why should I lie?

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Friday, August 24, 2012

 

 
SARANNO PROPRIO COINCIDENZE?
da "IL GIORNALE

Il mistero dell'oro tedesco: è custodito negli Usa o esiste solo sulla carta?

Le riserve auree tedesche ammontano a circa 3.400 tonnellate (secondo solo agli Usa) e sono custodite dalla Federal reserve americana. Ma dal 2007 nessuno controlla


I tedeschi hanno un vero e proprio tesoro. La Bundesbank, infatti, custodisce all'incirca 3.400 tonnellate di oro (la quantità esatta è un segreto di Stato).
Ne hanno di più solo gli Stati Uniti (8.100) o tutti gli stati dell'Eurozona messi insieme (10.800). Anche questo, oltre agli indicatori economici (Pil e spread) e al peso nelle trattative politiche internazionali (vedi i vincoli sul salvataggio della Grecia) è il segno della forza economica della Germania. Anche se, ormai da diverso tempo, non c'è più relazione tra l'oro posseduto e la moneta circolante. Qualcuno, in Germania, si è posto questa domanda: ma tutto questo oro dove si trova fisicamente? La risposta sembrerebbe ovvia: è nei forzieri della Bundesbank custoditi dalla Federal reserve americana.
A sollevare il caso è stato un giornalista, Stefan Aust, ex direttore dello Spiegel. Rincara la dose la Augsburger Allgemeine, con un articolo intitolato così: "Un tesoro dimenticato in cantina". I controlli delle riserve (che la legge prevede ogni tre anni), non sarebbe così puntuali. Si parla, addirittura, del 2007 come l'anno dell'ultima ispezione dei funzionari della Bundesbank alla Federal reserve.
Non è una stranezza che l'oro tedesco sia in America: risale alla Guerra fredda. Motivi di sicurezza. Negli anni, però, qualcuno ha iniziato a chiedere di riportarlo in patria. Che senso ha tenerlo negli Usa, visto che la Cortina di ferro non esiste più?
In Italia qualche mese fa si era parlato della possibilità di utilizzare le nostre riserve auree per fronteggiare la crisi. Ipotesi poi scartata perché quelle risorse servono, prima di tutto, come garanzia. Poi si era accesa qualche polemica sulla diminuzione della nostra riserva, pari a circa sei miliardi di euro. Ma la Banca d'Italia aveva chiarito che si trattava solo della variazione del prezzo dell'oro. L'argomento, come si vede, continua a essere molto caldo.
In tempi di crisi ovviamente tutto è possibile. A metà anni Settanta il governo italiano, presieduto da Aldo Moro, per fronteggiare una pesante crisi valutaria fece ricorso proprio alle riserve auree (circa 540 tonnellate d’oro) come garanzia per un prestito di 2 miliardi di dollari concesso dalla Germania. Corsi e ricorsi della storia. I tedeschi pretesero - e ottennero - una garanzia forte. Oggi sono ancora loro a guidare le danze dell'economia. Ma sulla loro ricchezza, stranamente, c'è un alone di mistero... E c'è chi avanza un'ipotesi inquietante: l'oro tedesco c'è, ma solo sulla carta.



dal Frankfurter Allgemeine

Amerika Republikaner diskutieren Goldstandard
24.08.2012 · In Amerika kehrt eine alte Idee in die politische Diskussion zurück. Drei Jahrzehnte nach der Lösung des Dollar vom Gold debattieren die Republikaner über eine Rückkehr zum Goldstandard.
Von Patrick Welter, Washington



Die Republikaner debattieren eine Rückkehr der Vereinigten Staaten zum Goldstandard. Sie wollen eine Kommission einsetzten, die prüft, ob eine Rückkehr zu einer festen Parität des Dollar zum Gold praktikabel ist. Das geht aus dem Entwurf des Wahlprogramms hervor, das kommende Woche auf dem Parteitag in Tampa, Florida, beschlossen werden soll.
Die Aufnahme des Themas ist ein Erfolg für den Abgeordneten und Tea-Party-Heroen Ron Paul, der in der innerparteilichen Vorentscheidung über die Präsidentschaftskandidatur Achtungserfolge erzielt hatte. Der freiheitlich gesinnte Paul ficht seit Jahrzehnten für eine Bindung des Dollar an das Gold oder die Zulassung wettbewerblichen Geldes, um die Inflationierung im Papiergeldstandard zu stoppen. Die Kommission soll nur Vorschläge unterbreiten. Drei Jahrzehnte nach der Lösung des Dollar vom Gold im Jahr 1971 kehrt damit die Idee des Goldstandards wieder in die breite politische Diskussion zurück.

Aus Sorge vor der Inflation

Die Aufnahme in das Wahlprogramm signalisiert die Besorgnis vieler Republikaner über Inflationsrisiken und den Dollar-Kurs; sie macht sich angesichts der andauernden Nullzinspolitik der Fed und ihrer Ankäufe von Staatsanleihen breit.
Präsidentschaftskandidat Mitt Romney hatte erst am Donnerstag abermals betont, dass er nach einer erfolgreichen Wahl die Spitze der Zentralbank neu besetzen wolle.
Der Fed-Vorsitzende Ben Bernanke war vom republikanischen Präsidenten George W. Bush ernannt und vom Demokraten Barack Obama für eine zweite Amtszeit berufen worden, die im Januar 2014 endet. Romneys Wirtschaftsberater Glenn Hubbard von der Columbia-Universität hatte zuvor empfohlen, eine Wiederernennung Bernankes zu erwägen.

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