why should I lie?

why should I lie?

Sunday, June 02, 2013

Antonio, Nicola, Franco x 2

Tre dei quattro: geni amici miei.
Il quarto ero io.
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Antonio: al tempo degli studi universitari (parlo degli ultimi anni '50), era già il fortunato proprietario d'una 500. Da futuro ingegnere elettrotecnico aveva attrezzato il potente mezzo con un'apparecchiatura per quel tempo all'avanguardia: un vero giradischi installato sotto il sedile di guida, equipaggiato con un singolo disco vinile molto romantico, già posizionato sul piatto e pronto per l'uso. E' vero: il corretto funzionamento del sistema dipendeva dall'orizzontalità dell'area di parcheggio scelta e dal relativo "motionless" comportamento degli occupanti l'auto. Ma nel caso d'uno sviluppo positivo degli eventi diventava irrilevante il fatto che la testina scivolasse sulla superficie del disco e la riproduzione si interrompesse. Ci siamo tutti congratulati con Antonio per la sua creatività. Per correttezza, a parte qualche battutaccia da colleghi, non abbiamo indagato sui risultati conseguiti con l'impiego di sì ardita invenzione.
Dopo la laurea, ci siamo visti un paio di volte con Antonio. Io ero all'estero, Antonio stava scalando rapidamente posizioni all'interno della Selenia fino a diventare creatore dell'ente spaziale italiano e infine direttore generale dell'ESA. Il ragazzo non scherzava: sapeva il fatto suo. Ciao, Antonio Rodotà!

Franco 1: si è laureato a vent'anni in ingegneria elettrotecnica. Medaglia d'oro della Remington Univac. Pubblicazione della tesi (progettazione d'un circuito flip-flop per computer; per me il titolo da solo è ancora oggi un mistero). Carriera fulminante: alla fine del primo anno era già nominato direttore tecnico della filiale italiana d'una multinazionale americana dell'informatica. Si annoia. Passa alla Selenia dove progetta due radar innovativi (rilevano oggetti a quota pelo alberi). In quel periodo vive sotto protezione di carabinieri stazionanti al portone di casa. In ufficio, dove vado a fargli visita un paio di volte, vengo scortato  fino alla porta del suo studio da due vigilantes armati. Mi attendono fuori per l'itinerario di ritorno. Però si annoia ancora. Passa all'intelligenza artificiale. La Normale di Pisa. Ma non meravigliamoci troppo. Suo fratello nel frattempo diventa direttore del centro di ricerche nucleari di Frascati (Roma). La loro comune sorella, solo (si fa per dire) laureata in legge, un giorno mi fa: "Che fatica essere in famiglia con due geni!"
Me lo ritrovo un giorno professore alla Brown University nel Rhode Island, US. Provo a leggere i titoli delle sue pubblicazioni. Ne capissi un tubo! Non della  pubblicazione, bensì del titolo! Comunichiamo qualche volta via internet. La nostra frase di riconoscimento è "der Puff ist zu!" che si può tradurre con "il casino è chiuso!" (questa è solo la battuta iniziale d'un coretto insegnatoci da studenti tedeschi conosciuti in occasione della sosta in un ostello della gioventù di Kiruna, Lapponia Svedese. La scena si concludeva con l'intervento d'un austero professore che ci rimproverava tutti con un "Das ist keine reine deutsche Kultur!" ovvero "questa non è la vera cultura tedesca!" Seguiva un coro di pernacchie. Quella volta c'era anche Nicola con noi). 

Nicola: mangiavamo una fetta di pane e margarina; lui, Franco 1 e il sottoscritto, seduti su un muretto di fronte all'ingresso degli stabilimenti aeronautici della Saab, in Svezia. E lui, tra noi unico non ingegnere in fieri bensì futuro fisico, ci raccontava titolo e argomento della tesi di laurea che stava preparando (era il 1958). Relatore: prof.Edoardo Amaldi; quello cioè che, da ragazzo o poco più, lavorava con Enrico Fermi e che ora invece fa la navetta con la stazione spaziale internazionale.
Con grande serietà (in fondo era il titolo d'una tesi di laurea) Nicola ci annuncia: "Fisica e caratteristiche dei monopoli magnetici". La battutaccia dei Franco x 2 non poteva essere altro che: 'A quando la fisica dei monopoli di stato?'
E in quell'occasione Nicola ci ha spiegato cose che per noi, tecnici sì ma in qualche modo condizionati dalla fisica (che lo stesso prof. oggi traghettatore spaziale ci aveva insegnato) erano senza dubbio affascinanti e testimoniavano la chiarezza con cui Nicola, in seguito prof. e ricercatore universitario, si sarebbe misurato con i suoi allievi.
Le cose in fondo stavano così: secondo la teoria di Einstein il sole, e probabilmente tutte le stelle viventi aggiungo io, emette particelle molto pesanti, ma in quantità ridotta, chiamate monopoli magnetici in quanto hanno le caratteristiche magnetiche dei poli d'una calamita. Quindi delle particelle nord e delle particelle sud viaggiano nello spazio. Dimostrare, anche sperimentalmente la loro esistenza e calcolarne tutte le caratteristiche era lo scopo del lavoro di Nicola. E lui, anzi Lui, che cosa si è inventato?
"Mandiamo un grosso magnete nello spazio. Dopo qualche tempo, la carica nord del magnete sarà diminuita in quanto i monopoli "sud" catturati avranno parzialmente neutralizzato la carica nord; analogamente per il polo sud del magnete. Utilizzeremo poi un supermagnete per estrarre le particelle 'abusive' catturate  da ognuno dei poli
"Manderete in orbita un satellite nord-sud?" chiedo io.
"Ma no! Ce l'abbiamo già: è la terra. Ha sia il polo nord che il polo sud. I due poli sono già in funzione da  qualche tempo. Se prendiamo una magnetite equatoriale, una magnetite estratta in prossimità del polo sud ed una estratta in prossimità del polo nord, queste avranno cariche diverse. Siamo già in contatto con l'università di Berkeley,CA. US, e con la spedizione americana al polo sud per far campionare i giacimenti di magnetite australe. Poi vedremo! Una volta nel supermagnete rilasceranno i monopoli abusivi e ne troveremo le tracce sulle lastre fotografiche."
(nota: nel 1963 i giornali annunciano che nuove particelle, caratterizzate da carica magnetica, sono state individuate a Berkeley,CA.....)
Ci siamo persi di vista. Telefonicamente, per lavoro, ho conosciuto il figlio di Nicola, anche lui contagiato dall'intelligenza e dalle passioni del padre. Nicola nel frattempo è diventato presidente della Pontificia Commissione delle Scienze, è stato defraudato del Nobel per la fisica e poi ci ha abbandonato. Ciao, Nicola Cabibbo.



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