why should I lie?

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Tuesday, January 07, 2020

l'avevo pubblicato il
25/09/19
oggi ancor più di attualità

...ché si risvegliano gli appetiti dei Turchi
...ché, ovviamente, non mollano i Francesi
...ché noi, per tradizione, latitiamo
...e quanti altri ché, 
...e, aggiungo, anche se apparentemente non c'entra, la condanna trumpiana (o trumpica?) del gasdotto del baltico Russia-Germania...gioca un ruolo?

avevo scritto:


leggo
 Significativa fu la guerra italo-turca, combattuta tra il settembre del 1911 e l’ottobre del 1912 per le aspirazioni italiane a colonizzare le province mediterranee della Tripolitania e della Cirenaica. La vittoria italiana consentì di estendere un protettorato politico anche sulle isole egee del Dodecanneso.


Mettiamola così:

alla fine della guerra italo-turca, tra i compiti assegnati o piuttosto auto-attribuiti all'Italia ci fu anche quello di presidiare Tripolitania e Cirenaica. Ciò, immagino, per evitare, da un lato, che tribù guerriere del sud vi s'installassero e, dall'altro, che i francesi (che già controllavano Algeria, Tunisia e parte del Marocco) occupassero anche la Libia facendo così filotto.
Della guerra italo-turca ho qualche cimelio:
a - fotografia d'un padre, allora (1911) tenente, sulla nave che lo trasportava dall'Italia all'Albania in occasione dell'inizio delle ostilità.
b - fotografia della fucilazione d'un attentatore catturato dagli italiani in Libia 
c - notizia della morte d'uno zio ufficiale (primi anni '20) Fu inghiottito, insieme al suo attendente, dalle sabbie mobili, non lontano da Leptis Magna.


Sono stato in Libia una sola volta. Non avevo intenzioni bellicose, è vero, ma da ribelle sì.


Era agli inizi degli anni 2000 ed era ancora proibito trattare con Gheddafi (qualcosa che aveva a che vedere con un qualche abbattimento d'aereo passeggeri, abbattimento del quale in seguito Mohamar fu completamente scagionato). 
In quell'occasione ho avuto l'opportunità di dedicare una dozzina d'ore al turismo, con base a Tripoli. Il resto del mio tempo fu dedicato al business:  promozione d'un progetto multimiliardario (in dollari) poi realizzato e battezzato dal duo Berlusconi-Gheddafi.
E fu così che, sfruttando il potente mezzo che avevo a disposizione per il tempo libero, mi ritrovai di fronte a un Foro Romano-Libico che si chiama Sabratha. Una cosa che nella luce del tramonto era assolutamente  indescrivibile. 
In quell'occasione fui contento d'essere, italiano?.. di più: romano.
Ma andiamo direttamente al 2011, ovvero esattamente cento anni dopo la conquista italiana della Cirenaica. 
A qualcuno non andava proprio giù che l'Italia mantenesse rapporti così amichevoli con il governo libico, rapporti che, con una certa frequenza, si traducevano in interessanti programmi industriali. E questo qualcuno era tale Sarkozy che, deciso a sbarazzarsi d'una situazione imbarazzante con Gheddafi e facendosi scudo con la grandeur francese supportata (novità!) da Americani e Inglesi, attaccò la Libia con lo scopo preciso di distruggere quel grande amore cooperativo messo sù con tanta fatica da noi italiani.
Caro Macron, tu erede della situazione, spero non ti offenderai troppo se affermo che voi francesi tutti dovreste farvi un bel vaccino "contro la grandeur"!



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