why should I lie?

why should I lie?

Friday, January 13, 2012


LAVORARE! Perché? Con quale scopo? Con quali mezzi?
Il Frankfurter Allgemeine di oggi 13 gennaio informa:
"EU-VergleichDeutsche arbeiten sechs Wochen mehr als Franzosen (ovvero: i Tedeschi lavorano sei settimane più dei Francesi)

12.01.2012 ·  1904 Stunden verbringen die Deutschen im Durchschnitt am Arbeitsplatz. Die Franzosen etwa arbeiten im Jahr sechs Wochen weniger. Deutsche Arbeitnehmer sind im EU-Vergleich allerdings nicht die fleißigsten.
Von CHRISTIAN SCHUBERT, PARIS
© RÜCHEL, DIETERWer hat an der Uhr gedreht? Die Deutschen arbeiten im Jahr im Durchschnitt 1904 Stunden
Die Franzosen arbeiten durchschnittlich sechs Wochen im Jahr weniger als die Deutschen. Zu diesem Ergebnis kommt eine Studie der französischen Beratungsgesellschaft COERexecode, die sich auf Daten der europäischen Statistikbehörde Eurostat für das Jahr 2010 stützt.
Nach der Untersuchung, die in Frankreich viel Aufsehen erregt, arbeiten im Vergleich der abhängig Vollzeit-Beschäftigten innerhalb der Europäischen Union nur die Finnen weniger als die Franzosen. Die Daten beziehen sich auf die effektive Arbeitszeit und berücksichtigen auch Fehlzeiten durch Krankheit oder andere Gründe. Demnach sind die Franzosen durchschnittlich 1679 Stunden im Jahr in ihren Unternehmen tätig.


"Le Monde" di oggi 13 gennaio informa


Des données inédites montrent que la durée effective moyenne du travail en France est une des plus faibles en Europe. La baisse de la durée légale du travail à 35 heures a atteint cet objectif mais manqué celui de la création d’emplois et de partage du travail.
La durée effective du travail en France est une des plus faibles d’Europe. L' exploitation inédite des données de l'Enquête européenne sur les Forces de Travail conduit à trois résultats majeurs :
1. La durée effective annuelle moyenne de travail des salariés à temps plein en France est, avec la Finlande, la plus faible de l'Union Européenne : 1 679 heures en 2010.
2. La France a connu la diminution de la durée effective de travail des salariés à temps plein la plus forte de l’Union Européenne : - 270 heures entre 1999 et 2010.
3. Les durées effectives annuelles moyennes de travail des travailleurs non-salariés à temps plein (2 453 heures) et des salariés à temps partiel (978 heures) se situent en France dans la moyenne-haute européenne.
Une stratégie française de baisse de la durée du travail peu efficace pour l'emploi et le pouvoir d’achat
L'Enquête sur les Forces de Travail livre aussi des données comparables sur le niveau et les formes d’emploi, riches d'enseignements pour la politique économique :
- Dans un contexte de démographie déclinante, l'Allemagne a réussi son "partage du travail" en développant le temps partiel. La quantité de travail totale fournie et le volume du PIB ont augmenté modérément, mais le PIB par habitant a augmenté de façon très significative (+ 13% contre 7% en France). Les réformes du début des années 2000 ont permis une nette augmentation du pouvoir d’achat moyen et du taux d’emploi.
- En France, la réduction de la durée légale du travail a entrainé une forte baisse de la durée effective du travail des salariés. Mais elle a manqué son objectif de créations d’emploi et de partage du travail. En limitant la quantité de travail, une partie de nos atouts démographiques a été perdue, ce qui a bridé le pouvoir d’achat par habitant.
QUALCHE CONSIDERAZIONE
I Greci lavorano più dei Tedeschi - vanno malissimo
I Tedeschi lavorano meno dei Greci - vanno bene
I Portoghesi lavorano quasi quanto i Tedeschi - sono andati in tilt
I Francesi lavorano meno dei Tedeschi e degli Italiani - vanno così così
I Finlandesi lavorano meno di tutti - vanno benissimo

Non sarà mica che la palla al piede dei Paesi in crisi è lo STATO in sé stesso?
Prendiamo ad esempio l'ITALIA, di cui conosciamo molte debolezze:
- per assolvere o condannare un povero-si fa per dire-cristo quante ore di giudici, cancellieri, avvocati, archivisti etc. si usano in Italia?
- per accettare una qualsiasi domanda, da iscrizione alla scuola alla partecipazione ad un concorso, all'ingresso in un'organizzazione statale, regionale etc. quanti documenti richiede lo stato? (raccomandazioni escluse).
- per partecipare ad una gara di fornitura di merce o prestazioni a stato, regione, provincia, comune etc. quanta carta si deve preparare?
- per installare dei segnali stradali in una città (da traffico a fermate bus, a pubblicità, a divieti e permessi) quanti enti vengono coinvolti. Quale standard segue ognuno degli enti stessi? Chi prepara questi standard?
- per quanto riguarda "fuori città", a meno che non sia un'autostrada, è anche peggio. Da ANAS a provincia, a comune, a frazione. Ognuno con regole spesso differenti.
- quanti tipi di polizia, talvolta scoordinati, ci mette a disposizione lo Stato? (Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza, Polizia Regionale, Polizia Municipale, Forestali, etc. trascurando il mare di cui non so niente).
- liberalizziamo? Quanta gente sa che le stazioni ferroviarie e/o i binari sono amministrati da società differenti da quelle che possiedono e gestiscono i treni? E se uno si deve incazzare non sa con chi prendersela. E che se non funziona il telefono il vecchietto romano parla ancora di  SIP. Ma tanto se telefonasse alla società giusta contatterebbe un call-center popolato di bravissime persone, ma che spesso, poverine, non sanno che dirti, per non parlare d'informazioni in caso di scioperi, ché tanto non lo sanno neanche loro e se ne informeranno.
- ma uno stato in cattivo stato può lavorare anche più della Grecia. Quello che conta è il "rendimento", sinonimo d'efficienza. Fosse che fosse che Finlandia e Germania hanno dei rendimenti (organizzazione statale, codici etc.) molto più alti dei nostri?
- e, più in generale, dimenticare le mazzettopoli?

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