why should I lie?

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Sunday, October 02, 2005

  • I peccati capitali


    Elenchiamoli in ordine alfabetico:

    accidia
    avarizia
    gola
    Invidia
    ipocrisia
    ira
    lussuria
    superbia

    o cavolo! sono otto! Non erano sette?

    Rielenchiamoli allora…ma in ordine d’importanza.
    La gola. E me lo chiamate un peccato? E tutte quelle trasmissioni rompiballe che ci propinano tipo Prova del Cuoco ed altre amenità? Se poi ci facciamo un’abbuffata, la penitenza l’abbiamo fatta in anticipo vedendo uno di quei programmi!
    La lussuria è all’ordine del giorno. Quale maschietto non farebbe pensierini lussuriosi quando incontra la bbonona, quando vede la tetta facile televisiva, quando in ufficio la “collega mica male”, appollaiata sul bordo della scrivania di fronte a te lascia, casualmente o meno, che lo spacco della sua gonna vada ad illustrare articoli di particolare interesse quali una coscia soda ed abbronzata di fine vacanza? Non so quali sono gli articoli che risvegliano nelle femminucce i sintomi di questo stesso peccatuccio ma, credo che non siano da meno dei maschietti.Venialuccio, come peccato. Chissà perché, quando si parla di lussuria si pensa a un peccato capitale. Ai nostri tempi dovremmo essere tutti forniti di cilicio e flagellarci in continuazione.
    La superbia. E’ molto diffusa tra i “lei non sa chi sono io!”. Invita allo sberleffo, alla sghignazzata, al famoso pernacchio. Peccato? Ma quale peccato! Ci fa anche divertire. Peccato sì: che stia scomparendo!
    L’avarizia è triste, molto triste, ma vista in un mondo moderno non mi sembra terribile. In fondo fa male e rattrista solo l’avaro. Gli altri non dovrebbero soffrirne troppo. Lui, invece, l’avaro, si arrovella, soffre, cerca d’inventare manovre subdole per scroccarti un caffè. Perdoniamolo!
    L’ira. Chi non s’è mai incazzato di brutto? E’ chiaro. Se l’iroso o adirato ti tira qualcosa in testa il tutto è riprovevole, ma se consuma la sua ira dentro di sé o la manifesta con frasi colorite del tipo “porco qui e porco là” in fondo ti fa anche tenerezza. C’è sempre il detto romano: ‘come s’incazza si scazza!’
    L’invidia. Peccato molto diffuso, specie sul lavoro. Talvolta funziona forse un po’ da stimolo. Guardate la politica! Tutti si danno da fare per diventare deputati, ministri. Perché? Vogliono sacrificarsi per noi, popolo bue? No. Devono ottenere quello che i colleghi considerati più coglioni hanno raggiunto prima di loro. Una bella scorta, l’auto blù blindata, i portaborse…
    L’accidia. Già è più grave. Molto più grave. E’ il peccato di quelli che non vogliono combinare una beata fava! Le creature di mammà, che a casa stanno tanto bene, anche se tanto, tanto depresse. Lavoro? Ma scherziamo? Si può pensare, filosofeggiare, rompere le scatole agli altri sotto forma di no global, d’appartenente a un centro sociale – che di sociale che ha?- d’idealista un po’ stantio. Sono depressi, sì proprio depressi, proprio come un’area. Questo sì, è proprio un peccato da condannare.
    L’ipocrisia. Eccoci! Siamo arrivati al clou. Il peccato più diffuso a tutti i livelli. Quello che provoca più danni in quanto molto spesso riesce a fare il lavaggio del cervello delle persone. Peccato molto diffuso tra politici e giornalisti. All’avvicinarsi delle elezioni, trovandosi un Ruini in mezzo ai piedi, l’unico che dichiarerà d’essere non dico ateo, ma in ogni caso mangiapreti, è quel poverino di Bertinotti.
    Tutti i giornalisti, portatori vuoi sani vuoi malati del virus dell’ipocrisia, scriveranno nei giornali e proclameranno in televisione quanto “convenientemente” preparato per ogni determinata occasione. I portatori sani non si rendono neanche più conto dell’origine del loro peccato. Gli altri, classificabili a livello di vermi, anche se ne rendessero conto, non glie ne fregherebbe più di tanto. All’origine di questo peccato c’è comunque l’indottrinamento subito all’interno d’un qualche sistema ideologizzato.
    Peggio di così? E pensare che la nostra madre Chiesa se n’era dimenticata di questo peccato!

    Ricapitolando: ci troviamo di fronte a otto peccati capitali. Non più sette. Aggiorniamo i catechismi? Sì. ma pensiamoci un momento.
    Propongo di declassare almeno i primi sei dei peccati capitali sopra elencati, ché in fondo fanno del male solo ai peccatori. Ma gli ultimi due puniamoli, non solo in confessione, ma anche a livello civile e, quando possibile, penale!