why should I lie?

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Friday, October 26, 2012

Certo che è Made in Italy!


Per ragioni di lavoro ho viaggiato molto. 
Nel 1997  mi trovavo a bordo del volo  Roma-Hong Kong della Cathay Pacific. La mia destinazione finale non era Hong Kong, bensì Hanoi, Vietnam. Viaggiavo, ovviamente, in business. 
La business aumenta certo le comodità a bordo dell'aereo, ma non riesce a ridurre la noia che ti assale una volta che hai finito di leggere il giornale. 
Mi guardo intorno e mi colpisce il fatto che il mio vicino di poltrona sia un ragazzotto di non più di ventiquattro o venticinque anni, aria provinciale, manone da lavoratore, aria distesa e soddisfatta.
Ci salutiamo e scambiamo le prime parole di una conversazione che occuperà, almeno in parte, le sette-otto ore di navigazione che ancora ci separano da Hong Kong. Si parla ovviamente dell'organizzazione perfetta d'una compagnia come la Cathay; del fatto che ambedue contiamo sulla puntualità del volo in quanto dovremo prendere dei voli in coincidenza. "Ah sì? Per dove?" "Io? Hanoi. E Lei?" "Shanghai."
"Quello che mi preoccupa" aggiungo io"è il fatto che devo trascinarmi due valigie con una trentina di chili di documenti da consegnare a un cliente vietnamita."
"E che sono trenta chili?" mi fa lui "Io ho caricato a bordo settantasei scatoloni che, necessariamente, devono prendere il volo in coincidenza con cui viaggerò io. E devo essere certo che ci siano tutti e settantasei!"
Faccio una battutina cretina: "Si è portato appresso il cambio abiti per i prossimi trenta mesi?"
Mi prende sul serio.
"No. Adesso le spiego."
Mi porge un cartoncino che, oltre al suo nome, indica 'Associazione Calzaturiera ....(omissis)' e mi spiega.
"Vede? Le cose funzionano così. Le calzature vengono disegnate e progettate dai nostri designer. Questi scelgono ovviamente i materiali da utilizzare: tomaie, suole etc. Il tutto va sul computer che invia le istruzioni alle macchine che prepareranno i vari componenti, nelle varie misure, pronti per essere assiemati. Ovviamente il tutto è gestito da operatori superspecializzati. A questo punto manca solo l'assiematura, ovvero cucitura, incollaggio etc."
Credo d'aver capito. "E sono questi i settantasei scatoloni?"
"Certo! Cucire da noi costerebbe una fortuna. In Cina costa molto meno. Le scarpe, una volta pronte in Cina, verranno messe nelle loro scatole; le scatole nei container; i container su una nave, e ce le ritroviamo in Italia, pronte per la distribuzione al dettaglio. Io sono uno dei supervisori addetto all'operazione Cina, così da assicurare che la qualità del lavoro sia perfettamente in linea con gli standard delle ditte nostre associate."
"E quindi? Made in Italy?" 
Ed è vero. Che si impieghi un lavorante cinese a Shanghai o un italiano in (omissis)........, una volta rispettati gli standard imposti, cosa cambia nel prodotto? Design italiano, materiali italiani, standard di qualità italiani...




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