why should I lie?

why should I lie?

Monday, May 16, 2005

SCETTICISMO


Mi consentano!.. Sono scettico. Lì per lì, non credo a niente di quello che mi vogliono propinare. Studio, analizzo e poi mi pronuncio. Il più delle volte la mia sentenza è: mamma mia, che “storie” del cavolo!
Le “storie” sono di tutti i tipi e di tutti i colori: storie di miracoli, o presunti tali; colloqui più o meno confidenziali con qualche defunto; letture e predizioni del futuro con o senza tarocchi; oroscopi che considero addirittura insultanti, oltre che insulsi; fenomeni paranormali che, normalmente si rivelano essere fenomeni semplicemente paraculeschi.
L’essere umano ha veramente bisogno di questo insieme di “cavolate” per sopravvivere?
Se così fosse sarebbe estremamente triste. E purtroppo lo è in gran parte…o forse in totalità?
Ringraziano con tutto il cuore quelli che traggono vantaggio da questa situazione a spese del pollo che si lascia spennare da maghi, veggenti, medium, guaritori ed altri frescacciari.

Mi consentano!.. Non sono solo scettico; sono anche sospettoso. Una volta posta la questione del “dubbio” o anche della “certezza” sul modo di agire delle schiere di venditori di fregnacce, penso ai vantaggi che ne traggono. Chiari e immediati quelli della parcella; altrettanto chiari quelli dei telefoni a scatto. Non avendo mai partecipato a sedute spiritiche non so se, e nel caso quanto, si paga per avere un medium di buona qualità. Non so neanche se la partecipazione a sedute spiritiche possa portare vantaggi politici ed elettorali. Economici certamente sì per il medium (o più in generale la medium?)
So solo che, se fossi stato un capetto qualificato ed autorizzato di CC, PS o GdF avrei fermato immediatamente e torchiato per ore, giorni, settimane, il gruppetto di “Gradoli”. Non sono certo che avrei potuto salvare la vita di Moro, ma avrei probabilmente potuto accertare la fonte della notizia e il coinvolgimento di chi questa informazione l’ha fornita. Sembra, naturalmente ad anni di distanza, che una persona informata dei fatti, nel senso di persona avente rapporto con BR o mandanti, abbia buttato lì sul piattino semovente la “strana” informazione.
Ma se io mi fossi chiamato Cossiga, avrei inventato nel ’78, cioè con qualche anno d’anticipo, il sistema “mani pulite”, ovvero ‘tutti dentro finché non parlate’.

Mi consentano!..Provo un profondo senso di sconforto. In quel tempo (1977-1978) bazzicavo dalle parti di Mosca, URSS. Mosca era, per definizione, il trampolino di lancio di politici, sindacalisti, giornalisti, editorialisti, mestatori, spie di secondo o terzo livello (quelle di primo non servivano più dato che la temperatura della guerra fredda si stava pian piano rialzando), procacciatori d’affari, banchieri veri, banchieri falsi, venditori di prodotti proibiti ma tollerati (ad esempio: mobili per ufficio senza zampe di leone, maioliche di Sassuolo, macchinette per l’espresso, sci ed attrezzature connesse; libri mai!) e tipi come il sottoscritto che si occupavano della fornitura d’impianti industriali a vari ministeri. (curiosità: il ministero dell’aeronautica si occupava anche delle pentole per la cucina; l’alluminio è in fondo l’alluminio!)
In Ambasciata, alla Camera di Commercio Italo-Sovietica della Uliza Vesnina, negli alberghi per stranieri, a casa di qualche diplomatico, al teatro, si incontravano i personaggi più interessanti, vuoi italiani che corteggiatori politico-commerciali del nostro paese. Una sera, nella grande sala del Cremlino, mi sono trovato seduto accanto a Luciano Lama che si stava godendo in tutta tranquillità un bellissimo spettacolo di balletto. Al suo seguito un paio di persone. In complesso una serata molto piacevole.
Un’altra sera, a casa d’un diplomatico italiano, ho incontrato uno di quei politici che - a quel tempo all’inizio della sua carriera - avrebbe fatto molta strada. Silenzioso, timido, introverso. Così l’ho giudicato. La sua conversazione si limitava al classico borbottio con accento emiliano, spesso indecifrabile, che tuttora lo contraddistingue. Quella sera, oltre al sullodato, a casa del diplomatico c’erano la prima ballerina dell’Opera di Roma, reduce da un concorso al Bolshoi, il Presidente e l’Amministratore Delegato della ditta per cui lavoravo all’epoca, il Direttore Generale d’una banca d’affari azionista della società, un paio d’altre persone di cui non ricordo né nome né qualifica e, ovviamente, i padroni di casa. Dimenticavo: c’era anche la Signora Galina Oborina, mia consulente per l’URSS, classificata tra le spie del KGB nel dossier Mitrokhin. Lo confesso, in tutta verità la signora Oborina era un tipo pericolosissimo. Infatti, ha tentato per ben due volte di farmi leggere la sua tesi di dottorato all’Accademia delle Scienze di Mosca dal titolo “L’economia di San Marino dopo la seconda guerra mondiale” naturalmente in russo. Ha dovuto rassegnarsi davanti all’eroismo italiano: ho rifiutato ambedue le volte.
Durante tutta la serata “il nostro” avrà detto una trentina di parole. I “miei tre”, più la “spia del KGB secondo Mitrokhin”, hanno fatto una figuraccia presentandosi con trenta minuti di ritardo. Hanno dialogato molto poco con “il nostro”, anche se non credo assolutamente che “i miei tre big” ignorassero le funzioni di Prodi nell’allora maggioranza. La “spia” poi avrebbe dovuto conoscerne anche il numero delle scarpe e quello della camicia.
Qualche settimana più tardi: Gradoli, ovvero la famosa seduta spiritica. Quanta bella pubblicità gratuita! Ma chi ha tirato fuori questo individuo dal cappello? Non ricordo mai se fosse lui alunno di Andreatta o viceversa: la prima c’hai detto, credo. Una cosa è certa: poche parole ma molte idee…fisse, dirà qualcuno, chiare aggiungo io. Sistemata la politica economica personale e statale con il commercio dell’ovvio e la vendita a prezzi di realizzo delle industrie IRI, Prodi comincia a lavorare ad un progetto di compromesso “politico”, visto che quello “storico” portava un po’ sfiga. Gli ingredienti: l’idea politica di Moro, ma ridimensionata adottando un rosso lavato e addirittura trattato con la candeggina. Contorni: un certo numero di vegetali, dalla quercia all’ulivo, alla margherita, al girasole. Le falci e i martelli vengono rigorosamente relegati sullo sfondo, così come le compromesse croci Libertas.

Pensierino interruttivo - che simbolo strano la croce!
· Latina o greca è diventata simbolo d’amore e di pace…per tutti, tranne che per gli ex democristiani;
· di Santandrea, oltre al santo che l’ha collaudata, regge strutture e palazzi;
· di Lorena, “vive la France, vive la République”;
· uncinata, qualche guaio l’ha combinato;
· celtica, di guai vorrebbe combinarne tanti, soprattutto negli stadi e nel cervello dei giovani;
· altre croci, che croci più non sono (ad esempio la Z barrata) non si capisce che cosa vogliono; – speriamo bene.
Chiusa l’interruzione.

Ritornando a Prodi, si scopre quindi un programma politico. Non credo sia stato capito dai più, in quanto sembra più il prodotto d’un bussolotto per dadi in cui tutti hanno infilato qualcosa. L’unica cosa chiara è: nell’Europa, zoppicanti, ma ci siamo; ora entriamo nell’Euro. Il costo? Solo un’eurotassa e passa la paura!
E’ vero. Non è andato tutto così liscio, ma finché regge il mondo vegetale la speranza non crolla. Tanto è vero che l’ammucchiata Prodi ci si ripresenta oggi, sempre forte del suo contorno di verdure.

Mi consentano!..Mi lascio trasportare dal cuore. Certo! Ché se aspettiamo gli altri…di trasporti...
Sì, proprio i trasporti! Da dove cominciamo? Ce lo consentirà il Luca nazionale? Gli Agnelli preferivano che non se ne parlasse troppo. Bastava la gomma. Treni? Metro? Navi e traghetti? Sono forse tornati di moda? Ho sentito addirittura un “margherita” che si è lanciato in un’apologia delle “autostrade del mare”. Franceschini! Oh Franceschini! Qui siamo davanti a un chiaro “patent infringement”. Le autostrade del mare le aveva inventate Berlusconi. E’ vero che finora non le ha realizzate, ma il brevetto è suo. Un pensierino vale ben la pena di farlo su questo argomento.
Se io fossi Lunardi, passerei la domenica a distribuire chiodi a tre punte sulle strade. Così la gente comincerebbe a perdere un po’ dell’interesse mostrato negli ultimi sessanta anni per le quattro e le due ruote. Vi rendete conto che in Italia ci sono persone con due auto (o anche più di due), una moto e forse anche un motorino? Il primo che dice dove dovrebbero mettersi tutto quell’armamentario…verrà impiccato al pennone più alto. Così diceva Morgan per combattere il turpiloquio della ciurma.
Ma vi rendete conto che la motorizzazione in Italia ha raggiunto e superato il 60 percento della popolazione? Sia ben chiaro! Nella popolazione vengono calcolati anche i neonati ed i centenari, gli extracomunitari in regola e i clandestini. Vogliamo dire quaranta milioni di auto, camion, motocicli e motorini?
Vi rendete conto del fatto che una grossa percentuale dei TIR non rispetta le velocità massime consentite?
Vi rendete conto del fatto che la totalità dei due ruote non rispetta le regole del traffico? Vi rendete conto del fatto che di questo fenomeno i vigili urbani di tutta Italia se ne strabattono? Che forse essi stessi ignorano che è vietato fare lo slalom tra le auto ferme a un semaforo per guadagnare la prima fila? Che è vietato viaggiare sulle corsie d’emergenza? Che il divieto del cellulare vale anche per loro? Che si dovrebbero sbattere in galera tutti coloro che, coinvolti nella catena di fabbricazione e distribuzione dei motorini, mettono in mano a ragazzini macchinette varie che, una volta eliminati i vari blocchi, fanno gli ottanta all’ora?

Mi consentano!..Sono diventato euroscettico. Ero certo che la gente avrebbe capito, che avrebbe cominciato a considerare l’Europa come casa propria, che avrebbe cercato lavoro a mille o duemila chilometri da casa, che avrebbe cominciato a mangiare persino i krauti. Ero certo che la gente avrebbe voluto mescolarsi con gli altri, scambiare usi e costumi, soprattutto smettere di pensare come il provinciale che arriva nella grande città. Ero certo che dalla firma del Trattato di Roma fino ai giorni nostri qualche cosa aveva cominciato a germogliare; che i nostri figli s’interessassero perfino al hockey su prato abbandonando per qualche ora l’amato pallone; che i politici membri del Parlamento Europeo e della Commissione Europea europeizzassero un tantino mentalità e procedure piuttosto che travasare nelle “direttive” il pensiero e le consuetudini dei membri più forti. Ero certo che l’Europa a venticinque avesse più aspirazioni federative, e soprattutto, che si desse da fare per costituire dei melting pot rimasti, ahimé, sulla carta. In particolare, in Italia si litiga ancora sulla devolution, sui poteri alle regioni, sull’organizzazione locale dimenticando che tutto il nostro Paese vale quanto uno degli Stati degli USA, niente di più. Lo stesso dicasi per gli altri componenti d’Europa.
Andate su Internet e cercate il sito dell’Europa. Tutto è scritto ed è leggibile in almeno 22 lingue (Germania ed Austria parlano la stessa lingua; lo stesso dicasi per Grecia e Cipro – quella non turca -;
e probabilmente, non ricordo con certezza, forse anche cechi e slovacchi). Ai tempi della vituperata URSS, le lingue “sovietiche” erano un’infinità, ma tutte le repubbliche avevano in comune il russo. E questo traguardo l’avevano raggiunto molto rapidamente; forse, tra zar e rivoluzionari, anche ‘forzatamente’.
Ormai a cinquanta anni dal Trattato di Roma, siamo ancora ben lontani da un qualsiasi traguardo. L’URSS aveva fatto a tempo a nascere, bene o male a vivere, cominciare a morire; il tutto in settanta soli anni. Noi stiamo ancora pensando che forse un qualche ministro in comune dovremmo averlo, che un esercito tipo NATO “stona” nel contesto, ma che due eserciti distinti sarebbero veramente un po’ troppi. La Commissione Europea dice peste e corna d’Israele, gli altri Paesi decidano secondo coscienza. Sembra un referendum abrogativo organizzato dai Radicali. La banca Centrale Europea ha praticamente rimpiazzato tutte le banche centrali dei Paesi membri. La Banca d’Italia conserva migliaia di dipendenti che non si sa cosa debbano fare esattamente. Una società italiana voleva metter le mani sulle acque minerali francesi: anatema! Poi i francesi, giustamente più forti, si sono accaparrati grandi marche d’acqua minerale ed analcolici italiani. Non parliamo delle liti sulle banche! Negli USA l’incazzatura banche c’è stata solamente quando c’era Sindona a farle fallire! Da noi: OPA non OPA, veti non veti, cordate naturali e artificiali. Sarà un caso, ma le banche attualmente più scalate, coccolate, opate o opsate sono quelle o loro derivati(certamente una coincidenza, dato che oggi non sono più uguali a se stesse) che nel passato sono state le più chiacchierate (Saddam Hussein, Nerio Nesi, Drogoul da una parte, Calvi, IOR, Marcinkus, Gelli, Sindona etc. dall’altra).
L’atteggiamento della Banca d’Italia riflette una mentalità molto ma molto conservatrice. Questa è la stessa mentalità che si riscontra in molti giovani: “Dateci il lavoro nella nostra città: vogliamo restare da mammà.“
A questo proposito bisogna ricordare che là dove la Costituzione Italiana recita “…repubblica basata sul lavoro” non vuol dire che debbano portarci il lavoro a casa nostra. Significa anche e soprattutto che dobbiamo farci un bel mazzo per costruire e mantenere uno Stato. Figuriamoci l’Europa!
Partite! Conquistate l’Europa con il vostro lavoro così come i nostri antenati hanno conquistato Paesi lontani. La grande differenza è che l’Europa non è terra d’emigrazione: è casa nostra. Ma già non ci credo più.

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