why should I lie?

why should I lie?

Thursday, June 16, 2005

ITALIA
EUROPA
Chi comanda?

Italia

Mussolini aveva capito molto per tempo che, senza il placet dei cattolici, era impossibile gestire un paese come l’Italia.
Lo hanno capito anche i comunisti che nel ’48 hanno accettato senza troppe proteste sia le propagande vescovili che i brogli elettorali più o meno evidenti.
Lo hanno capito evidentemente tutti i democristiani che si sono alternati al governo del paese per una trentina d’anni. De Gasperi, Fanfani, Andreotti ne sono un esempio.
Non lo aveva capito bene Aldo Moro che ha tentato, in un momento non ancora maturo, il colpo di coda del compromesso storico. E’ finito molto, ma molto male.
Non lo aveva capito bene Craxi. Non ha fatto una bella fine neanche lui, anche se, fortunatamente per tutti, in modo del tutto incruento.
I governanti del periodo post mani pulite hanno immediatamente applicato la legge del “buon” governo basato sul placet del Vaticano, ovviamente con tutti i “distinguo” che vedremo più avanti. Certamente tutto ciò ha imposto ad alcuni la ricostruzione d’una verginità perduta parzialmente o totalmente durante i primi ottanta anni del 1900.
I fascisti del MSI, coscienti del fatto che, non solo nei confronti del popolo bensì anche nei confronti del Vaticano, Mussolini e le sue idee socio-centraliste avevano fatto il loro tempo, si sono affrettati a diventare dei centristi-liberaloidi a denti stretti. Il famoso congresso di Fiuggi ha segnato il punto del cambiamento, certamente positivo, non solo perché sotterrava quasi completamente il socialismo nero, ma anche e soprattutto perché così spiazzava la Lega spingendola a rappresentare “gli intransigenti” d’Italia. Complimenti a G.Fini!
I comunisti del PCI, passando attraverso una variegata mostra di vegetali, sono riusciti a creare un mostro che, ancor oggi, non riesce a far dimenticare completamente i tempi in cui, ispirati da Stalin, “mangiavano i bambini”.
C’è voluto del tempo. C’è voluto anche il connubio con un folto gruppo d’ex democristiani di sinistra e di socialisti per creare le premesse per la presentazione al tempio della creatura pluricefala, che chiameremo “cattocomunismo”, frutto, non dell’amore ma della convenienza, a valle della fuitina programmata da Berlinguer e da Moro, ma realizzata da Occhetto, D’Alema, Scalfaro, Mancino, Martinazzoli, De Mita, Rosy Bindi.
Andreotti non ha partecipato in prima persona a tutto questo bailamme un po’ per raggiunti limiti d’età e un po’ perché aveva altre rogne da grattarsi.
Ma coloro che hanno colto i frutti più appetitosi di questo vegetale multifunzioni sono stati, come ben noto a tutti, in primo luogo Prodi, alias “il Professore”, quindi Rutelli, altrimenti detto “er piacione”.
E gli ex comunisti veramente trinariciuti? Alcuni vivono di ricordi, leggi Cossutta & Co.; altri, più attivi, come Bertinotti & Co., sognano di ripristinare in Italia le condizioni una volta favorevoli alla vera lotta di classe quali la “grande” industria metalmeccanica e chimica.
Senza idee, queste sono tramontate: la prima in seguito ad una gestione che dir pessima è dir poco, la seconda per mancanza di ricerca e di materie prime a costi accessibili.
La felice combinazione di papi schierati contro il liberismo capitalistico di stile americano – ma lo IOR allora? – con la situazione di relativa calma politica creatasi con il crollo dell’URSS, ha fatto sì che il potpourri - soprattutto pourri - contenente l’assortimento di vegetali creato dall’inventiva dei sinistro-centristi o centro-sinistrorsi che dir si voglia, fosse ben accetto alle autorità vaticane. Qualche distinguo era certamente d’obbligo: la “teologia della liberazione” somiglia troppo al marxismo. Modelliamola quindi ad uso e consumo dei diseredati italiani e catalizziamo la nascita e la sopravvivenza di ONG - perché ONG e non servizi di Stato? - che evitino infiltrazioni di movimenti diversi da quelli benedetti ed accettati dal Vaticano.
Il centro-destra non è da meno. Superata l’impasse iniziale del 1994-96 quando, quasi masochisticamente, aveva provocato il sollevamento contro i “liberali” di tutti i movimenti cattocomunisti benedetti, non solo dal Vaticano, ma anche dal suo principale sostenitore in Italia Oscar Luigi Scalfaro, il centro-destra è tornato in forze al governo nel 2001. Questa volta la chiave del successo consisteva nell’opportuna leva esercitata sul borghese, sul cattolico, sull’italiano tipicamente incazzato.
Il Vaticano ha adottato nei confronti di questo equivoco schieramento l’atteggiamento del “wait and see”. Quindi, una volta accertato che il governo amava profondamente i principi liberisti della Tatcher, di Bush, del quasi-no-labour Blair, ha deciso di boicottare in pieno il berlusconismo. Schiavo del liberismo, il centro-destra non si conformava allo spirito evangelico predicato dalla Conferenza Episcopale Italiana e propagandato da Avvenire e Osservatore Romano. A poco è valsa la legge sulla procreazione assistita, la famosa legge 40, che predica – e continua a predicare a valle del fallimentare referendum abrogativo – principi pseudo cattolici. Al proposito si ricordi che il cardinale Scola, patriarca di Venezia, ha dichiarato in un’intervista televisiva a Gad Lerner (L’Infedele ultimo numero della stagione) che l’unica modalità di procreazione prevista ed accettata dalla Chiesa è la conoscenza cosiddetta “biblica”, chiamata anche copula o sveltina. A questo punto la CEI che già aveva cominciato a muovere i suoi pezzi da novanta all’interno della coalizione governativa tentando con ogni mezzo di far crollare un sistema ai suoi occhi condannabile dal punto di vista sociale e morale, ha dovuto accontentarsi, almeno temporaneamente, del successo referendario che ha lasciato in vita una legge che regola comunque principi ed attività contrari alla dottrina della Chiesa.
Ha evitato però d’insistere sull’argomento dato che, in occasione del referendum, il suo nemico no.1 di oggi ovvero il liberismo del centro destra, in parte per convinzione e in parte per opportunismo, si era schierato con i cattolici. D’altra parte, un gran numero dei cattocomunisti, ovvero la maggioranza dei sì, s’era schierata contro la raccomandazione dei vescovi. Dunque, meglio sorvolare, altrimenti ci incasiniamo!
Che conclusioni possiamo trarre da questa analisi?
E’ storicamente provato che se si vuole governare un Paese come l’Italia, senza inviare Lamarmora e i suoi bersaglieri – un bravo dal cuore! - il gestore, scelto dal popolo a sinistra al centro o a destra, dovrà preventivamente ottenere il placet, tacito o dichiarato del Vaticano.
Altrimenti?…altrimenti si dovranno affrontare Complicazioni-Etico-Ideologiche…leggi CEI!


Europa

“Una volta c’erano dei politici veri ma un po’ idealisti, che avevano capito tante cose e avevano perciò deciso di fondare un Paese che si chiamava Europa. Pensate, cari nipotini, che si erano illusi di mettere insieme tanta gente - quasi mezzo miliardo di persone - per farle vivere in armonia e con amore per l’interesse comune. Questa cosa avrebbe spinto a dimenticare le beghe dei singoli territori componenti l’Unione, e con l’unità dei programmi avrebbe sviluppato sempre più il benessere di tutti.”
“Che bello, nonno! Come continua la storia?”
“Sapete che non me la ricordo? E’ successo un tal casino che ora, a così pochi anni di distanza mi è difficile ricostruire i fatti. Ma forse con un po’ d’ordine…Sì, proprio così. Innanzi tutto non s’è capito molto bene chi dovesse comandare il Paese. C’era chi credeva che il tutto stesse nelle mani d’un certo Consiglio d’Europa. C’era anche un Parlamento Europeo, che stava da un’altra parte. C’erano anche un mucchio di altri uffici sparpagliati un po’ dappertutto nel Paese. Pensate! Anche un ufficio a Parma per occuparsi di lasagne e tortellini!
C’erano però anche quelli che sostenevano che questa Europa dovesse essere trainata da una coppia di vecchi marpioni, Germania e Francia, che in altri tempi, avevano fatto di tutto per scannarsi tra di loro. A questo punto però la Gran Bretagna, che in quanto a paraculaggine, pardon…agilità mentale…non è seconda a nessuno, pur non conoscendo assolutamente Oscar Luigi, personaggio tipicamente italiano, ha dichiarato “Non ci stò! No. Non ci stò!”
“E allora cos’è successo nonno?”
“Sapete che non l’ho mai capito? Ricordo solo che, dopo cinquant’anni dai primi convegni d’amore, hanno provato addirittura a fare una Costituzione, un po’ raffazzonata, è vero, ma pur sempre una Costituzione. Vedete. Forse in quel momento esatto, era il 2004, invece della Costituzione all’Europa avrebbero dovuto somministrare più un Ricostituente.”
“Perché nonno? L’Europa non stava bene? Aveva qualche malattia tipo la rosolia?”
“Sì. Possiamo anche dire così. Solo che più che la rosolia deve aver avuto un rigurgito di rossolia. Il parlamento che per anni aveva avuto una tendenza a cedere alle tentazioni del liberismo capitalistico si è trovato, quasi per incanto invaso da personaggi pronti a mettere in discussione molto di quello che era già stato fatto.”
“Ma allora, nonno raccontaci, qualcosa funzionava già?”
“Certo! Avevano già stabilito gli standard dei cetrioli e dei pisellini primavera. Avevano forse dimenticato di stabilirne il prezzo in Euro tanto che poi la gente non sapeva se stesse comprando uno yacht o un chilo di piselli, ma si apprestavano a varare misure più importanti anche in altri settori che ora non ricordo. Bruscamente invece il Parlamento Europeo si è popolato d’individui d’origine giornalistica che hanno voluto discutere di problemi sociali, di terzomondo, di extracomunitari e baggianate del genere! Hanno provocato un tale caos che un po’ di regioni del Paese hanno deciso di non approvare la famosa Costituzione. Pensate! L’hanno bocciata con un referendum, anche se quelli che hanno votato sì o no non avevano mai letto quello splendido documento pubblicato in oltre venti lingue diverse.”
“E allora che cosa è successo? E’ arrivata la fatina buona? E il principe azzurro? Racconta nonno, racconta!”
“Certo. Camilla e il principe Carlo hanno invaso le TV di tutto il mondo per mesi e mesi. Poi si è sparsa la voce che la fatina tutto quello che toccava lo trasformava in…beh lasciamo perdere…e allora l’Europa ha preferito continuare a vivacchiare da Cenerentola. Il guaio è che il Lupo Cattivo dagli occhi a mandorla è arrivato ed ha cominciato a ricoprire Cappuccetto Rosso di stoffe colorate, di scarpe di marca e di Solex da polso! Ora aspettiamo che arrivi il Cacciatore per salvare Cappuccetto Rosso. Toh…vi siete addormentati? Ma siamo solo nel 2025 ! Se fate così non arriverete mai a vedere l’Europa!”

Wednesday, June 08, 2005

BANDIERA BIANCA

Il Vaticano ha fatto i suoi calcoli.
Il referendum “italiano(?)” sull’abrogazione di uno-a-quattro articoli della legge 40, legge che regola la fecondazione assistita, qualora si svolgesse in piena libertà di coscienza e senza interferenze dedicate unicamente a far mancare il quorum, darebbe certamente un risultato favorevole ai sì. Lo sappiamo tutti. L’italiano ormai è solamente cattolico “all’incirca”. Si è abituato a vivere con divorzio, anticoncezionali, aborto etc. Per nessuna ragione rinuncerebbe a quelle che, così come in tutti i Paesi del mondo, si chiamano conquiste civili.
La “Humanae Vitae” di Paolo VI aveva solamente deluso la gente che si attendeva un piccolo passo avanti da parte dei capi religiosi. L’ipocrisia di certi gruppi cattolici aveva cercato comunque di mascherare una sconfitta (la pillola la prende la maggioranza delle donne in età fertile, cattoliche o non) in una conquista dello spirito o di chi sa quale altro componente dell’essere umano.
La posizione di Paolo VI relativa alla “pillola” non è cambiata neanche con Giovanni Paolo II. E non poteva essere altrimenti conoscendo meglio il suo personal advisor Ratzinger!

Per quanto attiene al referendum, il Vaticano si guarda bene dal segnalare che tutto il concetto di fecondazione assistita, è rigettato dal management cattolico. In fondo non è questo il tema del referendum: quindi meglio non parlarne. Ripensando alla pillola, pur essendo questa ben lontana dagli embrioni, è ovvio che sia così.

Oggi, il Vaticano è consapevole del fatto che, senza predicare l’astensione vuoi a livello vescovile-cardinalizio vuoi a livello ancora più alto, la battaglia sarebbe perduta. Quindi è logico correre ai ripari.

Ma esortare all’astensione non significa riconoscere che non si ha più fiducia nei propri figli, figli che ormai non si sentono troppo pecorelle più o meno smarrite?
Non equivale questo comportamento a innalzare bandiera bianca e dichiararsi definitivamente sconfitti?
E se – cosa quanto mai improbabile - gli astensionisti non si astenessero a sufficienza, che figura farebbero i nostri capi religiosi?

Sunday, June 05, 2005

In teleferica a Roma
Perché No?

Allo scopo di evitare il caos del traffico e poter così fornire al consumatore una soluzione idonea (?) di trasporto, a San Paolo, Brasile, hanno introdotto il collegamento aereo (!) tra quartieri molto distanti tra loro.
San Paolo è una megalopoli, Roma non lo è, ma è come se lo fosse. Vogliamo dare insieme un’occhiata ai problemi del traffico?
Recentemente è stata fatta a Roma una piccola indagine statistica conseguendo un risultato spaventoso: Roma ha la più alta densità di autoveicoli al mondo cioè 7 auto ogni dieci persone, vecchietti, lattanti ed extracomunitari compresi. Oltre un milione, forse un milione e mezzo di auto è in sosta permanente, fuori dei garage e dei parcheggi, lungo i marciapiedi in prima seconda terza fila, sui marciapiedi, in mezzo alle piazze, in zona pedonale, davanti agli scivoli per disabili…Aggiungiamo moto, scooter e motorini. Tutto ciò, di preferenza, all’interno del Gran Raccordo Anulare.

Immaginate di fermarvi un istante per guardarvi intorno: un mare d’auto, moto, motorini, TIR, bus, rumore, nervosismo, maleducazione, incidenti più o meno gravi, multe e patenti, punti persi e recuperati, Codacons che difendono automobilisti che si sentono vessati, tante macchine con cipolla blu lampeggiante in testa, vigili urbani che issano bandiera bianca e s’imboscano accuratamente. Ma qui tutti tacciono, siano essi ministri, protettori dell’ambiente, assessori o consiglieri.
Immaginate di muovervi - e lo fate ogni giorno - in mezzo a questo gran casino.

Immaginate di stabilire, facendole persino rispettare, corsie preferenziali per autobus e taxi. Verreste sottoposti a linciaggio, e non solo morale, durante l’esecuzione dei lavori! Peggio ancora al momento dell’esercizio.

Immaginate di cominciare a fare buchi sottoterra per le gallerie di quelle nuove linee metropolitane che verrebbero inaugurate da qualche vostro pronipote. Ogni cento metri un reperto storico, un monumento interrato. Ogni cento metri un intervento del Ministero dei Beni Culturali, delle Belle Arti, di Roma Nostra, dei Verdi.

Immaginate invece delle torri in acciaio, alte dai dieci ai trenta metri. Di queste torri, quelle che fungono da ‘stazione’ sono fornite di macroascensori superveloci. Tutte le torri sono collegate tra loro da funi d’acciaio o, in alternativa, da rotaie sospese a un sistema reticolare.

Immaginate cabine con una cinquantina di passeggeri a bordo, che si muovono appese alle funi o alla rotaia ad una velocità di 30-40 km/h - e questo indipendentemente dal traffico auto ‘sottostante’- con una frequenza di una cabina ogni due-tre minuti. Immaginate le stazioni di scambio in quota. Immaginate di voler raggiungere il centro della città partendo da una zona periferica. In dieci-quindici minuti sareste arrivati.
Sareste in questo caso pronti a rinunciare alle due o tre auto per famiglia? Condannereste l’uso di moto, scooter e motorino?

Dove installare il tutto? Per esempio una bella linea Casal Palocco – EUR – FAO. Un’altra linea lungo il raccordo anulare per collegare tra loro tutti gli insediamenti più periferici. Ancora una linea? Termini – Villa Borghese - Stadio Flaminio - Stadio Olimpico. E si potranno così studiare tanti altri percorsi liberi da auto, moto e motorini.

I tempi di realizzazione? Vogliamo dire dai due ai tre anni? La prefabbricazione delle torri, la fornitura delle cabine della teleferica, degli ascensori, dei cavi e dei sistemi di trazione e controllo, sarebbero affidate a ditte specializzate per esecuzione in stabilimento, quindi senza interferenza con la ‘normale’ vita cittadina. Solamente l’esecuzione delle fondazioni, l’assemblaggio delle torri prefabbricate e la posa dei cavi sarebbero lavori che interferirebbero con la ‘normale’ vita cittadina in aree ben definite e delimitate.

Gli investimenti? Vogliamo dire molto meno di quanto necessario a realizzare corrispondenti linee metro? Vogliamo dire molto meno della metà? Forse meno d’un terzo?

Qualcuno dirà: ma è brutto! Certo che è brutto. Perché è bello il tappeto di auto, moto e motorini e lo smog relativo? Vi sfido a scattare in qualsiasi momento del giorno o della notte la foto d’una qualsivoglia zona monumentale di Roma senza conservare traccia di auto, moto, motorini.
Peggio di così?