Pubblica istruzione
ovvero: quando i "politici" sono "tarati dalla politica"

L'istruzione a livello universitario è quella che più ha risentito delle modifiche introdotte nell'organizzazione a livello nazionale da qualche politicante malato:
  - di vecchio spirito comunista  
 - di autorità  concessagli, penso erroneamente, in base a valutazione del suo curriculum politico e non del suo curriculum tecnico. 

Siamo negli anni 80. 

Si lanciano le università minori. Queste, per tradizione storica, sono distribuite nelle varie regioni. Molti nuovi docenti vengono selezionati in base ai risultati dei concorsi che si tengono su tutto il territorio nazionale. Perfetto!

In un paio di casi ho avuto l'opportunità di entrare in contatto con alcuni dei neo-professori, dei quali conoscevo la preparazione tecnico-scientifica, e dai quali avevo già ricevuto informazioni chiare e utili per il mio lavoro.

Quindi? Dove ho invece constatato un fallimento? 
Parlo sempre degli anni 80. 
A seguito dell'intervento politico-comunistoide nella Pubblica Istruzione, si è voluto annullare il coinvolgimento  del sistema industriale già operante in tutto il mondo nelle facoltà scientifiche (MIT docet). 
Così facendo, o meglio non-facendo, si è  rallentato lo sviluppo di nuove tecnologie, di nuovi materiali, di metodologie di progettazione e di produzione. 
Ho constatato direttamente che sistemi di progettazione e controllo, pur se affermati in tutto il mondo tecnico - essendo però colpevoli di privatismo o privateria - sono stati spesso banditi dai programmi d'insegnamento statale. Solamente la preparazione e l'intelligenza di alcuni docenti ha fatto sì che non si perdessero i risultati conseguiti nell'era capitalista.
Una raccomandazione: "seguiamo il loro esempio"