why should I lie?

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Thursday, June 06, 2013

COME CAMBIARE IL SISTEMA - COME RICICLARCI


Nel lontano 1960 mi trovavo a Copenhagen per lavoro. I principali giornali danesi parlavano della chiusura imminente della Burmeister e Wain, la fabbrica di diesel marini più grande d'Europa. La chiusura dello stabilimento, che impiegava circa diecimila persone, era la conseguenza del fatto che tutte le nuove navi nascevano direttamente con azionamento a turbina. Di conseguenza: fine dei grandi diesel marini.
"Come farete?" chiesi io. "Siete un Paese piccolo e perdete una delle imprese più grandi. Di che cosa vivete?"
"Industria, agricoltura e servizi; soprattutto servizi."
"Industria e agricoltura li capisco; ma per servizi cosa intendete?"
"Esempio: voi italiani sapete produrre tra le altre cose pesche, arance...Cosa ne fate?"
"Semplice. Oltre che mangiarle, ne esportiamo grandi quantità."
"Guarda invece che cosa facciamo noi. Per ovvie ragioni climatiche non siamo in grado di coltivare pesche e arance, ma sappiamo allevare bene i polli. Ovviamente anche noi, pur  esportandone in grande quantità,  preferiamo esportare la tecnologia per allevarli. Questi sono i serviziOvviamente quello dei polli è un piccolo esempio. Noi abbiamo preso ispirazione dagli americani. In primo luogo: sviluppare un know-how. Secondo: condizionarlo in modo da renderlo vendibile e, possibilmente non facilmente imitabile. Terzo: seguire la fornitura fino alla verifica della corretta operatività dell'impianto, laboratorio o officina risultante dalle fornitura. Se poi, per la corretta applicazione del know-how dobbiamo inventare qualche macchina o apparecchiatura saremo solo felici di coinvolgere l'industria nelle nostre forniture."
"E quanto incide la fornitura di servizi sulle vostre esportazioni?"
"Dal 60 al 65 percento."
"Oh cazzo! Scusa! E' una tipica espressione italica. Sarebbe come esportare cervelli, con il vantaggio che i cervelli restano comunque a casa!"
Era il 1960. In quegli anni il massimo dei servizi che riuscivamo a fornire dall'Italia erano quelli postali; anche perché il turismo da noi era, ed è ancora se non sbaglio, classificato "industria". 
Facciamoci un doppio pensierino.
Quanto siamo riusciti a copiare dell'insegnamento scandinavo? Parlo di scandinavo perché nel frattempo grandi industrie, che in fondo forniscono servizi, hanno occupato il mondo commerciale. Parlo di Findus, di Tetrapak, di IKEA. Sono tutte riconducibili a servizi. E sempre più frequentemente sfondano nei diversi settori del commercio e dell'industria. Danno lavoro a un numero incalcolabile di persone.
Un'altra categoria di servizi è quella dei supermercati. Noi siamo regolarmente ultimi. Quello dei supermercati è un business fondamentalmente francese, anche se i tedeschi hanno qualcosa da dire nel settore.
E gli Islandesi? Questi hanno ricostruito la loro economia (le banche erano andate in fallimento) creando l'ambiente perfetto per i server di tutte le maggiori società di comunicazione e d'informatica del mondo. Ovviamente detti server non vengono custoditi a titolo gratuito. Questo, secondo la mia modesta opinione, costituisce il:      "dio massimo" dei servizi.
Da noi si continua a puntare sull'industria e sull'agricoltura. Si limitano i servizi al mondo delle banche, dei subcontratti e delle imprese di pulizia. Vogliamo farci un pensierino? 
Ritengo che sia dovere di tutti noi, anche se con oltre cinquant'anni di ritardo, cominciare a spremerci le meningi.
E se invece dei servizi  noi  "popolo di navigatori, scienziati, pensatori etc.etc." 
fossimo capaci d'inventare qualcosa che non è né agricoltura, né industria, né servizi, bensì qualcosa d'ancora più innovativo? Potremmo rapidamente raddrizzare la situazione traballante in cui ci troviamo.
Ricordiamo però che un qualsiasi ministero, qualora fosse gestito correttamente in  un quadro di leggi snelle, potrebbe funzionare con un supercomputer e qualche decina d'impiegati. Di conseguenza ogni nostra invenzione   deve innanzi tutto mirare alla riduzione o all'annullamento d'ogni forma di burocratizzazione; non a creare "posti" improduttivi. 
Sù! Diamoci da fare!

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