why should I lie?

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Tuesday, May 15, 2012

CONCERTO e SCONCERTO

Sabato sera, 12 maggio per capirci, ero al concerto nella sala Santa Cecilia dell'auditorio di Roma. Un'esecuzione a dir poco favolosa della sinfonia numero 9 di Beethoven. Ovviamente la parte che tutti attendono, in quanto trascinante nel suo trionfo di accordi,  è quella che si configura quasi come un quinto movimento: solisti, coro e orchestra. E il testo di Schiller - inno alla gioia - è di per sé un invito a partecipare a questa grande festa.
Però. Sarà strano...c'è un però. Mi sono chiesto: 'quanti in questa sala sanno che dovremmo tutti alzarci in piedi (gallerie collaudate per questo?) e, mano sul cuore, ascoltare, commossi?, l'inno del nostro Paese? Strano: questa frase finisce con un punto interrogativo. Si riferisce a "nostro Paese"? Si riferisce al fatto che tale Carlo Azeglio Ciampi, proprio nel periodo più critico della storia d'Europa ha invitato e incitato tutti i bambini,  gli studenti, gli sportivi, a rispolverare l'Inno di Mameli, simbolo d'una patria, certo, ma lontano secoli dal nostro modo di sentire, pensare e vivere? Credo proprio di sì.
E sono questi atteggiamenti, non limitati all'Italia certo, che ci allontanano sempre di più da un concetto di nazione vera.
L'Europa è stata tradita molte volte. Lo chiamerei quasi un tradimento continuo, tradimento che confina e sconfina nel rinnegamento (brutta parola, ma esiste nel dizionario).
Dal 1957, anzi dal 1952 (trattato CECA) ad oggi non siamo riusciti a costruire una Washington; né abbiamo coordinato politiche ed economie. Le direttive europee, spesso giuste, sono preparate, o adattate, all'uso e al consumo del o dei proponenti. Come dette direttive vengono poi recepite diventa quasi un fatto interno ai singoli Paesi. E noi, che viviamo sotto il fardello di decine di migliaia di leggi inutili o superate, siamo quelli che più dovremmo spingere perché l'Italia diventi una California o un New Jersey, perché gli altri paesi europei si ritrovino in una struttura federale, perché il Congresso sia uno e trino e non sbrodolato tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo con comando delegato a Berlino.
E così, uno dei brani più belli, come l'inno alla gioia, è diventato, per me almeno, un momento di riflessione e di tristezza.

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