why should I lie?

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Monday, August 13, 2012

ricordi 4


I grandi segreti militari - Dal tragico al comico...al dilettevole (1968)
Ché un pomeriggio suona il mio telefono d’ufficio. Miriam, la dolcissima Miriam, mi dice: “Ti passo monsieur Bauche. Sembra nervosetto! Anzi...più incazzato che nervoso.” (Miriam: passaporto italiano, nata in Egitto, residente da vent’anni a Parigi, in italiano conosce solamente qualche frase al limite superiore della volgarità.)
E in effetti: “Cher monsieur! La vostra società ci ha fornito un impianto contenente catalizzatori coperti da garanzie, in particolare quella particolare garanzia che deve proteggerci in caso di rivendicazione da parte di terzi dell’invenzione, della composizione o dei metodi di produzione dei catalizzatori in questione.”
“Giusto. Confermo.”
“Confermi pure! Solo che oggi 26 giugno del 1968, alle ore 09:00, si sono presentati nel mio ufficio: un usciere del tribunale di Lille, accompagnato da un commissario di polizia e da due agenti della questura, sempre di Lille, ovviamente. Mi hanno consegnato copia di un mandato di perquisizione dei magazzini dove conserviamo i materiali per la manutenzione e i ricambi,  comprendenti questi anche la carica di riserva dei catalizzatori da voi forniti. Hanno prelevato campioni dei catalizzatori stessi e hanno sequestrato le registrazioni delle operazioni in sala controllo. Ovviamente mi hanno comunicato le ragioni dell’operazione. Risulta infatti che la società xxx (UK) e la società yyy (USA) sostengono, congiuntamente, che la vostra impresa abbia fornito un catalizzatore la cui composizione è del tutto simile a quella di uno dei catalizzatori da loro brevettati congiuntamente. Ci si troverebbe perciò davanti a un caso di “patent infringement”, ovvero infrazione di brevetto. Cosa mi dice in proposito?”
“Innanzi tutto permetta una domanda: le autorità inquirenti hanno per caso ordinato di arrestare il funzionamento degli impianti? No? Perfetto. Quindi non interrompa la produzione.
Secondo. Nego personalmente e in nome della società, che qui rappresento, che una situazione del genere possa essere stata originata  da comportamento scorretto, se non addirittura criminale, da parte nostra. Noi siamo, anche per interesse diretto, strenui difensore del concetto di proprietà intellettuale. Terzo. Conclusa la nostra conversazione, convocherò immediatamente il nostro consulente brevetti per fare insieme un esame della situazione e stabilire un programma d’azione. No. Niente ringraziamenti. E’ un dovere e un obbligo morale verso un qualsiasi cliente; in particolare se il cliente è la Francia del général de Gaulle!”
“Ruffiano!” No. A parlare non è Mr.Bauche. E’ la solita dolcissima Miriam. “Et maintenant? Que vas-tu faire?”
“Chiama subito monsieur Legrand. Alle 2 in ufficio da noi!” Legrand, per la precisione, è il nostro consulente brevetti.


E per la precisione alle 14:00 Legrand è seduto di fronte a me.
Telefoniamo al grande capo a Copenhagen, grande capo il quale, appresi i termini del problema, mi dice l’equivalente danese del “fotteténne” napoletano. Legrand interviene: “Ma almeno un avvocato dobbiamo averlo. No?” Risposta equivalente a: “Fate quel cavolo che volete!”
“Mi sembra che il tuo grande capo non si renda conto di quanto la situazione sia seria. Dimmi tu quale ‘cavolo’ vuoi fare.”
“Prima di tutto troviamoci un avvocato. Adesso ci metto dentro un po’ di paraculaggine all’italiana! Voglio un avvocato che non capisca una beata fava di brevetti. Tanto ci sei tu che ne capisci. Che possibilmente sia un’autorità politica. Se amico di De Gaulle, non guasta!”
“Toh! Hai fatto il ritratto di maitre Jean Foyer, ex ministro della giustizia e...amico personale di De Gaulle. Costerà un po’ caro. Questo lo immagini, vero?”
“Tanto pagheranno gli altri. Li faremo a pezzi!”
Legrand tira fuori un blocco dalla sua borsa. “Scriverò poche righe per te.Dovrai impararle a memoria.”
“Memo per l’apprendista brevetti in Francia nell’anno del signore 1968”
1° - In Francia i brevetti non sono garantiti dallo Stato (parlo del 1968, non dimentichiamolo). Il che significa che tu puoi brevettare qualsiasi cosa, anche un semplice stuzzicadenti. Se altri copiano la tua invenzione, tocca a te far valere i tuoi diritti d’inventore dimostrando che ciò che hai brevettato è originale. In caso i tuoi diritti vengano riconosciuti validi, gli altri dovranno perciò ottenere da te l’autorizzazione a utilizzare il brevetto. Ovviamente ciò implica il pagamento di royalties.
2° Come si fa a farsi riconoscere la priorità di un’invenzione in caso di disputa? Mediante un documento che si chiama ‘avis de nouveauté’. Questo documento dichiara che la tua invenzione è originale e che l’oggetto della tua invenzione non esisteva prima che tu lo inventassi e brevettassi (molto difficile ottenerlo nel caso dello stuzzicadenti).
3° Chi rilascia l’avis de nouveauté? Semplice: la Corte Internazionale del Commercio con sede all’Aja-Pays Bas.
“Adesso sai tutto. Ti fisserò un incontro con maitre Jean Foyer per domani mattina. Ricorda che oltre a l’Avocat, cioè il deus-ex- machina, dovrai pagare anche l’Avoué, il galoppino di bottega. Quindi, le parcelle di Maitre Jean Foyer non sono solo relative alla sua astuzia e alla sua mole, anche se tutte e due notevoli, ma anche ai servizi del giovane di bella presenza che presenterà i documenti in tribunale, farà ricerche d’archivio e un giorno diventerà forse anche lui un avocat.”
Ore 10:00. Studio di maitre Jean Foyer. Una mole straripante dalla poltrona. Un accenno ad acidità di stomaco che si concretizza in quella specie di singhiozzetto frequente, disgustoso e ripetitivo, tipico dei cattivi digestori o di quelli nati acidi per volere di madre natura.
Qualora il super professore sia un po’ schifato di trovarsi di fronte due tecnici, non lo dà a vedere.
Tocca a me illustrare le caratteristiche del progetto realizzato per Charbonnage de France. In particolare gli aspetti soggetti a copertura militare e l’utilizzo di materiali speciali tra i quali i catalizzatori originali.
Domanda di maitre J.F.: “Fino a quale data l’impianto sarà sotto tutela del Ministero della Difesa?”
Risposta: “Fino al 30 giugno prossimo. Mancano tre giorni alla data.”
Dichiarazione di maitre J.F.: “Dunque il giudice istruttore di Lille ha dato istruzioni ai suoi di perquisire e sequestrare materiali in una installazione militare ben prima che l’obbligo alla riservatezza decadesse! Semplicemente al di fuori delle regole!”
...e rivolgendosi all’Avoué:
“Presenti ‘stamattina stessa denuncia a carico del Magistrato Inquirente e del Commissario di Polizia per avere abusato della loro autorità nel momento in cui non hanno rispettato l’extraterritorialità d’una installazione a tutti gli effetti militare!”
Maitre J.F. rivolto a Legrand e a me: “Avete copia dei brevetti francesi che queste due società pongono alla base della loro azione contro Charbonnage de France e contro la società per cui lavorate?”
Risposta: “Certo. Eccone copia.”
All’Avoué: “Informi immediatamente il Giudice Inquirente che i denuncianti devono produrre l‘Avis de Nouveauté rilasciato dalla Corte Internazionale del Commercio dell’Aja.”
A me: “In che modo tutelate normalmente il vostro know-how?”
Risposta: “Con la riservatezza e, sopratutto, non brevettando. Questo non vale solamente per la Francia, bensì per tutti i paesi. Riteniamo infatti che il miglior modo per essere copiati è quello di pubblicare un brevetto. D’altro canto, nel caso specifico, mi risulta che i catalizzatori, ora oggetto del contendere, sono già stati forniti a un altro cliente francese nei primi anni ‘60, cioè prima dei brevetti, vuoi inglesi che francesi, dei quali le nostre controparti rivendicano l’originalità. Posso tentare di recuperare i rapporti relativi. In quell’epoca non avevamo ancora un ufficio in Francia. Se conservati negli incartamenti di progetto, questi rapporti si trovano o nella nostra sede di Copenhagen o negli archivi della società francese.”
Maitre J.F.: “Ripeschi questi fascicoli! Ci conto. Per oggi abbiamo lavorato abbastanza. Ci sentiamo tra una settimana.”
Mi congratulo con Legrand...ma anche un po’ con l’astuzia italica del sottoscritto.
Sullo slancio telefono a Copenhagen. Parlo con il collega, Ole Jensen, che aveva seguito, ben sei anni prima, la fornitura del catalizzatore al cliente francese. ‘Cliente’ suona quasi come un diminutivo: in quegli anni il ‘Cliente’ era il primo produttore francese di prodotti chimici e materie plastiche.
Il mio collega mi dice che l’impianto in cui il nostro catalizzatore era stato impiegato era un impianto fornito da una società americana. “Aspetta un attimo che guardo!”
“Sì. Era la yyy(USA) ed era il 1962”. Ma non ho copia della corrispondenza intercorsa né copia delle note di riunione. Se ti interessano tanto metterò in moto una ricerca interna: forse il laboratorio ricerche ne ha conservato copia. Per ora posso solo dirti che il direttore dello stabilimento si chiamava Strauss, K.Strauss, forse alsaziano.”
“Non preoccuparti. Grazie infinite. Troverò la documentazione negli uffici del tuo vecchio cliente.”
“Miriam, mon petit choux. Chiama per favore la “Résines et Matières Plastiques de France”. Dì pure che vorrei parlare con Mr.Strauss, direttore di qualche cosa.”
Cinque minuti.
“Mi dicono che Mr.Strauss è in pensione da una quindicina di mesi.”
“Oh cazzo!”
“Non preoccuparti. Non sono poi tanto stronza. Ho il suo indirizzo e il suo numero di telefono... Un piccolo problema, però...sono tutti e due...anzi tutti e tre: Strauss, il suo indirizzo e il suo telefono...a Bruxelles; in Belgio”
“Oh cazzo!”
“Vuoi comunque che te lo chiami?”
“Certo! Anzi no! Telefono io direttamente, come fossi un vecchio amico...”

E così il giorno dopo sono a Bruxelles. Mr.Strauss è gentilissimo: nostalgia del suo lavoro; rivedere le sue segretarie, i suoi ex colleghi, il puzzo degli impianti; gli archivi? sì, anche gli archivi! E’ proprio il momento giusto per  fare una bella rimpatriata!

“Miriam. Mon petit choux!”
“Choux il cazzo!..! Mi ha telefonato Mr.Bauche. Il giudice di Lille è incazzato a morte con tutti voi. Mi dice Bauche che il giudice è in possesso d’un ‘affidavit’ - non so cosa sia esattamente, ma puzza di Perry Mason - nel quale tal Mr.J.C.Bulton dichiara, con le solite formule del giuramento all’americana, di aver partecipato, in qualità di tecnico della yyy(USA) allo sviluppo e sperimentazione del catalizzatore “incriminato” nei laboratori della xxx(UK) nel periodo 1965-1966. Come ti torna questo?”
“Passa l’informazione a Legrand. Lui sa come girarla a quel cervellone di maitre Jean Foyer. Anzi...no! Per ora tenga per sé questa informazione. Ne parleremo domani. Poi prenota per una notte a nome di K.Strauss una stanza nell’hotel di fronte ai nostri uffici. Arriveremo domani in mattinata, ma andremo direttamente allo stabilimento della R&MP.”

Abbracci e commozione. Le segretarie sono tanto felici di rivedere il loro capo che anche io vengo accolto e trattato come un vecchio amico. Spuntano rusticini e una bottiglia di champagne. Poi, finalmente, l’archivio. Entra solo Strauss, ovviamente. Ne esce con un singolo documento. Spero sia quello giusto. Chiede di farne una copia. Rientra in archivio con solo la copia. Sono sicuro: è quello giusto!

E così durante il pomeriggio siamo in tre, Strauss, Legrand e il sottoscritto, impegnati nella redazione dell’affidavit che io dovrò firmare e trasmettere al giudice istruttore di Lille.

La famosa nota di riunione ‘trafugata’ recita:

Rouen, le 6/09/1962
Partecipanti:
Mr.K.Strauss, direttore produzione
Mr.G.Jourdain, responsabile impianto
Mr.O.Jensen, HTAS (DK) - consulente esterno
Mr.J.C.Bulton, yyy(USA) - Project Mgr.

Mr.Jourdain esprime la sua preoccupazione relativamente all’operazione dell’impianto fornito dalla yyy. L’impianto dovrebbe infatti funzionare correttamente quando alimentato con nafta leggera. Il catalizzatore installato nel forno di reazione è prodotto dalla xxx(UK) ed è stato fornito dalla yyy che ne ha garantito il suo funzionamento nell’impianto, progettato e fornito dalla stessa yyy. Il catalizzatore funziona in modo soddisfacente solamente per poche ore - di poco superiori alle 200 - e con un eccesso di vapore più alto rispetto a quanto indicato in specifica. Si misura una perdita di carico crescente etc.etc.....................
Alla fermata dell’impianto, il catalizzatore è stato ispezionato e si sono trovati importanti depositi di fuliggine che, ostruendo i pori del catalizzatore, ne pregiudicano ovviamente il suo funzionamento.
Mr.Strauss: “cosa intende fare, Mr.Bulton? Tenga presente il fatto che il fermo impianto etc.etc.................”
Mr.Bulton: “dovremo certamente discutere con xxx la questione del catalizzatore. Purtroppo non posso indicare una tempistica in quanto l’inconveniente registrato etc.etc...........................................................”
Mr.Strauss: “Mr.Bulton! Per la programmazione della produzione dello stabilimento noi dobbiamo ne-ces-sa-ria-men-te conoscere le tempistiche. Non possiamo etc.etc........E Lei mr.Jensen cosa può dirci in proposito?”........
Mr.Jensen: “So che nei laboratori di Copenhagen abbiamo sperimentato e messo in produzione alcuni catalizzatori contenenti, oltre all’elemento attivo, cioè il nickel, anche un elemento che, secondo ricerche che risalgono agli anni ‘20, sembrerebbe impedire la formazione di carbonio. Questo è il potassio. Qualora Lei fosse disponibile a sperimentare questo prodotto, potremmo fornire una carica entro due o tre settimane. Ovviamente mr. Bulton deve dare il suo OK in quanto l’impianto è fornito dalla yyy ed è ancora in garanzia.”
Mr.Strauss: “Mi fornisca catalizzatore e assistenza. Con Mr.Boulton un accordo ci sarà di sicuro. Vero Mr.Boulton?”...............
Firmato dalle parti

Lettera ufficiale
Rouen, le 12/12/1962
Cher Monsieur Jensen,
Nous avons le plaisir de vous informer etc.etc.
Dès la mise en service de votre catalyseur nous n’avons plus de problèmes. Pas de depots de carbon sur le catalyseur du four etc.etc.

K.Strauss
Directeur

xxx(UK) e yyy(USA) non ci hanno mai chiesto scusa.
Io a Parigi non lo sapevo, ma quelle due società avevano intrapreso un’azione legale contro di noi anche in altri paesi: l’India, ad esempio. Hanno però sostenuto tutte le spese relative ai procedimenti.
Mr. Bauche mi ha abbracciato di nuovo: senza piangere questa volta.
Mr.Strauss mi ha punito recitandomi i primi versi della Divina Commedia, che, chissà perché, si era messo in testa d’imparare a memoria...e in italiano!
Legrand mi ha detto che stava partendo per l’URSS. Non ho capito perché.
Maitre Jean Foyer mi ha salutato con un ruttino di congratulazioni.
Miriam mi ha detto: “Bravo!” la prima non parolaccia in italiano. Poi mi sono ricordato che si dice nello stesso modo in francese! Ma era solo la prima parte del più bel complimento ricevuto: “Et si on allait nous les deux vérifier ce que ces salauds de xxx sont en train de foutre à Londres?”
Anche in francese Miriam si difende.




















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