e sono dovuti andare a riprenderselo con tanto di elicottero). 
Un altro pentito famoso, che con Andreotti non ha avuto niente a che fare, è  quello che ha fatto sbattere in carcere, più che ingiustamente,  Enzo Tortora.  Come dimenticarlo? E anche lì. Qualche dubbio sul pentitismo?
Di "pentiti" ce n'è una marea. Sembra che facciano la fila per ottenere il riconoscimento ufficiale. Il più disgustoso è forse quello che ha sciolto il corpo d'un bambino nell'acido. Lo stesso che più tardi ha materialmente fatto saltare oltre mezzo chilometro di autostrada per farla finita con Falcone. 'Meglio un regime da pentito che un 41 bis da carcerato' si sarà detto. Non parliamo poi dell'ultimo arrivato che, tra un talk-show e l'altro, va dagli inquirenti per fare una seduta di pentimento. Comunque, per passare il tempo, pare che, a detta delle autorità, evada pesantemente il fisco.
Ma a questo punto vorrei porre una domanda e proporre allo stesso tempo un suggerimento.
Come potete essere "ragionevolmente" certi dell'attendibilità del potenziale pentito? 

E' vero che il poligrafo, ovvero la macchina della verità, non ha nessun valore legale e forse è addirittura proibito dalla legge, ma l'utilizzo per "testare" l'inclinazione alla verità o alla menzogna dei candidati pentiti, ponendo loro domande esclusivamente "non pertinenti" su argomenti rigorosamente "non pertinenti", ovviamente prima di utilizzarli come "pentiti doc", potrebbe essere un metodo da non trascurare.
Se già lo fate, non posso che congratularmi.




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