why should I lie?

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Thursday, June 05, 2014


Agnelli vs Berlusconi

(Venti anni di storia d'Italia estratti da articoli vari)

Il “partito Fiat”, lo “Stato nello Stato”, accompagna tutta la storia del ’900 italiano, dalla fondazione della casa automobilistica fino a Monti. Più volte gli Agnelli hanno cercato di dar vita a un partito nuovo e più volte hanno subito la fascinazione dell’uomo forte. Ma mai quella di Silvio. (Stefano Cingolani)

1994 berlusconi - così lo vedeva Gianni Agnelli

1- CARLO DE BENEDETTI RIVELA CHE A GENNAIO 1994 GIANNI AGNELLI PRONOSTICAVA PER BERLUSCONI AL MASSIMO IL 3% DEI VOTI. L’INGEGNERE ERA PIÙ GENEROSO: IL 10%. BERLUSCONI INVECE VINSE, E UN MINUTO DOPO I VERI PADRONI DI ITALIA INVITARONO A CENA IL NUOVO REGNANTE IMPREVISTO E GLI ORDINARONO DI VENDERE A LORO LA STET, LA PIÙ GRANDE AZIENDA DI TELECOMUNICAZIONI DEL PAESE. LUI NON LO FECE E PERSE PALAZZO CHIGI. NEL 1996 AL GOVERNO SALÌ PRODI. E VENDETTE LA STET AGLI AGNELLI A PREZZO DI SUPERSALDO - 

2- AH, IL SENSO DELLO STATO! OGNI TANTO QUESTI RACCONTI CHE EMERGONO DOPO VENTI ANNI SEMBRANO TANTO SIMILI A QUELLE STORIE POPOLARI IN CUI IL BUE DÀ DEL CORNUTO ALL’ASINO -


LA FAMOSA CENA
L’episodio è raccolto nel bel libro “Eutanasia di un potere” di Marco Damilano E’ Carlo De Benedetti a raccontare una cena finora restata inedita, appena Silvio Berlusconi approdò a palazzo Chigi nel 1994. E lo fa naturalmente scandalizzato: “Nel 1994 ci fu una cena organizzata da Agnelli in casa sua. Intorno al tavolo c’eravamo io,MarzottoRomitiLucchini.Era una sorta di introduzione del Berlusconi premier di fronte all’establishment confindustriale. Agnelli gli dava del lei: ‘Adesso che è arrivato a palazzo Chigi, la prima cosa che Lei deve fare è la privatizzazione della Stet’ (la società che controllava tutti i telefoni italiani). Romiti si accodò immediatamente: ‘Assolutamente d’accordo con l’Avvocato, quello è un simbolo’. Berlusconi li bloccò subito: ‘Quella azienda ora è mia, va bene. Perché dovrei venderla?’. Il suo concetto politico era che lui era diventato lo Stato, non capiva perché bisognasse privatizzare”.

2001
Il grande gioco del potere
tra Agnelli e Berlusconi

Il Cavaliere staccherà tre dividendi: uno politico,
l'altro di potere e il terzo economico


di EZIO MAURO

DOPO la chiusura (con la morte di Enrico Cuccia) del cosiddetto salotto buono della finanza italiana, dove per anni si erano decisi gli assetti del potere industriale e finanziario, e dunque la morfologia del capitalismo nostrano, con l'Opa lanciata dalla Fiat su Montedison in contrapposizione a Mediobanca oggi è successo qualcosa di nuovo: si è definitivamente rotto l'establishment, quell'insieme di denaro, potere, comando, influenza, tradizione e autorità che per decenni ha costituito una parte rilevante - e coesa - della classe dirigente italiana, insieme con il vertice politico allargato e con una parte del mondo intellettuale.

2002
RAI News
Roma, 10 Dicembre 2002
Con la riunione del consiglio di amministrazione ancora in corso e nessun commento dal Lingotto, l'attenzione sulla crisi Fiat si sposta a Roma, dove Umberto Agnelli ha incontrato per una trentina di minuti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il governatore di Bankitalia Antonio Fazio ha avuto un breve colloquio telefonico con il presidente Fiat Paolo Fresco. In discussione il futuro dell'azienda: dei vertici, delle alleanze internazionali, delle strategie di mercato e del personale di fabbrica.
Un'autorevole fonte della Banca d'Italia ha confermato che il governatore Antonio Fazio ha parlato con Fresco "in relazione alla delicatezza del momento e per le conseguenze, innanzitutto occupazionali oltre che economiche e industriali, che potrebbe avere un eventuale mutamento nelle strategie e negli assetti di vertice".
Umberto Agnelli è giunto a Palazzo Chigi questa mattina, intorno alle 12:20. Il presidente dell'Ifi si è intrattenuto a colloquio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, prima di incontrare il premier Berlusconi, che al momento del suo arrivo si trovava ancora negli uffici di Via del Plebiscito. 

2003
Sostiene GALLI DELLA LOGGIA. METAMORFOSI E SIMBOLISMI DI UN PAESE L'Italia, da un liberal a Berlusconi

Il politologo Ernesto Galli della Loggia dice subito che tra i tanti aspetti simbolici della morte di Gianni Agnelli ce ne è uno in particolare che lo ha colpito. Sostiene della Loggia: «Questa morte arriva in un momento in cui c'è al governo in Italia un altro grande industriale, Silvio Berlusconi. Sono due personaggi completamente opposti, che hanno tante diversità, non solo di stile». Diversità numero uno: «Agnelli è stato il simbolo dell'industria italiana dell'auto. Berlusconi rappresenta invece un'industria immateriale, la televisione, che produce sogni. La parabola biografica del primo ci dice che lui è stato l'erede designato di un impero familiare. Il secondo è un self made man, con tutte le caratteristiche e i limiti di chi si è fatto da solo». Diversità numero due: «Entrambi esprimono la fondamentale bipolarità tra Torino e Milano. Torino è la città della tradizione statalistica sabauda. Milano ama il municipalismo e non conosce lo Stato». La terza diversità è politica: «Agnelli è stato un vero liberal, non certo un conservatore, con una formazione internazionale. Una persona interessata al mantenimento di una società liberalcapitalistica ma disponibile ad accogliere il nuovo in molte forme». E Berlusconi? «Non saprei definirlo, non è facile definire Berlusconi. Certamente non è un liberal e non ha la formazione internazionale di Agnelli, non ha le sue qualità»

[buco nero della stampa nel periodo 2004-2008]

2009
the Economist
He was the man who ran the Fiat empire for three decades, dated Rita Hayworth and was hailed as Italy's "last true gentleman" when 100,000 turned out for his funeral in 2003.
But a bitter inheritance battle between Gianni Agnelli's descendants – often described as Italy's answer to the Kennedy dynasty – has sparked a series of allegations that now risk ruining the patriach's reputation.
An unseemly shouting match began when Margherita Agnelli, the industrialist's 53-year-old daughter, claimed that Agnelli spirited up to ¤2bn (£1.7bn) of his wealth abroad.
The allegation has prompted a tax evasion probe, a family feud and – perhaps worst of all – attracted the attention of the rightwing Italian press, which has grabbed the opportunity to distract attention from the sexual scandals that have engulfed the prime minister, Silvio Berlusconi, throughout the summer.
"Agnelli the bad example – a model for tax evaders", crowed Il Giornale, which is owned by Paolo Berlusconi, the prime minister's brother, in an attempt to place Berlusconi's scandals in a better light.
2010 

Spunta l'evasione dell'Avvocato: l’ovatta mediatica attorno agli Agnelli (il Giornale)

  2011
MILANO - Svizzera e Liechtenstein chiudono le porte in faccia alla Procura di Milano sull'eredità di Gianni Agnelli. E il doppio no alla rogatoria internazionale, sollecitata nel dicembre 2009 dai pm, di fatto anticipa una pietra tombale sull'inchiesta che - si scopre ora dal diniego - aveva un indagato: Siegfried Maron (il commercialista svizzero amministratore di molte attività di famiglia), indiziato di riciclaggio di somme che la richiesta di rogatoria ipotizza frutto dell'appropriazione indebita di denari del mondo-Fiat e dei relativi soci da parte dello scomparso (nel 2003) Gianni Agnelli. Una massa extrabilancio che la rogatoria prospetta sia stata dirottata su una serie di rapporti bancari riconducibili all'Avvocato o a suoi fiduciari presso la Morgan Stanley di Zurigo, fino ad ammontare nel 2002 a circa 800 milioni di euro.
(Corriere della Sera)
2011
ROMA – Nei salotti altolocati non si parla d’altro e la domanda, ora sussurrata ora esplicita, passa di bocca in bocca: chi è la donna che è finita sia sottole lenzuola del Cavaliere sia sotto quelle dell’Avvocato?
Tutto è nato dalle parole dell’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, secondo il quale Silvio Berlusconi e Gianni Agnelli ebbero un flirt con la stessa donna, anche se in momenti diversi.
”Sì, lo ammetto – ha spifferato Albertini in diretta alla Zanzara su Radio 24 - è una confessione del presidente Berlusconi di una decina di anni fa: parlando in grande simpatia e cordialità delle sue esperienze muliebri con l’avvocato Gianni Agnelli, avevano scoperto che c’era stato un flirt, ma non so in quale periodo della vita, comunque diversi, con la stessa donna. Ma il nome, da veri galantuomini non l’hanno fatto”.
Dopo questa rivelazione, è scattata la caccia al tesoro. Certo, i due personaggi in questione sono due amanti di primo livello, due amatori di acclarata fama. Di donne nei loro letti ce ne sono passate a bizzeffe, e questo non può che rendere ancora più difficile la ricerca.

2013


TORINO - Crisi? Recessione? Non per i paperoni. Che in Borsa, nel 2013 in via di commiato, hanno guadagnato, eccome. E nella classifica dei dieci più ricchi ci sono anche tre gruppi riconducibili alle proprietà di altrettanti club calcistici. All'ottava piazza, infatti, troviamo la famiglia Agnelli (+77%) con 3,5 miliardi, quindi la galassia che sta attorno alla Juventus gode di ottima salute, eh. Un grande ingresso, poi, nella top 10 per Silvio Berlusconi (exploit di Mediaset, azioni a +123%; Mediolanum a +62%) con 3,2 miliardi di euro di capitale dall'1,8 che aveva. In decima posizione Diego Della Valle (Fiorentina) con 2,2 miliardi di capitalizzazione (+15%).

2014

Berlusconi addio. 

Ma dopo 20 anni torna lo strapotere degli Agnelli

Piero SansonettiPubblicato da 
il 2 gennaio 2014.
Pubblicato in Politica.

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