why should I lie?

why should I lie?

Tuesday, December 21, 2010

Ho letto solo il titolo
mi è bastato.
Il titolo giusto sarebbe:
"Per difendere un blindato della Polizia spacca la testa a un quindicenne!"
Possiamo definire Repubblica "la Fabbrica degli Eroi" con casco o senza.

Tuesday, December 14, 2010

IL DIS.ORDINE DEI GIORNALISTI

Colui che ha avuto la triste idea di introdurre il concetto di Ordine dei Giornalisti ha probabilmente pensato che un giornalista potrebbe esercitare un'influenza determinante sulla psiche del lettore.
Già questo concetto deve indurci alla ribellione.
Infatti, l'ipotesi che un giornalista abbia, nei confronti del suo "cliente", una capacità e una responsabilità simile a quella d'un medico o d'un ingegnere, implicherebbe che il cliente stesso ha un cervello idoneo solamente a immagazzinare input dall'esterno senza farne oggetto d'un minimo di ragionamento e di critica.
Ci offendiamo subito e ci ribelliamo dopo o facciamo le due cose in contemporanea?
A prescindere da Conchita, che si trova a dover dirigere un giornale di ex partito, giornale fallito più volte, ma che continua a vegetare in profondo rosso, gli altri si mascherano in generale da quotidiani indipendenti.
E' facile smascherare "Il Giornale" in quanto risulta di proprietà di tale Paolo Berlusconi. I suoi giornalisti difendono a spada tratta la politica, l'armi e gli amori del Silvio nazionale.
Altrettanto facile è ricondurre "La Stampa" alla famiglia Agnelli della quale costituiscono il braccio grafopsicologico.
Più complicato è invece il processo necessario a stabilire il collegamento tra "La Repubblica" e il suo legittimo proprietario/timoniere, i.e. l'ing.Carlo De Benedetti.
In prima battuta, l'analista tenderebbe a fermarsi al livello del fondatore Eugenio Scalfari, individuo più ruspante, se paragonato all'ultramiliardario italo-svizzero, ma certamente più creativo e critico.
Analizzando l'impostazione degli articoli concepiti, redatti e pubblicati dai giornalisti di questo quotidiano, lo sguardo va automaticamente alla testata. Ci si aspetterebbe di vedere, ben virgolettato "proletari di tutto il mondo unitevi!" ...e invece niente! Ci si spaccia quasi per borghesi.

Il mistero diventa più profondo nel caso del Corriere della Sera.
Pur prescindendo dall'impostazione antiberlusconiana data a questo quotidiano dall'ex direttore Mieli, si rileva una deriva sistematica rispetto alla tradizione borghese del quotidiano. Spesso compaiono in TV giornalisti del Corriere, chiaramente borghesi nell'aspetto e nel comportamento.
Questi però, a valle dei discorsi da borghesi benpensanti, sciorinano opinioni da Manifesto. Indossino almeno la sciarpetta palestinese tipica dei contestatori!
Al Corriere compaiono e scompaiono direttori responsabili.
Nominati da? RCS è un drago a molte zampe e tante teste. Risulta quindi impossibile identificare colui o coloro che in un determinato momento ispirano certe colorazioni.
E visto che si parla di Manifesto, conviene sottolineare il fatto che, oggi come oggi, questo quotidiano ricorda quasi un giornale parrocchiale se messo a confronto con "Il Fatto Quotidiano".

E siamo a "Libero". Libero lo è probabilmente. Di esprimere opinioni molto soggettive, poco oggettive, spesso condivisibili con quel viso da Sfinge del suo direttore.

Dimentichiamo la miriade di altri quotidiani: dalla Padania al Sole 24 ore, dal Roma al Messaggero, dal Secolo al Piccolo etc.etc.
Non ci troviamo per caso di fronte ad un'agenzia di collocamento?
I giornalisti "col timbro" sono già decine di migliaia: Figuriamoci se si lasciasse libero accesso ai freelance senza imprimatur!
Già un colpo pesantissimo è stato assestato da Metro, Leggo, City etc. Come difendere la categoria? Ordine nel disordine, è la risposta.
Ma, a difesa dei consumatori d'inchiostro stampato, non pensiamo di dover sottolineare il fatto che i lettori sono, in generale, forniti d'uno strumento chiamato cervello, strumento che ci permette di difenderci dalle frescacce che molti di quelli "col timbro" tentano sistematicamente di propinarci?.
Non credo spetti al presidente dell'Ordine (e del disordine) proteggere la nostra mente ingenua e verginella. Ho il sospetto che lo scopo dell'azione del Sig. Presidente dell' Ordine sia quello di proteggere il posto di lavoro di coloro che, pur noncuranti del disordine creato, una quota associativa all'Ordine la pagano.

Friday, December 10, 2010

IL SOGNO DIVENTA REALTA'

Immaginate una città di 4-5 milioni di abitanti e immaginate pure un sistema di treni ad alta velocità che collegano questa città ad altri insediamenti di pari importanza. La velocità di questi treni è tale per cui si possono percorrere circa 500 km in meno di tre ore. Non male, diremo noi. Ma se analizziamo come il tempo di percorrenza viene impiegato troviamo che, quando la stazione di arrivo è una stazione di testa, sono necessari almeno cinque-sei minuti per l'avvicinamento e la fermata del convoglio.
Questo è il caso della stazione Termini di Roma.
Per risolvere nel modo migliore il problema qualcuno ha a suo tempo pensato:

a-spostiamo la stazione principale da Termini a Tiburtino. Questa non presenta i problemi e le difficoltà d'una stazione di testa come Termini che per di più è ubicata al centro della città. E' vero: la stazione Tiburtina dovrà essere ampliata e completamente ristrutturata.

b-trasformiamo Termini in un grande shopping mall fornito di parcheggi a silo ricavabili nell'area attualmente occupata da parte dei binari. A Termini resteranno esclusivamente i collegamenti regionali e quello con l'aeroporto.

c-installiamo tre o quattro linee parallele di metro diretto Termini-Tiburtina con frequenza delle partenze simile a quella delle linee di collegamento tra corpo centrale e satelliti di un qualsiasi aeroporto.

Dopodiché pensiamo al futuro.

[Questo progetto l'aveva creato molti anni or sono una persona eccezionale.
Il suo sogno sembra stia diventando realtà. Spero veramente che non ci si sogni d' introdurre modifiche sostanziali al progetto]






Friday, December 03, 2010

JINGLE BELLS, JINGLE BELLS
Santa Klaus sta per arrivare

Se avete in mente di fare un bel regalo di Natale all'Ambasciatore degli USA in Italia, potete scegliere uno o più abbonamenti alle riviste più popolari in Italia (alcune delle testate sono qui allegate).
Qualora Egli voglia seguire l'esempio dei suoi predecessori, potrà vantaggiosamente attingere all'informazione contenuta in quei preziosi documenti per redigere i suoi rapporti a Washington.

Attenzione però! Inviate il vostro regalo direttamente all'indirizzo dell'Ambasciatore: Villa Taverna, Roma.
Qualora lo inviaste all'ambasciata di via Veneto correreste il rischio di vederlo sottratto dal residente CIA, pronto a sua volta ad utilizzare la preziosa fonte d'informazione per la preparazione dei suoi rapporti relativi alla situazione politica italiana, europea, mondiale.

NON sto sfottendo!
Nel 1971, data della mia prima visita in USA, prima di rilasciarmi il visto d'ingresso (Ambasciata USA a Parigi) ho dovuto rispondere alle tre seguenti domande:
- è iscritto al Partito Comunista? (l'interrogante non ha specificato se a quello francese o a quello italiano)
- è stato iscritto al Partito Fascista? (dalla mia data di nascita poteva calcolare facilmente che alla caduta del fascismo non avevo compiuto i dieci anni).
- si reca negli USA con l'intenzione di attentare alla vita del Presidente? (a questo punto ti dai un paio di schiaffoni per capire se stai sognando)



Concludendo, concludendo...ricordate sempre

- gli USA sono un Paese meraviglioso
- i suoi abitanti sono "fedelmente e spontaneamente" americani
- se in qualche caso sembrano ingenui LO SONO VERAMENTE !








Thursday, December 02, 2010

COMMENTI ACIDI di certi politicanti AI WIKILEAKS RELATIVI A ITALIA

Si applica la frase conclusiva della famosa scritta che compare sistematicamente nei bagni di tutti gli istituti "d'istruzione", senza distinzione di livello. (personalmente l'ho letta e studiata nel 1954, sul muro dei bagni nell'Istituto di Matematica dell'Università "La Sapienza" di Roma)

"In questo tetro e oscuro asilo feci uno......... che pesava un kilo"
"Ed io, per imitar le gesta tue, ne feci uno che pesava due"
"Per non essere da men di te ne feci uno che pesava tre"
"Da quanto avete scritto ne ho dedotto che avete tutti quanti il ..... rotto"
"QUESTA E' L'INVIDIA CHE TI FA PARLARE PERCHE' SEI STITICO E NON PUOI............!"

In tutta sincerità, non è applicabile ai politici di cui Wikileaks non si è occupata?

Wednesday, December 01, 2010

LA MAZZAFIONDA

Chiamasi così a Roma quell'arma improvvisata dai ragazzi costituita da una forcella in legno e una banda elastica completata dalla "pezzòla" idonea a contenere l'oggetto da lanciare. La pezzòla di lusso è in pelle.
Ai tempi in cui anch'io mostravo con orgoglio la mazzafionda inserita nella cintura dei pantaloni girava tra i ragazzi la seguente storiella.
-Un ragazzo, patito della mazzafionda, descriveva con fierezza le proprietà della sua arma: elastico regolarmente ricavato dalla camera d'aria di un'auto, forcina in legno d'ulivo, pezzòla regolamentare in pelle di capra con il pelo sul lato interno, fissaggio dell'elastico sulla forcina mediante fili di rame ricavati dal cavo rubato al negozio dell'elettricista all'angolo. La descrizione viene ripetuta a sazietà agli amici, conoscenti, insegnanti e parenti.-
- Risultato? Si interpella il medico di famiglia; quindi uno psichiatra. Meglio ricoverarlo, è il responso.-
- Passa il primo mese e il ragazzo viene sottoposto a un controllo. " Cosa faresti se domani uscissi di qui?" chiede lo psichiatra.
"Beh! Spero che ci sia il sole." dice il ragazzo "e che ci siano tanti uccellini che cantano..."
"Bravo" dice il dottore "E poi?"
"Cercherei un'automobile"
"E poi?"
"Taglierei le gomme per ricavare gli elastici per farmi una mazzafionda e tirare giù gli uccellini che cantano!"
Inutile dire che il ragazzo viene confermato quale ospite della clinica psichiatrica.
Il medico però non demorde. Dopo un paio di mesi richiama il ragazzo. "Cosa faresti se domani uscissi di qui?"
"Mi cercherei una ragazza" risponde il ragazzotto. "E poi?"
"La porterei in un grande parco, dove possiamo isolarci."
"E poi?" (il dottore scribacchia appunti)
"La bacerei sul collo. Poi più in basso,.. sulle tette. Poi..."
"E poi?"
"Poi le sfilerei le mutandine!" (che crescendo! pensa il dottore) "E poi?"
"Toglierei l'elastico delle mutandine per farci una mazzafionda!" grida trionfante il ragazzo.

Leggere su Internet i primi titoli de "la Repubblica" relativi alla morte di Monicelli mi ha fatto tornare alla memoria la storiella della "mazzafionda". I titoli accatastati su tre righe (se ricordo correttamente) inducevano a pensare che quella squisita persona, di anni 95 e malato terminale si fosse suicidato solo, o anche perché, in questo regime in cui viviamo in Italia non si sarebbero più potuti fare film di un certo livello e qualità.
"Mauro...oh Mauro..." cominci a somigliare a Giorgio Bocca che se gli chiedi cosa ha mangiato a pranzo ti risponde. "Noi della Resistenza..."