why should I lie?

why should I lie?

Saturday, December 03, 2005

What’s Wrong?


December 3, 2005.
I’m watching Fox News. “IRAQ WINNING- the untold story”
True! But USA made only one, unforgivable mistake: not to declare Iraq the 51st star of the Union, immediately after the defeat of Saddam…

Sunday, October 02, 2005

  • I peccati capitali


    Elenchiamoli in ordine alfabetico:

    accidia
    avarizia
    gola
    Invidia
    ipocrisia
    ira
    lussuria
    superbia

    o cavolo! sono otto! Non erano sette?

    Rielenchiamoli allora…ma in ordine d’importanza.
    La gola. E me lo chiamate un peccato? E tutte quelle trasmissioni rompiballe che ci propinano tipo Prova del Cuoco ed altre amenità? Se poi ci facciamo un’abbuffata, la penitenza l’abbiamo fatta in anticipo vedendo uno di quei programmi!
    La lussuria è all’ordine del giorno. Quale maschietto non farebbe pensierini lussuriosi quando incontra la bbonona, quando vede la tetta facile televisiva, quando in ufficio la “collega mica male”, appollaiata sul bordo della scrivania di fronte a te lascia, casualmente o meno, che lo spacco della sua gonna vada ad illustrare articoli di particolare interesse quali una coscia soda ed abbronzata di fine vacanza? Non so quali sono gli articoli che risvegliano nelle femminucce i sintomi di questo stesso peccatuccio ma, credo che non siano da meno dei maschietti.Venialuccio, come peccato. Chissà perché, quando si parla di lussuria si pensa a un peccato capitale. Ai nostri tempi dovremmo essere tutti forniti di cilicio e flagellarci in continuazione.
    La superbia. E’ molto diffusa tra i “lei non sa chi sono io!”. Invita allo sberleffo, alla sghignazzata, al famoso pernacchio. Peccato? Ma quale peccato! Ci fa anche divertire. Peccato sì: che stia scomparendo!
    L’avarizia è triste, molto triste, ma vista in un mondo moderno non mi sembra terribile. In fondo fa male e rattrista solo l’avaro. Gli altri non dovrebbero soffrirne troppo. Lui, invece, l’avaro, si arrovella, soffre, cerca d’inventare manovre subdole per scroccarti un caffè. Perdoniamolo!
    L’ira. Chi non s’è mai incazzato di brutto? E’ chiaro. Se l’iroso o adirato ti tira qualcosa in testa il tutto è riprovevole, ma se consuma la sua ira dentro di sé o la manifesta con frasi colorite del tipo “porco qui e porco là” in fondo ti fa anche tenerezza. C’è sempre il detto romano: ‘come s’incazza si scazza!’
    L’invidia. Peccato molto diffuso, specie sul lavoro. Talvolta funziona forse un po’ da stimolo. Guardate la politica! Tutti si danno da fare per diventare deputati, ministri. Perché? Vogliono sacrificarsi per noi, popolo bue? No. Devono ottenere quello che i colleghi considerati più coglioni hanno raggiunto prima di loro. Una bella scorta, l’auto blù blindata, i portaborse…
    L’accidia. Già è più grave. Molto più grave. E’ il peccato di quelli che non vogliono combinare una beata fava! Le creature di mammà, che a casa stanno tanto bene, anche se tanto, tanto depresse. Lavoro? Ma scherziamo? Si può pensare, filosofeggiare, rompere le scatole agli altri sotto forma di no global, d’appartenente a un centro sociale – che di sociale che ha?- d’idealista un po’ stantio. Sono depressi, sì proprio depressi, proprio come un’area. Questo sì, è proprio un peccato da condannare.
    L’ipocrisia. Eccoci! Siamo arrivati al clou. Il peccato più diffuso a tutti i livelli. Quello che provoca più danni in quanto molto spesso riesce a fare il lavaggio del cervello delle persone. Peccato molto diffuso tra politici e giornalisti. All’avvicinarsi delle elezioni, trovandosi un Ruini in mezzo ai piedi, l’unico che dichiarerà d’essere non dico ateo, ma in ogni caso mangiapreti, è quel poverino di Bertinotti.
    Tutti i giornalisti, portatori vuoi sani vuoi malati del virus dell’ipocrisia, scriveranno nei giornali e proclameranno in televisione quanto “convenientemente” preparato per ogni determinata occasione. I portatori sani non si rendono neanche più conto dell’origine del loro peccato. Gli altri, classificabili a livello di vermi, anche se ne rendessero conto, non glie ne fregherebbe più di tanto. All’origine di questo peccato c’è comunque l’indottrinamento subito all’interno d’un qualche sistema ideologizzato.
    Peggio di così? E pensare che la nostra madre Chiesa se n’era dimenticata di questo peccato!

    Ricapitolando: ci troviamo di fronte a otto peccati capitali. Non più sette. Aggiorniamo i catechismi? Sì. ma pensiamoci un momento.
    Propongo di declassare almeno i primi sei dei peccati capitali sopra elencati, ché in fondo fanno del male solo ai peccatori. Ma gli ultimi due puniamoli, non solo in confessione, ma anche a livello civile e, quando possibile, penale!

Wednesday, September 07, 2005

Quando il caminetto è acceso

Il calore si diffonde nell’ambiente creando un’atmosfera piacevole.
“Papà. Voglio aggiungere un po’ di legna. Sì, farò attenzione a non scottarmi!”
“Vai, figliolo. Non aggiungerne troppa però”
“Anch’io, anch’io”. Sono gli altri due figli. Come dire no?
“Anche noi, per favore, anche noi”. Sono gli amichetti e le amichette dei nostri frugoletti.


La temperatura aumenta, aumenta. L’aria diventa irrespirabile. Ma quale papà direbbe ora: “Andate tutti al diavolo e smettetela con quel fuoco della malora”?

La temperatura media delle grandi città è salita di 2,4°C negli ultimi trenta anni.

L’ambientalista: “E’ colpa dell’effetto serra!”
“Bravo” rispondo io “ma l’effetto serra qualcuno l’ha provocato.”
L’ambientalista: “Certo. Quei porconi degli industriali che badano solo al guadagno e se ne fregano dell’anidride carbonica che immettono nell’atmosfera!”
Io: “Ma allora perché fuori delle grandi città la temperatura è sì salita, ma non di 2,4°C? Le grandi fabbriche non stanno né a piazza del Duomo a Milano né a piazza Colonna a Roma.”
L’ambientalista: si imbarca in un discorso pseudoscientifico
che neanche Pecoraro Scanio,…per spiegare come…la concentrazione dei gas nocivi…il buco nell’ozono…le multinazionali…gli OGM…
Io: “Hai mai pensato che in una città come Roma, solo per i motori auto, camion, moto etc. si bruciano almeno 3 o 4 milioni di chili di benzina o gasolio ogni giorno? Tutti belli concentrati nell’area urbana? …e che per una famosa legge della fisica che ci vuole tanto male tutta l’energia, in qualsiasi forma sviluppata, finisce in calore?…e che questo calore non può far altro che riscaldare?…e che i porconi siamo soprattutto noi con le nostre auto, camion, motorini, motociclette, autobus per non parlare dei riscaldamenti centrali, dei condizionatori e di tutte le comodità di cui godiamo? Che poi l’anidride carbonica finisca per aumentare l’effetto serra è vero, ma non è né immediato né la causa prima. Per uno scherzo delle parole è un effetto.

Io: “Se fossi il sindaco d’una grande città chiederei ai miei bambini, prima gentilmente poi incazzandomi, di non continuare a metter legna nel caminetto. Provate a fermare auto e motorini per un paio di mesi. Ci scommettete che la temperatura delle grandi città comincerebbe ad abbassarsi?”
SIAMO TUTTI MATTI O TROPPO RICCHI ?

In un Paese dove tutti dichiarano d’essere diventati più poveri, continuiamo a spendere cifre astronomiche per cose assolutamente assurde/superflue.
Esempi , solo esempi:
· I costi del Senato della Repubblica, senatori inclusi. Molti Paesi funzionano perfettamente con un parlamento unicamerale. Meno costi. Più velocità per le leggi. Meno portaborse, meno tirapiedi, meno autoblu, meno…
· Il finanziamento di oltre quarantacinque partiti. Tutti vogliono il bipolarismo, ma ogni segretario di partito alla sua poltrona ci tiene e al finanziamento anche.
· Le compagnie industriali tradizionali, che in molti casi non servono più a niente in quanto la produzione si è spostata fatalmente e in modo irreversibile verso i servizi. Ma lo stato si precipita a fornire costosissime casse integrazioni, piani di ristrutturazione ed altre forme d’aiuti a gente (padroni e o manager) che spesso merita zero. Ciò che servirebbe è un riciclaggio dei dipendenti di queste compagnie educandoli, a spese dello stato, a mestieri più attuali e moderni. La Polonia l’ha fatto con gli ex minatori di carbone!
· Sindacati, corporazioni, associazioni, ognuna blaterante secondo i propri interessi. Ricordiamo che la democrazia post guerra aveva eliminato le corporazioni perché accusate di non fare l’interesse di tutti i lavoratori bensì solo di quelli appartenenti ad una determinata categoria d’attività. Spezzettavano, indebolendola, l’azione dei lavoratori.
COBAS? SULT? Chi sono? Che fanno? Sai quanto glie ne frega ai macchinisti delle ferrovie delle hostess Alitalia e quanto glie ne frega alle hostess Alitalia degli insegnanti precari o meno? E i sindacati che, secondo la costituzione della Repubblica dovrebbero essere gli unici interlocutori della controparte?
Ma quale dei sindacati? CGIL, CISL o UIL?
· Le primarie: ultima trovata per fregare un altro po’ di quattrini imbottendo di cretinate la capoccia della gente. Adesso diventeranno una moda irrinunciabile, esattamente come il diario di scuola griffato del bambino.
· I referendum. E’ un balzello ricorrente. A quando quello sull’abrogazione dell’istituto referendario?
· Alcune di quelle belle organizzazioni ONG o ONLUS. Sembra si siano diviso il mondo in particelle catastali. Saranno “senza fini di lucro”, ma maneggiano cifre da capogiro.
· Ne ho contate un numero incredibile (oltre 60, solo per l’Italia) che si dedicano alle adozioni. Ma perché tante? Sia ben chiaro! Non ho assolutamente niente contro le adozioni! Ma non capisco per quale ragione l’adottabile d’un Paese debba seguire un canale merceologico (e non solo uno; c’è concorrenza anche nei Paesi stessi) diverso da quello proveniente da un altro Paese. Il maligno definirebbe il tutto collegato ad un imponente giro d’affari.
· L’ambiente mal concepito e interpretato.
Vai con l’eolico! Ferma, ferma. Disturba gli uccelli migratori. Dovevi fare il piano d’impatto ambientale!
Giusto. Ma, qualora tu non fossi un cretino sapresti che l’eolico si regge appena appena là dove il vento tira per il 60 per cento delle 24 ore. Di conseguenza in Italia gli unici posti dove l’eolico potrebbe reggere è dove passano gli uccelli migratori (leggi zone di mezza montagna) o in Sardegna.
Niente Nucleare a Montalto di Castro! Allora vai con il gas! Ma i serbatoi per l’LNG dalla Nigeria? E gli impianti di rivaporizzazione? Sei matto? Vuoi metterli da noi? Fallo fare ai Francesi. Certo dovremo pagare per farglielo fare. Sospetto: Che qualcuno qualcosa ci lucri? Chissà poi se il gasodotto ce la fa. E adesso? Vuoi convertire la centrale a carbone? Mai e poi mai! Mi chiedo: “Perché non andate tutti a pedalare in bicicletta? Perché non rinunciate alle vostre macchinine che inquinano molto più delle centrali? Non siete un po’ Ambientipocriti?”

E io pago…

Monday, August 29, 2005


DC
Ma del Trade Mark ve ne fregate?

Via di Ponte Galeria, a circa un chilometro dalla Raffineria di Roma è comparso da circa un mese (forse più?) questo grande manifesto di propaganda politica? Elettorale? Pre-elettorale?

- Mi chiedo: il nome di questo partito ha già avuto l’imprimatur del Vaticano, così come quello ormai defunto che si muoveva solo con la benedizione dei vescovi di tutta Italia?
- In fondo il Vaticano ci teneva tanto ad avere le radici europee in evidenza. Sarà soddisfatto delle sole radici italiane?
- Mi chiedo: e lo scudo crociato, che fine ha fatto? Forse è ritenuto controproducente dato che richiama le vecchie crociate contro l’Islam? Sarà un caso che questo tabellone sia installato proprio in coppa agli oleodotti?
- Mi chiedo e mi richiedo: chi aveva acquisito l’esclusiva del logo? Casini, Follini, De Mita, Mancino, Rosy Bindi, Cirino Pomicino, Mastella, Andreotti, etc.etc.?
- Ma che cavolo significa: “Per le autonomie”?
- E dove intende orientarci con tanta ampollosa sicurezza?
- Telefonando al numero chiaramente indicato non dimenticate di porre le domande a cui non so dare una risposta…e, ancor meno, importanza.

Vi prego. Fatemi sapere…altrimenti non ci dormo.

DC

Sunday, August 28, 2005

The merry Managers from the Capitol Hill

Rome…This town means to many people the ultimate goal of their travelling experiences. Paris is beautiful indeed: the Tour Eiffel, Champs Elysées, the Louvre museum… Vienna fascinates the tourists with its imperial atmosphere, the Danube, the Belvedere museum…Prague! The jewel of Mitteleuropa! Berlin! Copenhagen! Stockolm! Breathtaking cities…
But Rome…oh Rome! A whole life would not be enough to visit all the monuments, the ‘palazzos’, the hidden courts, the more than 500 churches. Every stone in Rome lives the 2000 years history of this unique town.
From Piazza di Spagna and its famous Spanish Steps you walk through via Condotti, watching the most impressive displays of the fashion houses and of the jewelers. At the end of via Condotti, make a left. Via del Corso will take you directly to Piazza Venezia. There, you will be overwhelmed by a compelling question: how is it possible to watch simultaneously so many monuments and so many centuries of history?
To the left, a few hundred yards away, “the Colosseo”; then Forum Romanum; then the Traiano Column. In front of you stands the impressive monument to King Vittorio Emanuele II. To the right: Leon Battista Alberti’s Palazzo Venezia - dating back to 1400 - where Mussolini had installed the steering committee of the fascist government. A little further the Ara Coeli, i.e. the VIth century church with endless steps in front of it.
But just beside it: the Capitol complex. Michelangelo designed the square in front of the Palazzo Senatorio. Let’s disregard the museum at your right and let’s enter the main building.
Yes! Michelangelo was right! The best brains deserved the best treatment, better than any of the kings still reigning on the earth.
The brains happen to seat in the very place where Rome had been founded over 2000 years ago. All facilities, advisors, technical services are granted. The city Managers cannot but create, create, create new and original conditions for the welfare of the Roman population.
We do not believe that creativity is related to a specific political color. Nevertheless, in the particular case of Rome, the administration of the town has been constantly in the hands of center-leftists and, in some periods, even under communist control (Argan, Petroselli, Veltroni [??] ).
But, regardless of the political color, let’s go through the happenings recorded during the last years.

The Football World Championship is held in Italy in 1990.
In the years 1988-1989 plenty of money flows through the peninsula. Rome in particular - being the capital of the country – is flooded with money. Everybody is happy and the works are performed according to schedule. The results?
The brand new railway connecting Corso Francia/Via Flaminia with the Olympic Coliseum is realized in a record time digging a tunnel across Montemario. Surprise!
The trains cannot pass through the tunnel. Why? The carriages are too large compared to the tunnel width or, read it the other way, the tunnel is too narrow for the carriages. The start station of Corso Francia is still there. A few shops have been opened in the area but, obviously, no business is going on. Romans got a static monument to the human stupidity.

Let’s cross Rome. The Ostiense railway station is an important one but in no way comparable with the central Termini station. Anyhow, some of the merry brains of the Capitol decided to move the Air Terminal from Termini station to Ostiense. The construction of an impressive new building was started, modern and functional. A true shopping mall was realized too. Bus and trains, subway etc. were reorganized to serve this new center. But, but…Travelers leaving the airport, or the other way to the airport, were not happy with that. They still preferred to take to Termini by train, by bus, by taxi, by own car. Termini… not Ostiense. It is clear that if ever a feasibility study was made prior to deciding the huge investment, this study was not performed with the brain. It was performed – as we say in Rome – co’li piedi (with the feet). Once more the merry Administrators from the Capitol Hill had shown their skill. The unused Air Terminal has been closed down one or two years after its inauguration.

Back to the North of the town: the first surface metropolitan line from piazza Mancini (a few hundred yards away from the Olympic Coliseum) to Piazzale Flaminio. The head station of the surface metropolitan line should be just in front of the Roma Nord Railway Station and have immediate access to the A line of the subway system. Well! This is a very nice project indeed. It could solve, at least partly, the problems of the transportation to the football stadium.
The very first problems arise. Yes. We are dealing with a surface metropolitan line. This is true; but what about the road crossings in a narrow street as the via Flaminia is? Yes the traffic lights must be kept. No priority can be given to the convoys. The cars shall keep their own rights unchanged.
Surely, this is a shortcoming, but you can still see the advantages: we can disembark just in front of the Railway Station and beside the Underground entrance. Is this not a big advantage?
Yes. But how it happens that the electric line in front of the station has been installed at an elevation where it interferes with the top of the carriages? We solve it. Go and modify it! It costs some more money, but you can see it: now it is finished. The commissioning phase shall start as soon as possible!
What? Don’t you care to get the approval of the fire brigade? Let’s have a look. No! No! No! You cannot locate the end station just in front of the only entrance to the railway station. It blocks completely the access! Imagine a fire breaks out or an accident occurs in the hall of the station. The holding convoys would block the trucks of the fire brigade out! Move the end station of this damned Surface Metropolitan Line at least hundred meters away!
Somebody could ask why, only ten years later, the “best brains” of Capitol Hill have authorized the installation of a kind of “third world market” just in the very place where the end station of the surface metropolitan line should have been! Doesn’t the fire brigade any longer need access to the Roma Nord Railway station in case any accident occurs? By the way, the pavement in front of the station has been remade several times. First time in order to remove the unused tracks. Than, to improve quality and appearance to honor in the due way the arrival of the ‘vu’ cumprà?’
The sad surface metropolitan line is since operated as a plain streetcar.
I forgot! A difference exists when compared with a streetcar: the investment cost has been at least three times higher!

The railway Roma Nord (to Primaporta; Civitacastellana; Viterbo). Yes. For the World Championship it must be modified to constitute a true branch of the Roman Metropolitan Transportation System. At least just to Prima Porta, the train stations shall be brand new, modern and functional.
What about the old ones? Small, dirty, ugly buildings from the thirties; nobody suggests to carry out a maquillage and an expansion of the existing buildings. No. They shall remain as they are, old and dirty, to witness how terrible and poor was the architecture under the fascist regime. Obviously, being the buildings occupied by clandestine immigration, they look now even more dirty and ugly.
But now, let’s see what was the result of the investments for the new stations! Steel, corrugated plates, fiberglass, plastics or similar material were used. Cheap solutions constituting the evidence of robberies and of bakschisch paid to the right persons. Everything is now in pieces. No maintenance at all. The dust of the “red rocks” in the area, accumulated through the years on all the surfaces, was never washed away. Graffiti of a quality equivalent to shit sprays cover all the surfaces. A real shame!

The railway Roma Nord -Yes for the Holy Year 2000 brand new train stations must be built, equipped with elevators, escalators etc. Wonderful. But what about the existing stations? They are still there. The 10 years old are spoiled as described above. The transparent look of the walkways sheds is just a sad memory. The buildings from the thirties have known several waves of immigrants. The new stations are in operation, but the lack of maintenance and the patterns left by the vandals becomes more and more evident.

The railway Roma Nord – Montebello. What a charming name for a train station! It’s a pity that this station, once in operation, will identify also the entrance to the largest cemetery in Rome. Obviously, I have nothing against dead people. But, imagine the people disembarking in the late afternoon, alive but tired from a whole working day, to pick up their car parked in the Montebello Commuter Parking Lot. They would surely appreciate a more lively welcome!
Summarizing: by the Holy Year 2000 the commuter parking lot and the Montebello station should be ready.
Well! The station was ready by the end of year 2002! Of the commuter parking lot no trace exists as of today (2005). Obviously, in the mean time, no maintenance of the station building was carried out. Graffiti, and probably clandestine immigration, have taken care of the appearance.
Why? Somebody says that the farmer who sold the ground for the station never got paid for it. Obviously, when requested to sell the ground necessary to the commuter parking lot, his position was: “No money? You are not going to see any camel!”

The subway and the Holy Year – Starting with the Termini railway station, where a very nice expansion and refurbishing work has been completed in due time, many other stations have been selected for a maquillage and an improvement of the facilities. Mosaics of different artists have been installed on the walls of many subway stations. Automatic ticket dispensers have been installed in all the stations where still missing. Automatic displays, giving information on train arrival or delays, have been installed too.
In particular, the subway station of Piazzale Flaminio – i.e. the one beside the Roma Nord Railway Station – deserved particular attention since underground water increasingly sieved through the walls and created a kind of small waterfall directly on the track of the southbound convoys. The “brains” did not forget this important item. Works have been going on for a while. Finally one day I boarded a train in the Flaminia station. No falling water noise. Oh, how wonderful! The problem was solved. Later on I saw that a notice to the voyagers explained that the Firm XXXX had studied and eliminated the noxious phenomenon. It was a pity to ascertain that a few months later the water had began flowing again some twenty meters ahead!

Reverting to the Termini Station – Just in front of the station, a strange monument, some thirty meters high, similar to a missile, pure stainless steel, made its appearance. None of us understood the meaning of the sculpture. Probably the Mayor had wanted to repeat the exploit of his grandfather who at the end of 1800 or early 1900 (I don’t remember) had created an impressive Naiads fountain a few yards away (Repubblica square) from the missilelike sculpture!
Let me say that I prefer the Naiads fountain.

Rest rooms and elevators – The Holy Year 2000 should be recalled as the year of love. Love towards all, but specially love for those who bear a physical handicap making the use of wheelchair compulsory for them.
The “best brains” obviously thought of them and planned the installation of facilities accessible even by the handicap bearers. In the most strategic areas of the town several rest rooms have been installed underground with access by elevator. What a pity! The supervising authority because of lack of safety has approved not a single installation.

Are you kidding? The virtuous car drivers, i.e. those driving with at least two passengers on board, got a reward! Similarly to what already done in the States, the “brains” introduced – luckily only at an experimental stage - the fast lane on the Cristoforo Colombo avenue. Probably, the “best brains” were too busy with the many inventions of this splendid era. They clearly marked with yellow paint the outer lane, i.e. the slow one. This was not only the slow one but also the one meant to yield for all the cars from the central/faster lanes moving to make a right!
Our motto is “being smart”: the more virtuous you are the slower you have to drive.

Tuesday, August 23, 2005


prints

Sunday, August 14, 2005

  • Queste sono le mie impronte digitali.



    Lasciamoci schedare!
    Facciamoci schedare!
    Facciamoli schedare!



    Invito tutti coloro che risiedono nel nostro Paese - italiani e non - a fornire, ovviamente in modo un poco più ufficiale, le proprie impronte alle autorità di polizia.
    E’ vero, l’ideale sarebbe la schedatura del DNA, ma forse costa troppo farla. Cominciando però da quelli che, avendo già commesso qualche reato hanno acquisito un diritto di prelazione, anche questo tipo di schedatura potrebbe essere preso in considerazione.

    Invito il Governo a introdurre una campagna di sensibilizzazione per preparare tutti I residenti nel territorio ad una vera lotta alla delinquenza e al terrorismo (che in fondo è la stessa cosa, sebbene mascherata dietro una dose di fanatismo più o meno religioso).

    § Rinunciamo volontariamente ad alcuni aspetti della nostra privacy!
    § I nostri cellulari siano messi sotto controllo! Le nostre conversazioni registrate.
    § Sempre tramite i cellulari vengano individuati e seguiti I nostri spostamenti!
    § Vengano introdotte zone estese di videosorveglianza.

    Obiettivo dell’operazione: costruire un modo di vita meno drammatico, più spontaneo, più sicuro. Ripensandoci, la nostra privacy ne uscirebbe vincente: aumenterebbe, piuttosto che diminuire.
    Certo…se per privacy intendiamo libertà…
    libertà dalla paura.

    Immaginate! Poter pervenire all’eliminazione dei sistemi d’allarme, delle inferriate alle finestre. Poter evitare di doversi guardare intorno prima di scendere dall’auto parcheggiata a tarda ora, poter eliminare lo spioncino alla porta, le assicurazioni varie (che spesso costituiscono la prima forma di rapina).

    Lasciamoci schedare!
    Facciamoci schedare!
    FacciamoLi schedare!

    Mettiamo da parte quei preconcetti ipocriti che ci hanno ridotto a vivere in uno stato di continuo allarme! Solamente chi ha la coscienza sporca vorrà opporsi.
    I delinquenti spiccioli esistono e sono tanti. E’ inutile che I buonisti predichino che I delinquenti più grandi sono gli evasori fiscali, il grande capitale, I petrolieri etc. Sarà pure vero. Ma se ci svegliamo di notte con gli intrusi dentro casa, che ti piazzano un coltello alla gola, non troviamo mica Mr. Rockefeller. Troviamo I delinquenti spiccioli che ci fanno cagare sotto!
    Eliminiamo, se possibile, questa eventualità. Saremo più forti poi nel combattere le nostre battaglie contro la delinquenza d’alto bordo. Con ciò non condivido l’opinione che petrolieri, capitale etc. siano dei delinquenti. Questa è solo la posizione dei “buonisti”!
    In ogni caso I buonisti ricordino che il capitale non ha bisogno di romperci I santissimi dentro casa! E’ sufficiente che ci metta in auto! Tra pane e companatico capitalisti e petrolieri ci leveranno anche le mutande!

    Lasciamoci schedare!
    Facciamoci schedare!


    Eliminiamo, per quanto possibile, le false giustificazioni della delinquenza spicciola.
    Reintroduciamo il concetto che la proprietà privata non è un furto!… qualunque cosa predichino politicanti, religiosi o pseudo tali, filosofi, sociologi e assimilati.
    Produrre ricchezza è un merito, NON E’ una colpa.
    Informiamo la gente! Parliamone! Parlatene con gli amici. Convincete I buonisti che il miglior modo d’essere buoni è lavorare, eliminando al massimo dal proprio cervello le ideologie che, nella maggior parte dei casi, sono state create da falliti di professione (Marx insegna: si faceva mantenere dagli amici. O sbaglio?).
    Chi non sa lavorare e non impara a produrre si riconosca fallito e si lasci assistere! Non tenti di distruggere quelli che del lavoro hanno fatto uno degli aspetti più positivi della loro vita.

    Combattiamo il buonismo ipocrita!
    Lasciamoci schedare!
    Facciamoci schedare!
    FacciamoLi schedare!

Sunday, July 10, 2005

VADE RETRO USA - In Italia siamo tutti garantisti!

Cominciò tutto da Sigonella?
Ricordiamo cosa accadde la notte di quel famoso 10 ottobre 1985.
Un aereo di linea egiziano con a bordo il famigerato Abu Abbas e gli altri tre terroristi che con lui il 7 ottobre avevano sequestrato e dirottato la nave da crociera Achille Lauro, tutti responsabili sia del dirottamento della nave che dell’uccisione del passeggero disabile ebreo americano Leon Klinghoffer, viene intercettato da caccia USA che lo costringono ad atterrare all’aeroporto NATO di Sigonella, presso Catania. I Marines americani hanno istruzioni di prendere prigioniero il capo terrorista per sottoporlo alla giustizia americana, ma I Carabinieri italiani ricevono dal Ministero degli Interni l’ordine di arrestare I tre terroristi di secondo livello e di proteggere la fuga verso altri lidi (Yugoslavia) del loro capo. Si sfiora lo scontro a fuoco tra Carabinieri e Marines. Si apre un incidente diplomatico tra Italia ed USA.
Se non erro il primo ministro italiano dell’epoca era Craxi.
Si riparlerà di Abu Abbas in veste di mediatore politico in Palestina nel 1996, anno in cui chiede pubblicamente, ma in modo confuso ed equivoco, perdono per I suoi atti di terrorismo del 1985. Viene poi arrestato dagli americani in Iraq nel 2003. Laggiù fungeva da ufficiale pagatore dei sussidi alle famiglie dei terroristi suicidi. Muore in Iraq, prigioniero degli americani, nel 2004. Forse a qualcuno interesserà conoscere in che modo sia morto. A me, che non sono interessato minimamente agli atteggiamenti ipocritamente buonisti, non interessa più di tanto.

Milano, febbraio 2003. Scompare misteriosamente l’imam della moschea di viale Jenner, Abu Omar. Alcuni testimoni oculari (?) sostengono che I rapitori si sono rivolti a lui in italiano. Il 22 giugno 2005 il giudice Chiara Nobili di Milano firma I mandati d’arresto nei confronti di 13 agenti CIA accusati del sequestro di Hassan Mustafa Osama Nasr, alias Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio 2003 mentre l’imam si recava alla moschea.
Abu Omar era già sospettato in Italia di collaborazione con il movimento di Al Qaeda e favoreggiamento del reclutamento di “volontari” da destinare al terrorismo internazionale. Tanto pulito il brav’uomo non sembrava, ma le leggi italiane non permettevano, né permettono, misure troppo severe nei confronti d’un semplice sospettato di reati politico-terroristici. Non è provato che le autorità italiane fossero completamente all’oscuro dell’azione degli agenti della CIA. Lo si sospetta, così come pure si sospetta che abbiano collaborato direttamente al sequestro.
I giornali pubblicano il seguente resoconto:
Ø Gli agenti CIA sequestrano Abu Omar a Milano
Ø Lo trasferiscono alla base di Aviano
Ø Da Aviano in Germania
Ø Dalla Germania in Egitto
Sembrerebbe che in Egitto l’imam sia stato sottoposto a interrogatori piuttosto pesanti, al confine con la tortura.
Atteggiamento della stampa italiana:
Ø Azioni del genere, considerate quasi normali al tempo della guerra fredda, non sono più ammissibili in un paese libero ed indipendente (?) come l’Italia.
Ø Gli 007 della CIA vivevano da nababbi spendendo ben 500 Euro al giorno pro cranio.
Ø Il governo italiano che figura ci fa?
Ø Una bella protesta diplomatica ci starebbe bene.
Ø Un’indagine ministeriale pure.
Ø Etc.etc.
Prima considerazione:
Ø La guerra fredda è stata una giustificazione di più alta caratura morale che non la guerra al terrorismo internazionale?
Torniamo però agli anni ’80.
I nostri Carabinieri si sono appena fatti le ossa con la guerra al terrorismo: BR, NAP, NAR, Potere Operaio, Autonomia Operaia e chi più ne ha più ne metta.
Si sono guadagnati galloni e fama, anche a livello internazionale, tanto che un governo latino-americano scrittura un gruppo di ufficiali dell’Arma come consulenti nella lotta alla produzione ed al traffico di droga, attività protette tra l’altro da formazioni di “guerrillas”.
Prima raccomandazione dei Nostri, rivolta ai media locali:
Ø Non parlate mai e non scrivete mai di “guerriglieri”. Parlate e scrivete sempre e solo di “terroristi”. Questo taglierà notevolmente l’appoggio dell’opinione pubblica al personaggio del guerrigliero, personaggio nettamente più romantico.
I Carabinieri non solo si rivelano essere consiglieri preziosi; passano anche all’azione.
Fingendosi grandi trafficanti internazionali, cominciano a trattare l’acquisto di grandi quantitativi di cocaina per conto della mafia italiana. Concludono l’affare e promettono di presentarsi con un aereo da turismo al rendez-vous con I produttori/raffinatori per il prelievo della partita di droga. Tutto ciò nel bel mezzo della foresta equatoriale, foresta ricca di piccoli aeroporti gestiti direttamente dai narcotrafficanti.
Sorpresa! Dall’aereo scendono degli individui armati che caricano a bordo droga e venditori. Questi ultimi si risveglieranno in un altro Stato, ma soprattutto in stato di detenzione. I Nostri un plauso lo meritano?
Un’operazione del genere è stata ripetuta nel giugno 2005 in un diverso Paese sempre con risultati egualmente positivi. Un altro plauso?
Riflessione profonda:
Ø Vogliamo condannarli per aver infranto un certo numero di norme di diritto internazionale?
Ø La guerra fredda, la guerra alla droga, la guerra al terrorismo in che cosa si differenziano?
E se media, magistrati, politicanti la smettessero di considerare I terroristi alla stregua di guerriglieri così come I nostri Carabinieri a suo tempo hanno chiesto venisse fatto nei confronti dei terroristi protettori dei narcotrafficanti? Consideriamoli alla stregua di BR, NAP, NAR etc. e, soprattutto, una volta presi, buttiamo via la chiave!In parole povere: se fossimo meno ipocritamente garantisti?
Hi Fi
In generale, tutti noi ci risentiamo ogni qual volta un personaggio straniero si permette di definire gli italiani “volta gabbana”, assolutamente inaffidabili e certamente non raccomandabili dal punto di vista della lealtà politica.
In molti casi possiamo, e a ragione, concordare con il giudizio, anche se manifestiamo sempre un dissenso altezzoso; in molti altri casi però il giudicante ha torto marcio.
Lo straniero che non ci vuol bene sarà di preferenza portato a ricordare episodi come l’ingresso dell’Italia in guerra nel 1915 a fianco di Francia e Inghilterra contro l’Impero Tedesco e quello Austro-ungarico con I quali imperi l’Italia era, per lo meno sulla carta, alleata. Giustamente, in quel caso l’Italia non fece una gran bella figura. Gli storici hanno tentato invano di scovare delle giustificazioni, soprattutto d’ordine etico, al voltafaccia italiano. Non mi risulta ci siano riusciti.
Altro caso molto discusso, anche se secondo me mal presentato, fu quello dell’8 settembre ’43. Questa volta gl’italiani tradirono ufficialmente il camerata tedesco in quel famoso giorno dell’armistizio, ma in realtà il tradimento s’era consumato già il precedente 25 luglio. Nessuno può immaginare che un re che da anni contava quanto il due di coppe con briscola bastoni, forte d’un esercito già allo sbando, potesse continuare ad assicurare al sullodato camerata il bensì minimo appoggio. Ciò suonerà chiaramente come una bestemmia per quelli che nel breve periodo dal 25 luglio all’8 settembre hanno continuato a combattere e a morire, ma purtroppo è la verità. Tutti già sapevano e si aspettavano che l’Italia sarebbe diventata una zona d’occupazione, anglo-americana per I più fortunati, tedesca per gli altri.
Siamo fatti così? Siamo costruiti piuttosto opportunisti? Non lasciamo ai posteri l’ardua sentenza: diciamo chiaramente che nell’individuo italiano – non nel popolo italiano - c’è insita una dose di furbizia sconosciuta alla maggior parte degli altri europei e non solo. Gli americani, ad esempio, rappresentano quanto di più lontano si possa immaginare da questa mentalità.
Questa furbizia contribuisce all’innalzamento dell’IQ dei singoli individui ma certamente anche alla consistenza e resistenza della loro faccia di bronzo.
In ogni caso cerchiamo di non farcene una gran colpa!
Non accusiamoci troppo. Il nostro Io è sempre pronto a scovare una ragione, generalmente di tipo etico, un cavillo di tipo giuridico, una spiegazione di tipo sentimentale, storico, congiunturale al fatto che decido di mettere le corna a Prodi per concedermi anima e corpo a De Mita, di fare la boccuccia invitante ai Follini e ai mostri dell’UDEUR, essendomi però messo prima in tasca un jolly tipo Amato. Questo jolly fa sempre comodo. Risponde alle specifiche di Ciampi. Posso giocarlo in qualsiasi momento della partita. Non conta quello che fa, bensì quello che dice e che promette. Rimase infatti celebre quando annunciò che, d’accordo con il ministro delle finanze tedesco, avremmo svalutato la lira del 7 per cento in rapporto alla moneta regina d’Europa. Ci ritrovammo il giorno dopo con la lira che aveva perso il 30 percento rispetto al marco tedesco.
Ma questo che c’entra? L’uomo c’è; è professore; parla bene inglese; parla bene politichese, cosa un po’ fuori moda ma sempre piena di fascino; ha le amicizie giuste; e, soprattutto, non è mai andato a letto con Berlusconi
.
Il fatto che sia stato ministro delle finanze (o dell’economia? Non ricordo) con Bettino Craxi dovrebbe destare in noi qualche preoccupazione. Infatti il debito pubblico italiano non ha fatto altro che crescere durante l’amministrazione del Bettino nazionale. Una cosa è importante: ama visceralmente gli USA anche se è pronto a dirne peste e corna quando si parla di liberismo allo stato puro (leggi Reagan e Co.).
Insomma, da prendere con le molle!
Continuando però nell’analisi dei Nostri, non possiamo dimenticare quegli individui della fauna – o piuttosto flora? (penso a garofani, ulivi, querce, margherite, girasoli) - politica che, pur essendosi immedesimati nelle funzioni che hanno oggi in seno al partito in cui militano, non sanno rinunciare – inconsciamente, siamo pronti ad accettarlo – alle sirene della vecchia militanza. Animi fedeli, sono capaci di fare proseliti tra le giovani leve, inculcando nei di questi cervelli ricettivi, non le dottrine che attualmente e ufficialmente stanno seguendo ed applicando, bensì le idee per le quali essi stessi si erano battuti prima d’ogni storico ribaltone nazionale. E’ così che puoi incontrare giovani entusiasti del regime di Cuba senza aver mai messo piede in quel Paese o, nel caso possano vantarne una conoscenza diretta, questa si limiterebbe alle spiagge dell’isola, a merenghe, cumbia e a qualche ragazzetta più o meno disponibile. Il politico “portaerei” ne è soddisfatto da una parte, preoccupato dall’altra, in quanto, pur sentendo che I suoi vecchi sogni di gioventù continuano ad esistere nelle nuove leve - anche per merito suo - vede scomparire, almeno parzialmente, la tara che lo ha caratterizzato nel passaggio da prima a seconda repubblica. I suoi principi di fedeltà ai ribaltoni talvolta tentennano. Poi però si rifugia nel concetto astratto di HiFi e si autogiustifica.
Non ci limitiamo alla sinistra, al Che e al Fidel. A destra abbiamo fenomeni analoghi, che se pur meglio controllati, spingono a lasciarsi sfuggire qualche volta epiteti del tipo “quei culattoni!” e ad insegnare ai più giovani movimenti del braccio destro certamente più idonei per comparse d’un film sulle legioni dell’Antica Roma.
La fedeltà qualche volta, e sempre più raramente in verità, si trasforma in nostalgia; nostalgia di camicia nera, di calzoni alla zuava in orbace, di barbette aggressive alla triumviro. Oggi questa nostalgia, quando si manifesta, si limita ad una timida dolce vita di colore nero, ma, ormai, questi nostalgici si rendono conto che una dolce vita nera, anche se il nero snellisce, non è troppo adatta per lo stomaco prominente e l’andatura incerta degli ottantenni.
Cambiando colore ci accorgiamo che i simpatici baffoni in camicia rossa si presentano sempre più raramente alle feste dell’Unità in Emilia-Romagna. Il color rosso lo hanno lasciato sulle bandiere che li accompagnano. Queste, avendo perduto l’impronta decisa della falce e martello, si sono intristite ed hanno perciò perduto anche molto del loro fascino. Quella povera quercia, ancorché fondata su microscopici logo di PCI, ha effettivamente un’aria squallida di pianta solitaria. Andando con il pensiero all’epoca del post-romanticismo, potremmo affermare che non ha trovato ancora il poeta che la canti.
Ma, romanticismo a parte, I discorsi dei nostri Peppone sono sempre gli stessi. Non arrivano più in bicicletta. Hanno tutti la loro media cilindrata e s’incazzano come gli altri per gl’ingorghi del traffico, ma s’entusiasmano ancora all’idea che I loro pronipoti vedranno l’abolizione della proprietà privata.
Non parliamo dei Leghisti: sempre uguali a se stessi. Fossero tutti così capiremmo perfino qualcosa della politica italiana!
Rimasti in tutto fedeli a se stessi fornendoci copie di foto che potrebbero essere state scattate quaranta anni fa, sono I Radicali. Ovviamente la gente non se li fila “de pezza” dato che tutti siamo diventati molto più forti in aritmetica e siamo perciò capaci di calcolare quanto ci siano costati tutti quei referendum, in generale abortiti, ancorché vertenti su argomenti diversi dall’aborto.
Apprezziamo il lavoro che personaggi tipo la Bonino stanno facendo nel mondo femminile islamico per evitare che ad una calata di mutande fuori famiglia corrispondano pene varie, lapidazione compresa. Nei Paesi islamici purtroppo si trova sempre l’imbecille capace di scagliare la prima pietra.
Gli altri argomenti trattati dai radicali rischiano invece di non risvegliare più quel grande interesse che nel passato aveva legato un po’ tutti, vuoi contro vuoi pro.
Se dovessimo fare una classifica di Hi Fi, I Radicali si troverebbero probabilmente al primo posto insieme ai Leghisti. Nella classifica del riciclaggio invece, le loro probabilità sarebbero quasi nulle. A parte Rutelli, che è stato molto astuto nel farsi promuovere da Pannella prima di passare a schieramenti più convenzionali, gli altri hanno dovuto fare la gavetta per riciclarsi nei vari partiti.
E siamo arrivati ai Democristiani.
Bravi! Tutti molto bravi nell’eclissarsi – quindi teoricamente voto zero in Hi Fi –ma eccellenti nel riciclarsi: voto dieci.
Ma è proprio vero quello che stiamo affermando? Voto zero in Hi Fi?
Sospetto: non hanno per caso vissuto in clandestinità per tutti questi anni, alcuni a centro-destra e altri a centro-sinistra?
Hanno sì mostrato di condividere programmi ed entusiasmi dei nuovi politici improvvisati, ma non hanno mai dimenticato la famiglia da cui provengono. Basterebbe uno squillo di tromba d’un prelato d’alto livello per farli ricompattare intorno a un ideale a sfondo religioso o spacciato per tale. Partirebbero – o già partono? - I richiami, simili a tam-tam nella giungla. Ritornasse un Moro o un Fanfani I Nostri sarebbero pronti a schierarsi, allineati e coperti, per guardare con riconoscenza a chi li vuol salvare dalle tentazioni del liberalismo e del cattocomunismo.
E torniamo al discorso iniziale: De Mita non ama Prodi. Mescola e rimescola le carte per produrre un’Unione che come unico collante si ritroverebbe I principi che un tempo I parroci predicavano al popolo bue, allora forse più credulo e più religioso: I princìpi democratici e cristiani.
EGOISTICAMENTE
parlando

Viviamo in un Paese ancora impreparato a ricevere le ondate d’immigranti che si presentano più o meno regolarmente alle nostre frontiere. La gente non è entusiasta del fenomeno. Guarda con diffidenza quello perché è nero, l’altro perché emana un cattivo odore dal corpo, perché sono invadenti quando commerciano in cianfrusaglie e imitazioni di firmato, perché talvolta li incontriamo con il sedere a pizzo quando, in mezzo ai loro mercatini, si fermano per rivolgere la loro preghiera verso la Mecca. Contribuiscono a creare un clima di autodifesa le donne più appariscenti che spaziano da quelle poco o molto velate a quelle più nere o più bionde con coscia in evidenza. Spesso non ci accorgiamo di quelle preziose categorie chiamate colf o badanti. Non vediamo quegli operai che fanno lavori pesantissimi, talvolta sgradevoli, nei nostri stabilimenti. Non vediamo I piccoli imprenditori specializzati nelle attività di costruzione e manutenzione, di pittura edile, di piccoli trasporti. (Vogliamo ricordare l’italiano emigrato in Germania negli anni cinquanta-sessanta?)
Ma come vivono queste persone?
Quando cadono nelle mani di delinquenti comuni vengono sfruttate all’osso. Dormono a turno in stanze con tre o quattro letti pagando cifre iperboliche. Escono la mattina con sacche e borsoni carichi di merce contraffatta, di giochini cinesi, di CD e DVD copiati. Dovranno venderne almeno un certo numero altrimenti I capetti mafiosi o camorristi che affidano loro “la merce”, si rivarranno su di loro e sui loro famigliari.
Non parliamo degli immigrati che sono l’elite finanziaria, quelli cioè che, trafficando in droga, ne agevolano in modo determinante la diffusione nelle scuole e, più in generale, tra I giovani. Dovranno sempre render conto dei loro traffici ai capi gerarchici, ma vedono qualche soldo in più. Quando sopravvive, il pusher potrà a sua volta far carriera passando a distributore, a grossista, risalendo nella gerarchia fino a quei livelli che gli permetteranno di gestire intere aree di distribuzione.
E la gente osserva, vede, memorizza; certamente non l’operaio o la badante, bensì quelli che creano degrado. Che si assiepano intorno alle cucine del circolo San Pietro o della Caritas più vicine, che nell’ombra dei giardini comunali distribuiscono la dose, che litigano per il posto sul marciapiede dove poter aprire il loro fagotto di miserabili cianfrusaglie, che vivono in baracche di cartone, che fanno I loro bisogni sui prati, che si ubriacano lasciando migliaia di bottiglie di birra sui muretti in giro per le città, che schiave, chiappe di fuori, si offrono la sera nei punti strategici delle città, sulle tangenziali, sulle consolari. Per non parlare di aggressioni, di rapine, di stupri, ultimo grido della criminalità povera.
E l’odio monta. Travalica I confini della politica. C’è gente che continua a parlare male della Bossi-Fini senza neanche conoscerla, ma che tuttavia sarebbe disposta a buttare fuori a calci tutti gli extracomunitari.
Molti degli extracomunitari vivono nel terrore.
Se clandestini, terrore d’essere identificati ed espulsi; terrore di non vendere I minimi imposti dalle mafie che li controllano; terrore di rientrare nella baracca e trovare che qualcuno l’ha bruciata; terrore e basta!
Se regolari, terrore di scivolare nei sistemi mafiosi che cercano di sfruttare la loro verginità sul territorio; terrore di perdere il posto di lavoro, spesso in nero, a causa di controlli o di vendette.
Se lucciole, non ne parliamo. Passaporto sequestrato. Incasso minimo. AIDS. Violenze punitive. L’arresto è una liberazione!
Per I livelli più alti si serrano I ranghi degli ordini professionali. L’inserimento è difficile anche per un laureato. Lo si guarda con sospetto. Se è medico si pretende che sia Valdoni, se architetto o ingegnere, Pier Luigi Nervi.
Che molte badanti siano laureate è cosa nota. Ma chi di noi fa un pensierino a questo proposito? Chi di noi cerca di inserire queste persone nei circuiti giusti dove le loro capacità potrebbero contribuire allo sviluppo e al benessere di tutti?

Un fattore comune lega la maggioranza degli extracomunitari: la mancanza d’una casa.
La gente esita a dare in affitto una casa, un appartamento, locali decenti agli extracomunitari. Solo imprenditori illuminati si organizzano per creare delle condizioni di comfort minimo intorno a quei loro collaboratori che spesso sono d’altissima efficienza. In generale, le condizioni offerte a questi “intrusi” sono indegne solamente per averle pensate. Le strutture non esistono.
Vogliamo analizzare questo problema così come I tedeschi lo affrontarono cinquant’anni or sono per far fronte all’arrembaggio dei nostri emigrati?

Cifre:
In Italia si contano circa due milioni d’extracomunitari.
Immaginiamoli a gruppi di cinque. Cinque uguale un nucleo famigliare; cinque uguale un gruppo di amici.
Occorrono quattrocentomila alloggi di tre-quattro camere e servizi.
Supponiamo che un terzo degli extracomunitari abbia già risolto I suoi problemi d’alloggio in modo decente. Ad esempio spesso le “badanti” alloggiano nell’appartamento dei “badati”; molte ditte del nord Italia hanno aiutato I loro dipendenti a trovare un alloggio.
Restano circa 280,000 alloggi da reperire.
Valore? 280,000 x 120,000 = 30 miliardi Euro circa (costo medio tra grande città e provincia, per case decenti costruite non per speculazione immobiliare).
Supponiamo che chi gestisce il sistema regionale, provinciale o comunale – naturalmente avendo innanzi tutto trovato le risorse per costruire o per comprare, non comportandosi da burocrate e soprattutto comportandosi da persona onesta, utilizzando imprese di costruzione senza personale in nero, firmando contratti di pulizia e manutenzione con imprese non in odore di camorra – percepisca un affitto proporzionale a 100 Euro mensili per persona. Gli introiti sarebbero a regime pari a 130 MM Euro mensili ovvero 1,6 miliardi di Euro l’anno, pari al 5% dell’investimento fatto. Il sistema funzionerebbe in quanto assicurerebbe fondi per pagare interessi, manutenzioni straordinarie e qualche iniziativa addizionale.
Naturalmente ci sarebbe bisogno di regolamenti snelli che permettano gestioni rapide e indolori, vuoi per le assegnazioni che per le riscossioni, con obblighi contrattuali (pagamento servizi, manutenzione ordinaria e straordinaria) che dovrebbero essere in tutto uguali a quelli dei normali contratti d’affitto tra privati.
Continuiamo a supporre che dei 30 miliardi necessari 5 almeno siano messi a disposizione dall’Unione Europea come contributo a fondo perduto. Questo tanto per cominciare! Supponiamo che altri 5 miliardi siano reperibili come finanziamenti bancari garantiti dalle regioni. Supponiamo che con qualche finanziamento/donazione partecipino anche gli imprenditori interessati al sistema. Il tutto dovrebbe essere basato sul principio del no-profit, ma, possibilmente, con la creazione d’un fondo imprevisti. Vogliamo introdurre anche un’alternativa all’8 per mille? Si può cominciare.
L’extracomunitario, qualora fosse in grado di farlo, dovrebbe poter comprare esclusivamente al di fuori di questo sistema. In nessun caso dovrebbe avere il diritto di trasmettere a figli e parentado il diritto ad abitare I locali nel caso essi intendano trasferirsi.
In nessun caso dovrebbe essere autorizzato a chiamare parenti amici e conoscenti dal paese d’origine per inzepparli nell’alloggio assegnatogli.
Gli alloggi dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per una decorosa sistemazione di immigrati regolarmente censiti e residenti, desiderosi d’integrarsi nella struttura del Paese.
Insomma, non dovrebbero nascere sistemi marci come quelli che hanno caratterizzato gli alloggi popolari di buona memoria. Non dovrebbero nascere rioni tipo Scampìa a Napoli né vergogne simili al Corviale di Roma.
Nessuno di noi è il buon samaritano. Tutto questo potremmo farlo per puro egoismo!
Ma non siete felici e orgogliosi quando vedete un Pakistano che conversa in italiano con un suo amico Marocchino o Algerino? Quando incontrate un gruppo di ragazzi che va a scuola e l’unico di loro con gli occhi a mandorla parla il dialetto più stretto del vostro paese?
Questa sì: si chiama integrazione…anche se, in fondo in fondo, abbiamo solo soddisfatto il nostro egoismo.

Thursday, June 16, 2005

ITALIA
EUROPA
Chi comanda?

Italia

Mussolini aveva capito molto per tempo che, senza il placet dei cattolici, era impossibile gestire un paese come l’Italia.
Lo hanno capito anche i comunisti che nel ’48 hanno accettato senza troppe proteste sia le propagande vescovili che i brogli elettorali più o meno evidenti.
Lo hanno capito evidentemente tutti i democristiani che si sono alternati al governo del paese per una trentina d’anni. De Gasperi, Fanfani, Andreotti ne sono un esempio.
Non lo aveva capito bene Aldo Moro che ha tentato, in un momento non ancora maturo, il colpo di coda del compromesso storico. E’ finito molto, ma molto male.
Non lo aveva capito bene Craxi. Non ha fatto una bella fine neanche lui, anche se, fortunatamente per tutti, in modo del tutto incruento.
I governanti del periodo post mani pulite hanno immediatamente applicato la legge del “buon” governo basato sul placet del Vaticano, ovviamente con tutti i “distinguo” che vedremo più avanti. Certamente tutto ciò ha imposto ad alcuni la ricostruzione d’una verginità perduta parzialmente o totalmente durante i primi ottanta anni del 1900.
I fascisti del MSI, coscienti del fatto che, non solo nei confronti del popolo bensì anche nei confronti del Vaticano, Mussolini e le sue idee socio-centraliste avevano fatto il loro tempo, si sono affrettati a diventare dei centristi-liberaloidi a denti stretti. Il famoso congresso di Fiuggi ha segnato il punto del cambiamento, certamente positivo, non solo perché sotterrava quasi completamente il socialismo nero, ma anche e soprattutto perché così spiazzava la Lega spingendola a rappresentare “gli intransigenti” d’Italia. Complimenti a G.Fini!
I comunisti del PCI, passando attraverso una variegata mostra di vegetali, sono riusciti a creare un mostro che, ancor oggi, non riesce a far dimenticare completamente i tempi in cui, ispirati da Stalin, “mangiavano i bambini”.
C’è voluto del tempo. C’è voluto anche il connubio con un folto gruppo d’ex democristiani di sinistra e di socialisti per creare le premesse per la presentazione al tempio della creatura pluricefala, che chiameremo “cattocomunismo”, frutto, non dell’amore ma della convenienza, a valle della fuitina programmata da Berlinguer e da Moro, ma realizzata da Occhetto, D’Alema, Scalfaro, Mancino, Martinazzoli, De Mita, Rosy Bindi.
Andreotti non ha partecipato in prima persona a tutto questo bailamme un po’ per raggiunti limiti d’età e un po’ perché aveva altre rogne da grattarsi.
Ma coloro che hanno colto i frutti più appetitosi di questo vegetale multifunzioni sono stati, come ben noto a tutti, in primo luogo Prodi, alias “il Professore”, quindi Rutelli, altrimenti detto “er piacione”.
E gli ex comunisti veramente trinariciuti? Alcuni vivono di ricordi, leggi Cossutta & Co.; altri, più attivi, come Bertinotti & Co., sognano di ripristinare in Italia le condizioni una volta favorevoli alla vera lotta di classe quali la “grande” industria metalmeccanica e chimica.
Senza idee, queste sono tramontate: la prima in seguito ad una gestione che dir pessima è dir poco, la seconda per mancanza di ricerca e di materie prime a costi accessibili.
La felice combinazione di papi schierati contro il liberismo capitalistico di stile americano – ma lo IOR allora? – con la situazione di relativa calma politica creatasi con il crollo dell’URSS, ha fatto sì che il potpourri - soprattutto pourri - contenente l’assortimento di vegetali creato dall’inventiva dei sinistro-centristi o centro-sinistrorsi che dir si voglia, fosse ben accetto alle autorità vaticane. Qualche distinguo era certamente d’obbligo: la “teologia della liberazione” somiglia troppo al marxismo. Modelliamola quindi ad uso e consumo dei diseredati italiani e catalizziamo la nascita e la sopravvivenza di ONG - perché ONG e non servizi di Stato? - che evitino infiltrazioni di movimenti diversi da quelli benedetti ed accettati dal Vaticano.
Il centro-destra non è da meno. Superata l’impasse iniziale del 1994-96 quando, quasi masochisticamente, aveva provocato il sollevamento contro i “liberali” di tutti i movimenti cattocomunisti benedetti, non solo dal Vaticano, ma anche dal suo principale sostenitore in Italia Oscar Luigi Scalfaro, il centro-destra è tornato in forze al governo nel 2001. Questa volta la chiave del successo consisteva nell’opportuna leva esercitata sul borghese, sul cattolico, sull’italiano tipicamente incazzato.
Il Vaticano ha adottato nei confronti di questo equivoco schieramento l’atteggiamento del “wait and see”. Quindi, una volta accertato che il governo amava profondamente i principi liberisti della Tatcher, di Bush, del quasi-no-labour Blair, ha deciso di boicottare in pieno il berlusconismo. Schiavo del liberismo, il centro-destra non si conformava allo spirito evangelico predicato dalla Conferenza Episcopale Italiana e propagandato da Avvenire e Osservatore Romano. A poco è valsa la legge sulla procreazione assistita, la famosa legge 40, che predica – e continua a predicare a valle del fallimentare referendum abrogativo – principi pseudo cattolici. Al proposito si ricordi che il cardinale Scola, patriarca di Venezia, ha dichiarato in un’intervista televisiva a Gad Lerner (L’Infedele ultimo numero della stagione) che l’unica modalità di procreazione prevista ed accettata dalla Chiesa è la conoscenza cosiddetta “biblica”, chiamata anche copula o sveltina. A questo punto la CEI che già aveva cominciato a muovere i suoi pezzi da novanta all’interno della coalizione governativa tentando con ogni mezzo di far crollare un sistema ai suoi occhi condannabile dal punto di vista sociale e morale, ha dovuto accontentarsi, almeno temporaneamente, del successo referendario che ha lasciato in vita una legge che regola comunque principi ed attività contrari alla dottrina della Chiesa.
Ha evitato però d’insistere sull’argomento dato che, in occasione del referendum, il suo nemico no.1 di oggi ovvero il liberismo del centro destra, in parte per convinzione e in parte per opportunismo, si era schierato con i cattolici. D’altra parte, un gran numero dei cattocomunisti, ovvero la maggioranza dei sì, s’era schierata contro la raccomandazione dei vescovi. Dunque, meglio sorvolare, altrimenti ci incasiniamo!
Che conclusioni possiamo trarre da questa analisi?
E’ storicamente provato che se si vuole governare un Paese come l’Italia, senza inviare Lamarmora e i suoi bersaglieri – un bravo dal cuore! - il gestore, scelto dal popolo a sinistra al centro o a destra, dovrà preventivamente ottenere il placet, tacito o dichiarato del Vaticano.
Altrimenti?…altrimenti si dovranno affrontare Complicazioni-Etico-Ideologiche…leggi CEI!


Europa

“Una volta c’erano dei politici veri ma un po’ idealisti, che avevano capito tante cose e avevano perciò deciso di fondare un Paese che si chiamava Europa. Pensate, cari nipotini, che si erano illusi di mettere insieme tanta gente - quasi mezzo miliardo di persone - per farle vivere in armonia e con amore per l’interesse comune. Questa cosa avrebbe spinto a dimenticare le beghe dei singoli territori componenti l’Unione, e con l’unità dei programmi avrebbe sviluppato sempre più il benessere di tutti.”
“Che bello, nonno! Come continua la storia?”
“Sapete che non me la ricordo? E’ successo un tal casino che ora, a così pochi anni di distanza mi è difficile ricostruire i fatti. Ma forse con un po’ d’ordine…Sì, proprio così. Innanzi tutto non s’è capito molto bene chi dovesse comandare il Paese. C’era chi credeva che il tutto stesse nelle mani d’un certo Consiglio d’Europa. C’era anche un Parlamento Europeo, che stava da un’altra parte. C’erano anche un mucchio di altri uffici sparpagliati un po’ dappertutto nel Paese. Pensate! Anche un ufficio a Parma per occuparsi di lasagne e tortellini!
C’erano però anche quelli che sostenevano che questa Europa dovesse essere trainata da una coppia di vecchi marpioni, Germania e Francia, che in altri tempi, avevano fatto di tutto per scannarsi tra di loro. A questo punto però la Gran Bretagna, che in quanto a paraculaggine, pardon…agilità mentale…non è seconda a nessuno, pur non conoscendo assolutamente Oscar Luigi, personaggio tipicamente italiano, ha dichiarato “Non ci stò! No. Non ci stò!”
“E allora cos’è successo nonno?”
“Sapete che non l’ho mai capito? Ricordo solo che, dopo cinquant’anni dai primi convegni d’amore, hanno provato addirittura a fare una Costituzione, un po’ raffazzonata, è vero, ma pur sempre una Costituzione. Vedete. Forse in quel momento esatto, era il 2004, invece della Costituzione all’Europa avrebbero dovuto somministrare più un Ricostituente.”
“Perché nonno? L’Europa non stava bene? Aveva qualche malattia tipo la rosolia?”
“Sì. Possiamo anche dire così. Solo che più che la rosolia deve aver avuto un rigurgito di rossolia. Il parlamento che per anni aveva avuto una tendenza a cedere alle tentazioni del liberismo capitalistico si è trovato, quasi per incanto invaso da personaggi pronti a mettere in discussione molto di quello che era già stato fatto.”
“Ma allora, nonno raccontaci, qualcosa funzionava già?”
“Certo! Avevano già stabilito gli standard dei cetrioli e dei pisellini primavera. Avevano forse dimenticato di stabilirne il prezzo in Euro tanto che poi la gente non sapeva se stesse comprando uno yacht o un chilo di piselli, ma si apprestavano a varare misure più importanti anche in altri settori che ora non ricordo. Bruscamente invece il Parlamento Europeo si è popolato d’individui d’origine giornalistica che hanno voluto discutere di problemi sociali, di terzomondo, di extracomunitari e baggianate del genere! Hanno provocato un tale caos che un po’ di regioni del Paese hanno deciso di non approvare la famosa Costituzione. Pensate! L’hanno bocciata con un referendum, anche se quelli che hanno votato sì o no non avevano mai letto quello splendido documento pubblicato in oltre venti lingue diverse.”
“E allora che cosa è successo? E’ arrivata la fatina buona? E il principe azzurro? Racconta nonno, racconta!”
“Certo. Camilla e il principe Carlo hanno invaso le TV di tutto il mondo per mesi e mesi. Poi si è sparsa la voce che la fatina tutto quello che toccava lo trasformava in…beh lasciamo perdere…e allora l’Europa ha preferito continuare a vivacchiare da Cenerentola. Il guaio è che il Lupo Cattivo dagli occhi a mandorla è arrivato ed ha cominciato a ricoprire Cappuccetto Rosso di stoffe colorate, di scarpe di marca e di Solex da polso! Ora aspettiamo che arrivi il Cacciatore per salvare Cappuccetto Rosso. Toh…vi siete addormentati? Ma siamo solo nel 2025 ! Se fate così non arriverete mai a vedere l’Europa!”

Wednesday, June 08, 2005

BANDIERA BIANCA

Il Vaticano ha fatto i suoi calcoli.
Il referendum “italiano(?)” sull’abrogazione di uno-a-quattro articoli della legge 40, legge che regola la fecondazione assistita, qualora si svolgesse in piena libertà di coscienza e senza interferenze dedicate unicamente a far mancare il quorum, darebbe certamente un risultato favorevole ai sì. Lo sappiamo tutti. L’italiano ormai è solamente cattolico “all’incirca”. Si è abituato a vivere con divorzio, anticoncezionali, aborto etc. Per nessuna ragione rinuncerebbe a quelle che, così come in tutti i Paesi del mondo, si chiamano conquiste civili.
La “Humanae Vitae” di Paolo VI aveva solamente deluso la gente che si attendeva un piccolo passo avanti da parte dei capi religiosi. L’ipocrisia di certi gruppi cattolici aveva cercato comunque di mascherare una sconfitta (la pillola la prende la maggioranza delle donne in età fertile, cattoliche o non) in una conquista dello spirito o di chi sa quale altro componente dell’essere umano.
La posizione di Paolo VI relativa alla “pillola” non è cambiata neanche con Giovanni Paolo II. E non poteva essere altrimenti conoscendo meglio il suo personal advisor Ratzinger!

Per quanto attiene al referendum, il Vaticano si guarda bene dal segnalare che tutto il concetto di fecondazione assistita, è rigettato dal management cattolico. In fondo non è questo il tema del referendum: quindi meglio non parlarne. Ripensando alla pillola, pur essendo questa ben lontana dagli embrioni, è ovvio che sia così.

Oggi, il Vaticano è consapevole del fatto che, senza predicare l’astensione vuoi a livello vescovile-cardinalizio vuoi a livello ancora più alto, la battaglia sarebbe perduta. Quindi è logico correre ai ripari.

Ma esortare all’astensione non significa riconoscere che non si ha più fiducia nei propri figli, figli che ormai non si sentono troppo pecorelle più o meno smarrite?
Non equivale questo comportamento a innalzare bandiera bianca e dichiararsi definitivamente sconfitti?
E se – cosa quanto mai improbabile - gli astensionisti non si astenessero a sufficienza, che figura farebbero i nostri capi religiosi?

Sunday, June 05, 2005

In teleferica a Roma
Perché No?

Allo scopo di evitare il caos del traffico e poter così fornire al consumatore una soluzione idonea (?) di trasporto, a San Paolo, Brasile, hanno introdotto il collegamento aereo (!) tra quartieri molto distanti tra loro.
San Paolo è una megalopoli, Roma non lo è, ma è come se lo fosse. Vogliamo dare insieme un’occhiata ai problemi del traffico?
Recentemente è stata fatta a Roma una piccola indagine statistica conseguendo un risultato spaventoso: Roma ha la più alta densità di autoveicoli al mondo cioè 7 auto ogni dieci persone, vecchietti, lattanti ed extracomunitari compresi. Oltre un milione, forse un milione e mezzo di auto è in sosta permanente, fuori dei garage e dei parcheggi, lungo i marciapiedi in prima seconda terza fila, sui marciapiedi, in mezzo alle piazze, in zona pedonale, davanti agli scivoli per disabili…Aggiungiamo moto, scooter e motorini. Tutto ciò, di preferenza, all’interno del Gran Raccordo Anulare.

Immaginate di fermarvi un istante per guardarvi intorno: un mare d’auto, moto, motorini, TIR, bus, rumore, nervosismo, maleducazione, incidenti più o meno gravi, multe e patenti, punti persi e recuperati, Codacons che difendono automobilisti che si sentono vessati, tante macchine con cipolla blu lampeggiante in testa, vigili urbani che issano bandiera bianca e s’imboscano accuratamente. Ma qui tutti tacciono, siano essi ministri, protettori dell’ambiente, assessori o consiglieri.
Immaginate di muovervi - e lo fate ogni giorno - in mezzo a questo gran casino.

Immaginate di stabilire, facendole persino rispettare, corsie preferenziali per autobus e taxi. Verreste sottoposti a linciaggio, e non solo morale, durante l’esecuzione dei lavori! Peggio ancora al momento dell’esercizio.

Immaginate di cominciare a fare buchi sottoterra per le gallerie di quelle nuove linee metropolitane che verrebbero inaugurate da qualche vostro pronipote. Ogni cento metri un reperto storico, un monumento interrato. Ogni cento metri un intervento del Ministero dei Beni Culturali, delle Belle Arti, di Roma Nostra, dei Verdi.

Immaginate invece delle torri in acciaio, alte dai dieci ai trenta metri. Di queste torri, quelle che fungono da ‘stazione’ sono fornite di macroascensori superveloci. Tutte le torri sono collegate tra loro da funi d’acciaio o, in alternativa, da rotaie sospese a un sistema reticolare.

Immaginate cabine con una cinquantina di passeggeri a bordo, che si muovono appese alle funi o alla rotaia ad una velocità di 30-40 km/h - e questo indipendentemente dal traffico auto ‘sottostante’- con una frequenza di una cabina ogni due-tre minuti. Immaginate le stazioni di scambio in quota. Immaginate di voler raggiungere il centro della città partendo da una zona periferica. In dieci-quindici minuti sareste arrivati.
Sareste in questo caso pronti a rinunciare alle due o tre auto per famiglia? Condannereste l’uso di moto, scooter e motorino?

Dove installare il tutto? Per esempio una bella linea Casal Palocco – EUR – FAO. Un’altra linea lungo il raccordo anulare per collegare tra loro tutti gli insediamenti più periferici. Ancora una linea? Termini – Villa Borghese - Stadio Flaminio - Stadio Olimpico. E si potranno così studiare tanti altri percorsi liberi da auto, moto e motorini.

I tempi di realizzazione? Vogliamo dire dai due ai tre anni? La prefabbricazione delle torri, la fornitura delle cabine della teleferica, degli ascensori, dei cavi e dei sistemi di trazione e controllo, sarebbero affidate a ditte specializzate per esecuzione in stabilimento, quindi senza interferenza con la ‘normale’ vita cittadina. Solamente l’esecuzione delle fondazioni, l’assemblaggio delle torri prefabbricate e la posa dei cavi sarebbero lavori che interferirebbero con la ‘normale’ vita cittadina in aree ben definite e delimitate.

Gli investimenti? Vogliamo dire molto meno di quanto necessario a realizzare corrispondenti linee metro? Vogliamo dire molto meno della metà? Forse meno d’un terzo?

Qualcuno dirà: ma è brutto! Certo che è brutto. Perché è bello il tappeto di auto, moto e motorini e lo smog relativo? Vi sfido a scattare in qualsiasi momento del giorno o della notte la foto d’una qualsivoglia zona monumentale di Roma senza conservare traccia di auto, moto, motorini.
Peggio di così?

Sunday, May 29, 2005

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francopit
L’EUROPA?
raccontatela, se ci riuscite!

Il 25 maggio 2005, nel Centro Studi Americani di Roma è stato presentato il libro di Massimo Teodori “Raccontare l’America”.
Presentatori, commentatori, recensori dell’opera: Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Marco Follini, Galli della Loggia.
Grande successo di pubblico. Purtroppo non c’è stato tempo per un confronto con l’uditorio in quanto c’erano in attesa l’aperitivo e, cosa volutamente e fortunatamente passata sotto silenzio, la diretta televisiva da Istanbul della partita Milan-Liverpool.

I commenti, tutti elogiativi nei confronti dell’opera appena pubblicata, sono stati molto garbati ed hanno accuratamente evitato d’introdurre dibattiti troppo politicizzati, anche se, nei loro interventi, i presentatori hanno lasciato chiaramente trasparire le idee ispiratrici delle rispettive posizioni.
In una sola occasione si è avuta l’impressione che una provocazione sia stata buttata lì, con il solo scopo di animare il dibattito. Ciò è avvenuto quando l’Annunziata ha insistito per elencare tra i fattori che spesso spingono all’antiamericanismo, la forte presenza/interferenza cattolica in Europa e, in particolare, le posizioni di chi di detta religione è sommo gestore. Il commento della nostra Maestra di giornalismo era un commento dovuto in quanto l’argomento non veniva toccato nel libro. L’autore ha chiarito però che il fattore della posizione critica del cattolicesimo nei confronti del liberismo capitalistico ispiratore delle dottrine d’oltre Atlantico, lo aveva già considerato in un’opera da lui pubblicata in precedenza; non aveva perciò ritenuto necessario riprendere l’argomento.

Gli aspetti più strettamente collegati alla storia degli Stati Uniti sono stati commentati dal professor Galli della Loggia.
Quando si parla di storia, cerco di tenermene fuori, a meno di provocazioni, in quanto mi ritengo molto poco preparato sull’argomento. In ogni caso, ho imparato qualcosa di nuovo, quanto meno a livello interpretativo. Infatti, secondo Galli della Loggia, la guerra d’indipendenza degli americani è stata in realtà la prima di due guerre civili: questa prima combattuta per spodestare i sostenitori, ben americani, di sua maestà britannica. Detti sostenitori, rifugiatisi poi nei territori canadesi, avevano lì creato una nuova colonia inglese.
Anche se illustrata in modo quasi ‘naturale’ da uno storico di professione – o forse proprio per questa ragione – non mi sento di sposare questa interpretazione del conflitto combattuto dagli americani. Continuo a considerarla una vera guerra d’indipendenza.

Tutti d’accordo i Nostri sul fatto che l’America, con l’entusiasmo e la fierezza d’un Paese relativamente giovane, ha combattuto delle guerre destinate a stabilire un sì o un no, senza compromessi. Questa circostanza è stata messa in relazione con il fatto che, al contrario dell’Europa, le guerre ‘americane’ non risentivano, né risentono, dei famosi ‘inciuci’ tipici dei bottegai europei. La giovane età dell’America giustificherebbe quindi il fatto che gli Stati Uniti rifuggono dai compromessi nel prendere decisioni, anche se epocali. Leggi: reazioni all’11 settembre. Leggi: attacco all’Iraq. Leggi: sconfitta totale in Vietnam. Un’affermazione del presidente Theodore Roosevelt (lapide all’ingresso del Museo di Storia Naturale di New York) che recita all’incirca ‘meglio la giustizia che la pace’, conferma questo atteggiamento ‘americano’.

Ma attribuire la diversità di comportamento bellico di una ‘Giovane America’ a una mancanza d’esperienza storica non è un po’ troppo semplicistico? Non manifesta piuttosto la cecità, per non dire l’ignoranza, dei Nostri nei confronti della storia dell’Europa?
Quando parliamo di storia d’Europa, siamo sempre portati a pensare all’Impero Romano e alle sue conquiste, a Santa Romana Chiesa, al dominio spagnolo, a Napoleone, all’Impero del Regno Unito.
Ma la storia che noi dobbiamo analizzare per fare una comparazione con quella americana non è questa. La storia americana siamo capaci di studiarla, ‘raccontarla’, analizzarla. Ne vediamo le conquiste e le ‘debacles’, ne conosciamo cause ed effetti. Non conosciamo – o facciamo di tutto per ignorarla - la storia d’Europa.

Questa non comincia duemila anni fa, come i Nostri sostengono; comincia solamente negli anni cinquanta del secolo ventesimo!
L’Europa è perciò di quasi duecento anni più giovane degli USA e, volutamente o per ignoranza, non siamo capaci di sfruttare questa giovinezza.

Quando, quel famoso 4 luglio del 1776, Jefferson e Co. scrissero e firmarono “…that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.” fecero fare all’umanità un passo molto più grande di quello che Armstrong ci fece fare quando sbarcò sulla luna!

Quel 4 luglio l’Europa non l’ha ancora realizzato. Purtroppo non siamo nemmeno capaci di programmarlo con serietà.

Non saremo mai in grado di raccontare l’Europa quando continuiamo a credere e a tentar di far credere di essere noi, gli Europei, quelli con più storia, con più esperienza, con più tradizioni. Lo siamo, o lo siamo stati, solo a livello dei singoli stati e non abbiamo per ora la minima intenzione di contribuire ad un patrimonio comune europeo versando alla cassa queste esperienze e tradizioni. Nel redigere la Costituzione Europea abbiamo discusso a lungo delle radici cristiane dell’Unione pur essendo consapevoli del fatto che queste radici spesso ci dividono piuttosto che unirci.
Il protestantesimo di Stoccolma o di Copenaghen, così come l’ortodossia greca o quella bulgara, non accetteranno mai la dittatura religiosa di Roma. Tra una ventina d’anni, quando l’Islam europeo vanterà pari dignità numerica, l’argomento perderà probabilmente di forza e d’interesse.

E tutto ciò avviene mentre Teodori ci racconta l’America, ci aiuta a capirla, ad apprezzarla, ad amarla.
Ma per lui è stato tutto più facile: dell’America ha studiato ed analizzato la storia unica e vera.

Wednesday, May 18, 2005

La Raccolta Differenziata

Alle ultime elezioni regionali ho votato nella regione in cui risiedo: il Lazio.
A prescindere dai risultati, considerati molto soddisfacenti, insoddisfacenti, catastrofici etc., voglio fare alcune considerazioni relative ai raggruppamenti presentati sui tabelloni posti all’ingresso dei seggi.
Vogliamo dire che i votanti che si presentavano al seggio dovrebbero ancora oggi smaltire l’incazzatura dovuta alla poca considerazione (traduco: presa per i fondelli) da parte degli schieramenti in gara?
Non consideriamo la Mussolini, che ha manifestato in pieno il suo temperamento napoletano con le sceneggiate organizzate a poche ore dal voto. Dimentichiamo la truffa delle firme false. Dimentichiamo anche una lista associata (quadrifoglio, il contrario cioè dell’altra; spiegato mi sono?).
Passiamo direttamente ai raggruppamenti classici: centro-sinistra e centrodestra.
Facciamo l’appello di quelli che sono entrati da poco a far parte dei corsi di recupero voti.
- Pensionati? Presente
- Consumatori? Presente
- Verdi di destra??? Presente
- Trifoglio??? Presente
- Costituente democratica??? Presente

Lo stomaco non mi regge per chiamare due, dico due soli raggruppamenti. Facciamo un appello separato:
- Avanti Lazio Voti 0,1% ??????
- Forza Roma Voti 0,4% ?????
?

che più in basso non si può!
Avrete certo notato che ‘Avanti Lazio’, schierata insieme a ‘Forza Roma’ nell’Ammucchiata di Sinistra, ha ricevuto un numero molto inferiore di consensi. In fondo Di Canio il saluto non l’ha fatto a pugno chiuso!

Siamo, ormai da tempo, entrati nell’epoca dell’ “Italian trash”. Vanno a ruba i DVD dei vecchi film d’Alvaro Vitali, di quelli della maestrina, della professoressa, di coscialunga, di quella …tutta calda; le Lecciso vanno in televisione, Flavia Vento alle elezioni. Era fatale che anche i nomi di Lazio e Roma scendessero in campo.
Certo, diremo noi, ma, visto che Roma e Lazio non stanno brillando particolarmente né dal punto di vista sportivo, né da quello finanziario, non sarebbe stato meglio inventare qualcosa di vincente? Forse il nostro masochismo ne sarebbe uscito frustrato. Probabilmente chi ha votato per Roma e Lazio va anche allo stadio a buttare i fumogeni, a drogarsi con quella dose di tifo – o a torto considerato tale – che permette la sopravvivenza d’un popolo che dal tempo dei vecchi imperatori era stato educato alla sua dose di lenticchie.


Lo volete un suggerimento?
Da tempo – sono almeno dieci anni – viene promossa anche in Italia la raccolta differenziata del ‘trash’, pardon… delle immondizie. Non vi rifugiate dietro la giustificazione promossa dai pigri di corpo e di mente secondo la quale, una volta effettuata la raccolta, tutto viene mescolato insieme perché le attrezzature per il recupero non sono pronte. Questa mentalità è la dimostrazione del famoso “canard de Marseille” (papero di Marsiglia) che si nutriva della sua propria cacca. Per poter mangiare doveva cagare, pardon…defecare. Lavorava quindi a ciclo chiuso. Diamoci da fare: interrompiamo l’anello. Così come vi incoraggio a rispettare strettamente il principio della raccolta differenziata per l’immondizia materiale, applichiamo lo stesso principio all’immondizia morale. Separiamo e ricicliamo quello che è recuperabile e distruggiamo nel modo migliore il vero ‘trash’.

Monday, May 16, 2005

SCETTICISMO


Mi consentano!.. Sono scettico. Lì per lì, non credo a niente di quello che mi vogliono propinare. Studio, analizzo e poi mi pronuncio. Il più delle volte la mia sentenza è: mamma mia, che “storie” del cavolo!
Le “storie” sono di tutti i tipi e di tutti i colori: storie di miracoli, o presunti tali; colloqui più o meno confidenziali con qualche defunto; letture e predizioni del futuro con o senza tarocchi; oroscopi che considero addirittura insultanti, oltre che insulsi; fenomeni paranormali che, normalmente si rivelano essere fenomeni semplicemente paraculeschi.
L’essere umano ha veramente bisogno di questo insieme di “cavolate” per sopravvivere?
Se così fosse sarebbe estremamente triste. E purtroppo lo è in gran parte…o forse in totalità?
Ringraziano con tutto il cuore quelli che traggono vantaggio da questa situazione a spese del pollo che si lascia spennare da maghi, veggenti, medium, guaritori ed altri frescacciari.

Mi consentano!.. Non sono solo scettico; sono anche sospettoso. Una volta posta la questione del “dubbio” o anche della “certezza” sul modo di agire delle schiere di venditori di fregnacce, penso ai vantaggi che ne traggono. Chiari e immediati quelli della parcella; altrettanto chiari quelli dei telefoni a scatto. Non avendo mai partecipato a sedute spiritiche non so se, e nel caso quanto, si paga per avere un medium di buona qualità. Non so neanche se la partecipazione a sedute spiritiche possa portare vantaggi politici ed elettorali. Economici certamente sì per il medium (o più in generale la medium?)
So solo che, se fossi stato un capetto qualificato ed autorizzato di CC, PS o GdF avrei fermato immediatamente e torchiato per ore, giorni, settimane, il gruppetto di “Gradoli”. Non sono certo che avrei potuto salvare la vita di Moro, ma avrei probabilmente potuto accertare la fonte della notizia e il coinvolgimento di chi questa informazione l’ha fornita. Sembra, naturalmente ad anni di distanza, che una persona informata dei fatti, nel senso di persona avente rapporto con BR o mandanti, abbia buttato lì sul piattino semovente la “strana” informazione.
Ma se io mi fossi chiamato Cossiga, avrei inventato nel ’78, cioè con qualche anno d’anticipo, il sistema “mani pulite”, ovvero ‘tutti dentro finché non parlate’.

Mi consentano!..Provo un profondo senso di sconforto. In quel tempo (1977-1978) bazzicavo dalle parti di Mosca, URSS. Mosca era, per definizione, il trampolino di lancio di politici, sindacalisti, giornalisti, editorialisti, mestatori, spie di secondo o terzo livello (quelle di primo non servivano più dato che la temperatura della guerra fredda si stava pian piano rialzando), procacciatori d’affari, banchieri veri, banchieri falsi, venditori di prodotti proibiti ma tollerati (ad esempio: mobili per ufficio senza zampe di leone, maioliche di Sassuolo, macchinette per l’espresso, sci ed attrezzature connesse; libri mai!) e tipi come il sottoscritto che si occupavano della fornitura d’impianti industriali a vari ministeri. (curiosità: il ministero dell’aeronautica si occupava anche delle pentole per la cucina; l’alluminio è in fondo l’alluminio!)
In Ambasciata, alla Camera di Commercio Italo-Sovietica della Uliza Vesnina, negli alberghi per stranieri, a casa di qualche diplomatico, al teatro, si incontravano i personaggi più interessanti, vuoi italiani che corteggiatori politico-commerciali del nostro paese. Una sera, nella grande sala del Cremlino, mi sono trovato seduto accanto a Luciano Lama che si stava godendo in tutta tranquillità un bellissimo spettacolo di balletto. Al suo seguito un paio di persone. In complesso una serata molto piacevole.
Un’altra sera, a casa d’un diplomatico italiano, ho incontrato uno di quei politici che - a quel tempo all’inizio della sua carriera - avrebbe fatto molta strada. Silenzioso, timido, introverso. Così l’ho giudicato. La sua conversazione si limitava al classico borbottio con accento emiliano, spesso indecifrabile, che tuttora lo contraddistingue. Quella sera, oltre al sullodato, a casa del diplomatico c’erano la prima ballerina dell’Opera di Roma, reduce da un concorso al Bolshoi, il Presidente e l’Amministratore Delegato della ditta per cui lavoravo all’epoca, il Direttore Generale d’una banca d’affari azionista della società, un paio d’altre persone di cui non ricordo né nome né qualifica e, ovviamente, i padroni di casa. Dimenticavo: c’era anche la Signora Galina Oborina, mia consulente per l’URSS, classificata tra le spie del KGB nel dossier Mitrokhin. Lo confesso, in tutta verità la signora Oborina era un tipo pericolosissimo. Infatti, ha tentato per ben due volte di farmi leggere la sua tesi di dottorato all’Accademia delle Scienze di Mosca dal titolo “L’economia di San Marino dopo la seconda guerra mondiale” naturalmente in russo. Ha dovuto rassegnarsi davanti all’eroismo italiano: ho rifiutato ambedue le volte.
Durante tutta la serata “il nostro” avrà detto una trentina di parole. I “miei tre”, più la “spia del KGB secondo Mitrokhin”, hanno fatto una figuraccia presentandosi con trenta minuti di ritardo. Hanno dialogato molto poco con “il nostro”, anche se non credo assolutamente che “i miei tre big” ignorassero le funzioni di Prodi nell’allora maggioranza. La “spia” poi avrebbe dovuto conoscerne anche il numero delle scarpe e quello della camicia.
Qualche settimana più tardi: Gradoli, ovvero la famosa seduta spiritica. Quanta bella pubblicità gratuita! Ma chi ha tirato fuori questo individuo dal cappello? Non ricordo mai se fosse lui alunno di Andreatta o viceversa: la prima c’hai detto, credo. Una cosa è certa: poche parole ma molte idee…fisse, dirà qualcuno, chiare aggiungo io. Sistemata la politica economica personale e statale con il commercio dell’ovvio e la vendita a prezzi di realizzo delle industrie IRI, Prodi comincia a lavorare ad un progetto di compromesso “politico”, visto che quello “storico” portava un po’ sfiga. Gli ingredienti: l’idea politica di Moro, ma ridimensionata adottando un rosso lavato e addirittura trattato con la candeggina. Contorni: un certo numero di vegetali, dalla quercia all’ulivo, alla margherita, al girasole. Le falci e i martelli vengono rigorosamente relegati sullo sfondo, così come le compromesse croci Libertas.

Pensierino interruttivo - che simbolo strano la croce!
· Latina o greca è diventata simbolo d’amore e di pace…per tutti, tranne che per gli ex democristiani;
· di Santandrea, oltre al santo che l’ha collaudata, regge strutture e palazzi;
· di Lorena, “vive la France, vive la République”;
· uncinata, qualche guaio l’ha combinato;
· celtica, di guai vorrebbe combinarne tanti, soprattutto negli stadi e nel cervello dei giovani;
· altre croci, che croci più non sono (ad esempio la Z barrata) non si capisce che cosa vogliono; – speriamo bene.
Chiusa l’interruzione.

Ritornando a Prodi, si scopre quindi un programma politico. Non credo sia stato capito dai più, in quanto sembra più il prodotto d’un bussolotto per dadi in cui tutti hanno infilato qualcosa. L’unica cosa chiara è: nell’Europa, zoppicanti, ma ci siamo; ora entriamo nell’Euro. Il costo? Solo un’eurotassa e passa la paura!
E’ vero. Non è andato tutto così liscio, ma finché regge il mondo vegetale la speranza non crolla. Tanto è vero che l’ammucchiata Prodi ci si ripresenta oggi, sempre forte del suo contorno di verdure.

Mi consentano!..Mi lascio trasportare dal cuore. Certo! Ché se aspettiamo gli altri…di trasporti...
Sì, proprio i trasporti! Da dove cominciamo? Ce lo consentirà il Luca nazionale? Gli Agnelli preferivano che non se ne parlasse troppo. Bastava la gomma. Treni? Metro? Navi e traghetti? Sono forse tornati di moda? Ho sentito addirittura un “margherita” che si è lanciato in un’apologia delle “autostrade del mare”. Franceschini! Oh Franceschini! Qui siamo davanti a un chiaro “patent infringement”. Le autostrade del mare le aveva inventate Berlusconi. E’ vero che finora non le ha realizzate, ma il brevetto è suo. Un pensierino vale ben la pena di farlo su questo argomento.
Se io fossi Lunardi, passerei la domenica a distribuire chiodi a tre punte sulle strade. Così la gente comincerebbe a perdere un po’ dell’interesse mostrato negli ultimi sessanta anni per le quattro e le due ruote. Vi rendete conto che in Italia ci sono persone con due auto (o anche più di due), una moto e forse anche un motorino? Il primo che dice dove dovrebbero mettersi tutto quell’armamentario…verrà impiccato al pennone più alto. Così diceva Morgan per combattere il turpiloquio della ciurma.
Ma vi rendete conto che la motorizzazione in Italia ha raggiunto e superato il 60 percento della popolazione? Sia ben chiaro! Nella popolazione vengono calcolati anche i neonati ed i centenari, gli extracomunitari in regola e i clandestini. Vogliamo dire quaranta milioni di auto, camion, motocicli e motorini?
Vi rendete conto del fatto che una grossa percentuale dei TIR non rispetta le velocità massime consentite?
Vi rendete conto del fatto che la totalità dei due ruote non rispetta le regole del traffico? Vi rendete conto del fatto che di questo fenomeno i vigili urbani di tutta Italia se ne strabattono? Che forse essi stessi ignorano che è vietato fare lo slalom tra le auto ferme a un semaforo per guadagnare la prima fila? Che è vietato viaggiare sulle corsie d’emergenza? Che il divieto del cellulare vale anche per loro? Che si dovrebbero sbattere in galera tutti coloro che, coinvolti nella catena di fabbricazione e distribuzione dei motorini, mettono in mano a ragazzini macchinette varie che, una volta eliminati i vari blocchi, fanno gli ottanta all’ora?

Mi consentano!..Sono diventato euroscettico. Ero certo che la gente avrebbe capito, che avrebbe cominciato a considerare l’Europa come casa propria, che avrebbe cercato lavoro a mille o duemila chilometri da casa, che avrebbe cominciato a mangiare persino i krauti. Ero certo che la gente avrebbe voluto mescolarsi con gli altri, scambiare usi e costumi, soprattutto smettere di pensare come il provinciale che arriva nella grande città. Ero certo che dalla firma del Trattato di Roma fino ai giorni nostri qualche cosa aveva cominciato a germogliare; che i nostri figli s’interessassero perfino al hockey su prato abbandonando per qualche ora l’amato pallone; che i politici membri del Parlamento Europeo e della Commissione Europea europeizzassero un tantino mentalità e procedure piuttosto che travasare nelle “direttive” il pensiero e le consuetudini dei membri più forti. Ero certo che l’Europa a venticinque avesse più aspirazioni federative, e soprattutto, che si desse da fare per costituire dei melting pot rimasti, ahimé, sulla carta. In particolare, in Italia si litiga ancora sulla devolution, sui poteri alle regioni, sull’organizzazione locale dimenticando che tutto il nostro Paese vale quanto uno degli Stati degli USA, niente di più. Lo stesso dicasi per gli altri componenti d’Europa.
Andate su Internet e cercate il sito dell’Europa. Tutto è scritto ed è leggibile in almeno 22 lingue (Germania ed Austria parlano la stessa lingua; lo stesso dicasi per Grecia e Cipro – quella non turca -;
e probabilmente, non ricordo con certezza, forse anche cechi e slovacchi). Ai tempi della vituperata URSS, le lingue “sovietiche” erano un’infinità, ma tutte le repubbliche avevano in comune il russo. E questo traguardo l’avevano raggiunto molto rapidamente; forse, tra zar e rivoluzionari, anche ‘forzatamente’.
Ormai a cinquanta anni dal Trattato di Roma, siamo ancora ben lontani da un qualsiasi traguardo. L’URSS aveva fatto a tempo a nascere, bene o male a vivere, cominciare a morire; il tutto in settanta soli anni. Noi stiamo ancora pensando che forse un qualche ministro in comune dovremmo averlo, che un esercito tipo NATO “stona” nel contesto, ma che due eserciti distinti sarebbero veramente un po’ troppi. La Commissione Europea dice peste e corna d’Israele, gli altri Paesi decidano secondo coscienza. Sembra un referendum abrogativo organizzato dai Radicali. La banca Centrale Europea ha praticamente rimpiazzato tutte le banche centrali dei Paesi membri. La Banca d’Italia conserva migliaia di dipendenti che non si sa cosa debbano fare esattamente. Una società italiana voleva metter le mani sulle acque minerali francesi: anatema! Poi i francesi, giustamente più forti, si sono accaparrati grandi marche d’acqua minerale ed analcolici italiani. Non parliamo delle liti sulle banche! Negli USA l’incazzatura banche c’è stata solamente quando c’era Sindona a farle fallire! Da noi: OPA non OPA, veti non veti, cordate naturali e artificiali. Sarà un caso, ma le banche attualmente più scalate, coccolate, opate o opsate sono quelle o loro derivati(certamente una coincidenza, dato che oggi non sono più uguali a se stesse) che nel passato sono state le più chiacchierate (Saddam Hussein, Nerio Nesi, Drogoul da una parte, Calvi, IOR, Marcinkus, Gelli, Sindona etc. dall’altra).
L’atteggiamento della Banca d’Italia riflette una mentalità molto ma molto conservatrice. Questa è la stessa mentalità che si riscontra in molti giovani: “Dateci il lavoro nella nostra città: vogliamo restare da mammà.“
A questo proposito bisogna ricordare che là dove la Costituzione Italiana recita “…repubblica basata sul lavoro” non vuol dire che debbano portarci il lavoro a casa nostra. Significa anche e soprattutto che dobbiamo farci un bel mazzo per costruire e mantenere uno Stato. Figuriamoci l’Europa!
Partite! Conquistate l’Europa con il vostro lavoro così come i nostri antenati hanno conquistato Paesi lontani. La grande differenza è che l’Europa non è terra d’emigrazione: è casa nostra. Ma già non ci credo più.