why should I lie?

why should I lie?

Thursday, September 23, 2004

Lettera aperta
al Ministro per i beni e le attività culturali
On.URBANI



Signor Ministro,

La legge n.106 del 15 aprile 2004 prevede il deposito legale obbligatorio di tutti i documenti ”destinati all’uso pubblico e fruibili mediante la lettura, l’ascolto e la visione...”
Scopo dichiarato della legge è ”...conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana...”
All’Art.5 si annuncia la prossima emissione d’un regolamento in base al quale ”...sono individuati il numero delle copie e i soggetti depositari oltre a quelli previsti dall’articolo 1, comma 4 della presente legge.”

Mi consenta, signor Ministro, d’esprimere qualche perplessità riguardo allo scopo dichiarato della legge. Si tratta veramente di voler conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana, compresi i film d’Alvaro Vitali e gli interventi televisivi dell’On.Di Pietro, o non si tratta piuttosto di un’azione di sorveglianza e controllo (non parliamo di censura: questa, di norma, è preventiva) da applicare sistematicamente e capillarmente a qualsivoglia espressione del cittadino? Si tratta quindi d’un Grande Fratello con funzioni allargate? O, peggio, si intende riesumare un MINCULPOP?
Un maligno, ed io lo sono molto, potrebbe pensare che la presenza d’un Grande Fratello statale sarebbe ben giustificata da varie ragioni:

o Sapere in qualsiasi momento come la pensa il cittadino scrittore, pittore, musicista etc. Tutto ciò vale anche con il prefisso ’pseudo’ in quanto non necessariamente professionista né iscritto ad una federazione.
o Scoraggiare le attività del cittadino nel momento in cui dette attività vadano ad invadere, anche se solo marginalmente, campi tradizionalmente (e purtroppo anche legalmente) riservati a potenti federazioni e congreghe. Mi riferisco all’Ordine dei Giornalisti, dei Pubblicisti e simili.
o Impedire che un artista outsider si presenti sul mercato con un suo prodotto (libro, quadro, brano musicale etc.) non avendo perfezionato il suo rapporto (imposto o desiderato?) con la SIAE.
o Sopprimere o limitare il numero di siti Internet che pubblicano materiale scomodo, non solo per un governo, bensì anche per lo stato.

Lei sa bene, signor Ministro, che un blogger può scrivere ciò che vuole in un suo diario personale. Voglio sperare che la legge non voglia intervenire anche su questo. Se però il blogger invita amici e conoscenti a leggere il suo blog, a commentarlo ed eventualmente trasmetterne copia ad altri, rischia di cadere automaticamente nei rigori della legge.
Domanda: poiché nel mio blog scrivo in quattro o cinque lingue diverse, sarò obbligato a depositare le traduzioni giurate? E se la mia comunicazione al blog la scrivo in danese sul volo Emirates da Dubai a Melbourne, prima o dopo lo scalo a Singapore (Lei sa bene signor Ministro, che il collegamento alla rete è ora possibile anche in volo), ricado ancora nella legge e verrò sanzionato se non trasmetto il mio parto ad uno degli archivi italiani indicati?
E andrò incontro alle tremende sanzioni per pagina, per riga o per parola?

Immaginiamo qualche caso del passato:
”Ma signor Alighieri! Si rende conto che lei ha già scritto ben tre cantiche e non ne ha depositata neanche una? Cento fiorini di multa!”
Altro caso: Lei sa bene, signor Ministro, che al MOMA di New York è esposta permanentemente la famosa ”merda d’artista” di Manzoni. L’opera d’arte è tale in quanto la latta contenente il prezioso prodotto è corredata dal cartoncino con l’opportuna didascalia. La merda, se non evidenziata, non può essere ritenuta un’opera d’arte. Può essere scambiata per una normalissima latta di pelati. Se però è accompagnata dal cartoncino della didascalia che illustra il contenuto della latta stessa, l’insieme latta-descrizione del prodotto diviene opera d’arte.
Cosa desidererebbe ricevere lo stato in questo caso? Il cartoncino con la didascalia, senza la latta contenente il prodotto; è chiaro! Però, colui che lo inviasse rimedierebbe immediata denuncia in base a una qualsiasi dei milioni di leggi dello stato italiano (oltraggio, allarme pubblico, oscenità, etc.). Se invece si recapitasse la latta, senza didascalia, la situazione sarebbe anche peggiore, in quanto gli archivisti potrebbero trattarla come una comune conserva di pelati o di pisellini primavera. Dubbio atroce. Cosa esigere a testimonianza della ”cultura e della vita sociale italiana”?
E quello sbadato di Leonardo che ha dato la sua Monna Lisa a un re di Francia! Che cosa Le invierà per evitare di pagare la multa? La riproduzione comprata all’ingresso del Louvre?

Esortazione: siamo seri! Chiamiamo le cose con il loro nome: se la legge è fatta per proteggere (e non è già molto protetto?) l’Ordine dei Giornalisti, io chiedo, ma che dico? esigo, che venga subito organizzato l’ordine degli idraulici, dei falegnami etc. Questi non si possono permettere errori né partigianerie. Il loro lavoro, se fatto male, fa molti più danni di quelli prevedibili e accettati che un giornalista inquadrato può fare. Tutti (fortunatamente!) sanno che un giornale, un programma televisivo, perfino i programmi musicali sono schierati. Mannoia e Vecchioni non canterebbero mai per Berlusconi! Socci non potrebbe condurre un programma su RAI3. etc.etc.
Tutti sappiamo che il giornalista lavora solamente se inquadrato in un progetto editoriale. E il progetto editoriale esiste solo se dietro c’è un gruppo imprenditoriale (spesso politico), che lo sostiene. Un giornalista che volesse fare il suo lavoro fuori dal gregge o (orrore, orrore!) senza compenso, sarebbe immediatamente estromesso. Esistono norme precise su compensi e volume di produzione stabilite per i pubblicisti. Immagino anche per i giornalisti.
E il blogger? Fortunatamente (per ora) fa ancora quello che vuole. Lo lasci così, per favore. Il blog è l’unica forma libera di comunicazione. Vuole metterci una tassa = multa in caso di mancata trasmissione all’autorità? Spero che in tal caso ci sia una vera rivoluzione. Bloggers di tutto il mondo unitevi!
Si ricordi, signor Ministro, che la proprietà intellettuale è esclusivamente dell’autore. Se questi vuole comunicarla o anche farne dono al proprio paese, allo Zimbawe o a nessuno, e a prescindere dal valore intrinseco, non c’è MINCULPOP che tenga.

Grazie dell’attenzione, signor Ministro

Franco, di nome e di fatto.

Wednesday, September 22, 2004

Islam versus Christians
The winner? Buddhism


The monotheistic religions have common roots and have introduced moral codes related fundamentally to the spiritual component of the human beings. When you follow the teachings of the Bible or Torah, of the Evangelia, of the Koran, you are adhering to a way of living mostly unknown to primitive civilizations.
One would expect that, as of today, the teachings of the monotheistic religions should be, not only similar, but also almost identical.
Actually, this is true only for a large percentage of the moral principles. It is true that Jesus said something likes “those who injure other people with a sward will die by a sward” but he said also “the one without sin shall throw the first stone”. The Koran, at least in the first case, preaches more or less the same principles. Christians, being well aware of the fact that more or less all human beings are sinners, have emphasized the second teaching. Islam, sure of the adherence of the individual to the Koran doctrine, still stress the need for a punishment. This, obviously, does not represent a confirmation of the fact that those who throw the first, the second, the third stone, are in peace with Allah. This means only that they consider themselves to be in peace with Allah.
Now, when we compare the teachings of the old Evangelia with those actually preached in the different Christian churches, we would find that they have undergone some changes during the two thousand years of Christian life. This occurred with Catholics, Orthodox and Lutherans, beside a plethora of minor Christian sects.
What has been happening through the centuries? Did the experience dictate different trimmings of the sharp edges? Did the frequent violation of some of the principles suggest the revision of the moods specified to reach the beatitude of heaven? Probably, many facts have influenced, and in different ways, the interpretation and the application of Jesus teachings.
This did not happen with the Judaism in spite of the fact that today’s Judaism collects the outcome of centuries and centuries of Diaspora. Living completely different lives in different areas of the known world, Sephardites and Ashkenazites have kept adhering to the teachings of the Torah. In spite of endless discussions among rabbis, practically no deviations occurred in the interpretation of the Holy Scriptures.
It did in Islam, giving origin to the Shiites and the Sunnites, but it did not change the teachings of the Koran. To the eyes of an unfaithful as I am, the differences between the two Islamic parties are apparently minor, but, analyzing the happenings throughout the centuries, the fights between the two interpretations of the Islam have been as bloody and hard as those between the Catholics, the Orthodox and the Lutherans.
Fights among factions of the same religious party have occurred quite recently: Croatians, fundamentally catholic, fought the Serbians, basically Orthodox.
Anyhow, both of them have fought against the Islamic Bosnia and, at this moment, the Balkans can be considered as the starting point of one of the Islamic aggressions to Europe (read Kossovo).
Why do we speak about an aggression? Because the new invasion planned by the Islam is no longer exclusively due to religious exaltation. In the present situation, although still based on Islam principles of superiority (faithful vs. unfaithful), the aggression has been planned aiming to winning the control of the energy sources on which the Western Countries heavily depend.
Tchetcnia, Afghanistan, the Turkey Islamic party, Kossovo, the Gaza stripe, the swinging Egyptian lack of safety, the Libyan unclear position, the Algerian fundamentalists, are all distributed along the energy belt.
This implies that, fatally, the financial and industrial interests in the Mediterranean area are deeply affected by one, and only one, religion used as a loaded spring to move ingenuous and clean minded poor and less poor people toward a sacrifice to destroy the unfaithful while simultaneously filling up the pockets of the oil kings, emirs and sheiks.
On the other side, the European, backed up and steered by the US, feeling the menace against their Christian traditions, are prone to conduct a quasi-religious war against the Islam attack.
One single country, Christian and European (?), watches the events without taking part in the disputes: Switzerland. This is obvious because they are the safes of the oil magnates, be these from ME or from US and EU countries.
See what religions can do when used correctly as a tool for business!


Since the aforementioned monotheistic religions do include many principles coincident with those taught by the Buddha, may we say that, should any conflict arise among the different interpretations of the “moral principles”, the Buddhism should be taken as the reference?


franco

Sunday, September 12, 2004

PRIVACY versus COMUNICAZIONE


Rassegnamoci. La privacy non esiste più. E questo già da molto tempo.
L’autorità può entrare nel nostro computer, intercettare le comunicazioni del nostro cellulare, verificare conti bancari, elenco titoli, proprietà immobiliari, amicizie e relazioni d’affari e sentimentali. Non c’è limite al potere di chip, microchip, programmi sviluppati ad hoc, stazioni d’ascolto.
E questo è un bene. Una sola domanda logica: ma Rodotà cosa ci sta a fare?
Molti criminali sono stati beccati proprio grazie a intercettazioni, al rilevamento della loro posizione basato su un utilizzo azzardato del cellulare o di schede telefoniche, a trasferimenti di fondi, a comunicazioni via e-mail.
Perfetto! Quando ciò aiuti a salvare anche una sola vita, un altro D’Antona o un Biagi, o ad accrescere la sicurezza e il benessere della società in cui viviamo. Lo sottoscrivo, non una ma mille volte.

Quello che non va non è l’eliminazione (in quanto di eliminazione si tratta e non di limitazione) della privacy, bensì la limitazione (qui sì: parliamo proprio di limitazione) del diritto a comunicare. Sembra un assurdo, ma è proprio così.
La comunicazione non consiste solamente in conversazioni, telefonate, lettere, partecipazione ad una conferenza o ad una riunione. Comunicazione significa anche trasmettere ad altri, e perché no? a tutti gli altri, I propri pensieri, le riflessioni, le idee, tutto ciò che noi riteniamo debba essere portato a conoscenza degli altri. Perché dovremmo farlo? Perché così sentiamo dentro di noi.
Saranno cose banali? Idee un po’ ingenue o forse assurde? E allora? Perché l’autorizzazione a imbottire il cervello degli altri delle cose più disparate, politicamente schierate, inquadrate, non soggette a fondamentali smentite anche se inesatte, deve esser concessa solamente ad una categoria di persone che lavora esclusivamente nel rispetto delle direttive impartite dai padroni di una testata?
La spiegazione è semplice: chi controlla l’informazione deve necessariamente controllare la comunicazione. Questo non richiede che vi sia una dittatura gestita da una persona. Basta che questo stretto controllo sia esercitato da chi si è assicurato la proprietà delle fonti della comunicazione. In generale si parla qui di grossi gruppi industriali, bancari, assicurativi. A questo gioco non possono partecipare tutti I bambini. E’ un gioco discriminatorio: sia la testata di destra, di sinistra, di centro, dà la parola, ovviamente preorientata e controllata a giornalisti e pubblicisti rigorosamente iscritti ai rispettivi albi e rispondenti al famoso direttore responsabile. Il direttore responsabile risponde innanzi tutto alla proprietà e, ovviamente, previo congiuntivo, alla giustizia. Se la proprietà trova che il direttore responsabile devia sistematicamente dalle istruzioni, certamente non sempre scritte, lo sostituisce. Gli editorialisti e gli opinionisti completano l’opera con l’articolo ben scritto, in apparenza indipendente, ma sempre inquadrato nel sistema.
Cosa ci rimane? Un blog. Ma la mentalità dei lettori di giornali e dei telespettatori è talmente condizionata che, in caso leggano il tuo blog, in 5, in 10, in 10,000, lo considereranno esclusivamente un tuo esercizietto. Perché darti fiducia? Perché esporsi commentando e discutendo ciò che tu hai scritto? Certo, se scrivi di Nicole Kidman si potrebbero anche svegliare, ma se scrivi se sia corretto che un islamico con due o tre mogli regolarmente residente e operante in Europa debba ricevere l’assistenza sanitaria solo per una o per ambetutte le mogli…vade retro satana. Sei razzista, non ti leggo più. Cancello il mio account dal blogger: Forse nel frattempo hai dimenticato che la bigamia è un reato in quasi (?) tutti I paesi componenti l’Europa! Ma perché parlare d’argomenti del genere? Siamo in Italia; parliamo e scriviamo di calcio. Guariniello fa bene il suo lavoro; lo scrivo perché così penso. Tutti gli juventini mi tolgono il saluto e giurano di non partecipare alle discussioni che io sto sollecitando con il mio blog. Perché? Perché la stampa Agnelli o Romiti o Berlusconi li precondiziona in modo differente? O addirittura c’è il giudizio tagliente e inappellabile dell’Unità?
Parliamo allora di ciclismo. Ormai tutti sono convinti (in base a quali prove?) che Armstrong si gonfi di nandrolone, d’altri ormoni cattivi e pericolosi, magari anche di Coca Cola solo ed esclusivamente in vista del Tour. Qualcuno lo ha persino visto prendere del cebion forte contro il raffreddore. Tremendo! Escludiamolo dalle prossime trenta edizioni, tanto all’arrivo I francesi non sanno far altro che fischiarlo. Questo potrei scriverlo io, ma chi mi legge perché dovrebbe uscire dal gregge? Il contributo massimo che potrei aspettarmi in un’eventuale discussione sarebbe: “ma se lo scrive anche…”
O gli inciuci del totonero? Squadre condannate a giocare nel cortile della parrocchia. No. è meglio in C2. Poi le ritrovi regolarmente in A. E chi queste squadre le ha distrutte? Fermi tutti! Non puoi chiudere l’attività calcistica! Sarebbero non una bensì dieci o cento Alitalia! O’ businesse, innanzi tutto!

Concludendo:
Aprite tutti un blog. Niente insulti. Solo idee e riflessioni.
Commentiamo anche I blog scritti da altri.
Diamo vita ad una alternativa vera al sistema di comunicazione consacrato da chi (e sono tanti) ci vuole conservare ubbidienti ed inquadrati con il grembiulino bianco e il fiocco al collo.

franco
POLITICA
con/senza la KAPPA


Non ho studiato il greco: ho frequentato lo scientifico negli anni in cui la storia mondiale che veniva insegnata a scuola si fermava, misteriosamente, alla Vittorio Veneto del 1918. Il resto, da Lenin a Hitler, a Mussolini e Stalin era troppo pericoloso parlarne nelle scuole in quanto affetto dal terribile morbo della partigianeria (nel senso di interpretazioni di parte).
Mi sembra comunque di ricordare che la parola “politica” derivi dal greco “polis” o giù di lì, e che questa polis indichi “città”. Quindi, fare politica o discutere di politica significava allora, interessarsi in un modo o nell’altro, alla città e ai suoi problemi. Tenuto conto del fatto che il termine città in quei tempi rappresentava la “nazione”, si può concludere che discutere di politica significa dibattere I problemi relativi alla Società in cui viviamo.
Dove mettere un limite? Ai “…milioni di baionette”? Alla scarpa battuta da Krutschev sul banco dell’ONU? Allo scandalo delle banane? Non converrà piuttosto scendere ai livelli più vicini a noi e trattare I relativi problemi con animo sereno e spirito costruttivo senza trasformare la Politica in Politika?
Un nostro caro comune amico direbbe: “Meditate, gente, meditate!”

Ma far meditare la gente, specialmente se italiana, è molto difficile quando non impossibile. Esempi recenti? Tanti.

Pensate agli atteggiamenti di alcune correnti politiche manifestatisi per mezzo di certa stampa che ne è espressione diretta. L’11 settembre? Ma naturale! Sono gli Americani, anzi gli amerikani, che se lo sono cercato. Il fatto è che sono colonizzatori, hanno avuto la colpa tremenda di far crollare l’URSS. E noi, poveri orfani d’un Breznev, d’un Krutschev, d’uno Stalin e d’un Lenin, cosa dovremmo fare? Sì, ci siamo riciclati. Siamo diventati buoni, non mangiamo più I bambini; ci contentiamo d’andare in giro con gli occhialini alla Gramsci. Addirittura uno dei nostri evidenzia il suo atteggiamento neodemocratico esponendo senza imbarazzo un ciuffo e un paio di baffi di tipo hitleriano.
Quindi, abbiamo le carte in regola per essere considerati espressione suprema d’un popolo che, detto tra noi, di politica non capisce una beata fava.
Non ci sentiamo perciò di criticare le reazioni arabe, tra cui quelle della palestinese occhialuta e sovrappeso che, in mezzo alla gente che si affollava tra i banchi d’un suk, ululava di gioia alla notizia della distruzione delle torri (la sceneggiata della vacca sullodata fu trasmessa in diretta TV. Cercate ora la sua foto sui siti Internet israeliani; questi non l’hanno dimenticata). Né critichiamo I ragazzi islamici che, dopo la diretta televisiva dell’avvenimento, uscirono dai bar di Milano e improvvisarono balli di gioia, un po’ frociastici, per la verità, ma da noi definiti folcloristici o piuttosto folkloristici.
In fondo l’Islam è basato sugli stessi principi del cristianesimo, o meglio del cattolicesimo, solo che I cattolici, per lungo tempo ultrafanatici e bacchettoni, ora, in gran parte, se ne strabattono delle direttive che il Vaticano distribuisce. Qualcuno tra I più anziani ricorderà I libri all’indice. L’indice veniva pubblicato dal Vaticano (parlo degli anni ‘40-‘50, non della preistoria) e seguito pedissequamente dagli editori…e, purtroppo, dai lettori! Poi ci si meraviglia dei roghi in cui venivano gettati dalle camicie brune I libri degli ebrei! Le vecchiette, e non, della pur non lontana Sicilia, in dubbio tra un’eredità islamica e il rispetto della religione cattolica, che tanto diversa non era, andavano vestite nel nero più rigido con scialletta-sciador-chador ancor più nera per nascondere il volto.
Perché quindi meravigliarci d’una lapidazione in territorio islamico, o delle frustate che in alcuni di quei paesi vengono impartite a ‘femmine’ che osano guidare un’auto o derogano in qualche modo, anche marginale, agli insegnamenti rigidi del Corano?
Ma in fondo anche quelli che oggi criticano l’Islam hanno deciso che le ‘femmine’ hanno un’anima solo in occasione del concilio di Trento. Vogliamo dimenticarlo?

Se però la nostra politica si fregia della kappa, possiamo fieramente dichiarare che:
o Il katto-komunismo è la linea politica ideale da seguire.
o Dobbiamo essere tutti buoni e non parlar male dei nostri. Eccezioni si accettano nel caso di alcuni ex biankofiore e, ovviamente, di Berluskoni e della Padania (peccato che quest’ultima non contenga c!)
o Vogliamo dimostrare che tutti quelli che si oppongono a noi sbagliano. Non ci stiamo riuscendo, ma non perdiamo la speranza.
o Siamo convinti che quelli che ancor oggi osano definirsi komunisti veri, non riciclati, sono la peggior razza presente sulla terra. Essi sono privi di memoria e di senso della gratitudine verso chi ce l’ha messa tutta per togliere d’impaccio I trinariciuti. Ci sostengano comunque alle elezioni. Il voto è come il denaro: non puzza! Dongo insegna.
o L’imperativo categorico di noi demo-katto-komunisti è sputtanare, nell’ordine, Berluskoni, Bush e Putin. Vale, comunque, la regola secondo cui invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
o Dobbiamo continuare a pensare alla pace e propagandarla, anche se un tempo lanciavamo le molotov. Chi noi?
o Noi? Le vecchie, le nuove, le future BR, chi le conosce? E’ comunque certo che se Berluskoni non fosse al governo, anzi! se non fosse mai nato, o meglio ancora, se la stirpe dei Berluskoni fosse stata eradicata al tempo dei Merovingi, le BR non sarebbero mai esistite!
o E’ un po’ di tempo che non ossequiamo Schroeder. Ma abbiamo dimenticato chi sia e che cosa faccia, oltre a perdere sistematicamente le elezioni nei diversi laender.
o Non parliamo poi di Chirac che è di destra, ha un primo ministro di destra, ma non si capisce proprio come faccia a venirne fuori, da questo bailamme francese. Ha comunque un grande merito: non va a scuola con il velo.
o Non vogliamo parlare di Cesare Battisti. Le nostre nozioni di storia si sono fermate alla rivoluzione francese.

Abbiamo finito qui? Uno, due, tre…sono proprio dieci punti. Ci fossimo montati la testa? O meglio, avessimo stabilito un dekalogo?


franco

Wednesday, September 08, 2004

NO PARKING
ovvero
comprate meno auto, meno motorini, meno motocicli e scooter!



Qualche numero solo per cominciare. Esempio: Roma.
Dentro il GRA di Roma circolano, o meglio parcheggiano, circa due milioni e mezzo d’autoveicoli. In una normale giornata lavorativa avremo circa 1,2 – 1,3 milioni d’auto parcheggiate lungo I marciapiedi.
Questo accade
o perché molti uffici non dispongono di parcheggi propri,
o perché nelle ore di shopping le persone desiderano parcheggiare in determinate aree della città,
o perché esistono svariate decine di migliaia di persone che preferiscono utilizzare un motorino lasciando l’auto parcheggiata sotto casa. (I parcheggi condominiali contribuiscono solo marginalmente ad alleggerire il problema)

Un’auto parcheggiata lungo un marciapiede occupa in media cinque metri quadrati. Moltiplichiamo questo numero per 1,2 milioni.
Risultato: 6 milioni di metri quadrati sottratti al traffico!
Se questo fosse un macroparcheggio comprendente le piazzole di sosta, le strade interne di distribuzione e manovra etc. le sue dimensioni sarebbero all’incirca 2,5 km x 4 km. E questo immaginatelo piazzato non troppo lontano dal centro della città, meta agognata d’ogni buon automobilista.
Però, mi dice l’automobilista impenitente, Roma ha un diametro di 20 km. La superficie della città è quindi di circa 300 milioni di metri quadrati. Quindi che ci frega?
Calcolo: dai 300 milioni di metri quadrati sottrarre Città del Vaticano, Villa Borghese, Villa Ada, Villa Panfili, altri parchi e giardini, linee ferroviarie e stazioni. Scendiamo a circa 200 milioni.
Di questi, oltre l’ottantacinque per cento è occupato dai fabbricati e relativi marciapiedi. Rimangono poco più di 30 milioni di metri quadri. Ed è da questi che stiamo sottraendo in modo disordinato e caotico I 6 milioni e passa di metri quadrati occupati dalle auto in sosta. Da notare poi che la sosta in doppia fila non vale solo 5 metri quadrati, bensì oltre il doppio a causa delle manovre necessarie a schivare l’imbecille di turno.
Senza far niente per migliorare la situazione, protestiamo perché gli autobus non passano in orario, perché gli ingorghi si moltiplicano. Se siamo verdi, ci incavoliamo anche per l’inquinamento: ma le autorità che fanno? le polveri fini e meno fini! le marmitte catalitiche! le domeniche a piedi!
Cazzate! Solo cazzate!
Lo sapete che nel traffico d’una città come Roma la marmitta catalitica abbatte non più del 30 % degli inquinanti? Che funziona a pieno (meglio dell’80%) solo su autostrade e strade veloci di scorrimento. Quindi, non dentro le città italiane.
Che le autorità non vi raccontano che la polvere d’asfalto e pneumatico fatalmente prodotta per attrito tra ruota e manto stradale è pericolosa quanto, e forse di più, degli incombusti dei motori? (studio effettuato in Canada negli anni settanta).
Che studi del genere vengono immediatamente trattati come segreti atomici per evitare l’ovvia inimicizia di fabbricanti d’auto e petrolieri.

Noi rifiutiamo di far tesoro dell’esperienza che altri paesi hanno fatto prima di noi, la quale esperienza ha portato moltissimi abitanti del nostro pianeta a considerare l’auto una condanna piuttosto che uno status symbol.

Franco