why should I lie?

why should I lie?

Friday, April 05, 2013

la grande riforma 
ovvero 
dalle panzerdivisionen ai maestrini

Il segretario di D'Annunzio, Tom Antongini, era a sua volta uno  scrittore abbastanza conosciuto. Una delle sue opere s'intitola "L'immorale testamento di mio zio Gustavo". Non ho mai letto questo libro (lo immagino molto divertente anche se, probabilmente per i tempi in cui è stato dato alle stampe, scandaloso). Quando però mi viene in mente questo titolo, l'associo automaticamente al periodo dell'occupazione nazista. L'unica spiegazione che trovo è che, in quel periodo, l'Italia era stata divisa dagli occupanti esattamente a metà tracciando la linea difensiva "Gustav". Che questa andasse da Gaeta fino all'Adriatico passando per Cassino era, nella mia mente, un dettaglio secondario, anche perché le mie nozioni di geografia erano in quel tempo limitate. Quello che mi impressionava era il nome altisonante, anche se buffo: "Gustav".
Ci eravamo abituati al passaggio sferragliante delle panzerdivisionen che dal nord si dirigevano verso le postazioni della linea "Gustav". E questo sferragliare è durato a lungo.
La "Grüne Linie","Gotenstellung" o "Linea Gotica", tentativo finale d'arrestare le armate del "chewing gum" delle "bionde" e del "corned beef", ha definito, anche se con una certa approssimazione, quella che in seguito sarà chiamata abusivamente "Padania". 
Anche qui lo sferragliare delle panzerdivisionen è durato a lungo. 
Poi...che sollievo! 
Le panzerdivisionen sono definitivamente scomparse. Quando si parlava dei vecchi occupanti, veniva in mente  Paolo Villaggio con il suo "...tedesco di Germania!" Pensavamo alla cortina di ferro e, in seguito, al muro, con tutto il simbolismo comunista che ne conseguiva. 
Il giorno in cui il muro ha dato gli inequivocabili segni di stanchezza, tutti noi siamo stati contenti. Tutti noi, che l'avevamo conosciuta, l'occupazione, ci siamo commossi nel vedere i primi  "orientali" traversare il confine verso il benessere e la libertà. Tutti noi abbiamo contribuito, anche economicamente, alla rinascita della nazione tedesca.
Avevo conosciuto una Germania divisa in zone d'occupazione. Avevo negli occhi l'impressionante distesa di rovine. Conoscevo l'ersatz che, ancora negli anni '50, veniva servito al posto del caffè. 
Ma tutto cambiava; con impegno e determinazione.
Ricordo un breve pranzo nella Berlino occidentale del 1989. Era maggio...e il muro era ancora lì. Indescrivibile la sensazione di oppressione quando svoltavi in una strada che finiva proprio lì: contro il monumento alla follia.
Dico: "Non so cosa ne pensi...ma, da come vanno le cose a livello internazionale, ho l'impressione che le due Germanie si riuniranno a breve."
"No! Per favore...non pensarlo neanche! Immagini cosa sarebbe per noi essere sommersi da un'orda di morti di fame?..."
Quella volta ho evitato di commentare ma, tra me e me "o cazzo! Un tedesco che parla così di altri tedeschi!..Non c'è più religione!"
Avrei dovuto pesare con più attenzione le parole del mio interlocutore.
Anno 1999. Una persona di alto livello professionale, proveniente dalla ex Germania Est, ma operativa a Francoforte, mi dice: "...certo, ma con i limiti dovuti a..."
D'altra parte, penso, anche la Merkel si è laureata a Lipsia. Perché lei no? Perché è stata lanciata nella politica dall'artista della riunificazione tedesca? Perché in fondo è nata ad Amburgo? 
Ma forse tutto questo non c'entra.
Le uniche cose che mi sento di riassumere sono:
- che l'Europa, così come è nata, è un aborto. L'Euro...peggio!
- che chi ha lavorato, per sopravvivere prima e per eccellere dopo, si sente in diritto di prevalere sugli altri meno allineati e coperti.
- che lo spirito delle panzerdivisionen non è morto. Si manifesta sotto altre forme.
- e che chi questo non lo capisce verrà messo in linea. Già stiamo istruendo i maestrini che li prenderanno in cura.
- e che se una linea "Siegfried" è ancora identificabile sulla carta verso ovest, tocca crearne un'altra verso il sud, dove le tracce della "Gotenstellung" vengono ora utilizzate da quegli inetti solo per uso interno.
- che non ci resta che ripetere con Paolo Villaggio: "...tedesco di Germania! Ja! Perché ?Perché ..." Ma questo lo pensiamo solo, noi.


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