why should I lie?

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Monday, May 20, 2013

QUANTI ASPETTI ASSUME LA  BUROCRAZIA ITALIANA! 


Per il semplice fatto di esistere dobbiamo essere denunciati entro un certo numero di ore dalla nascita presso un'anagrafe comunale, un consolato, una missione, il comando d'una nave in navigazione. Sull'aereo immagino  si aspetti l'atterraggio per poi rivolgersi al consolato più prossimo all'aeroporto. E qui cominciano le prime rogne. Alcune di queste personalmente vissute.
- Per il futuro, futuro comprendente autorità, familiari, futuri eredi, e ovviamente, te stesso, vale quanto registrato dall'amanuense dell'ente presso cui si presenta la denuncia. Se questo, il giorno in cui si comunica la nascita o l'arrivo in comune d'una persona o d'un nucleo familiare è ubriaco, o tu sei impreparato alla bisogna, o ancora quel giorno sono finite penne e inchiostri con relativo rinvio, a quando non si sa, il casino è quasi certo. Ed è tutto a carico tuo.
Esempio personale. Ho una moglie straniera e due figli. Matrimonio celebrato all'estero. Registrazioni di matrimonio e nascita dei figli regolarmente effettuate presso l'anagrafe della città estera di residenza e presso il locale Consolato d'Italia. 
Mi trasferisco a Roma. Faccio un viaggio "dedicato" per verificare il testo di, in quei tempi telex, che il Consolato invierà, sotto i miei occhi, a "Comune di Roma". Tutto OK. Copia del telex, regolarmente trasmesso, in tasca mia.
Alla prima richiesta di stato di famiglia da una delle tante organizzazioni statali, parastatali, comunali, provinciali o chissà quale, ottengo il seguente risultato:
- io sono OK
- mia moglie dotata di nome e cognome stranieri (si precisa: non contenenti ideogrammi o caratteri particolari) vede il suo cognome storpiato.
- il mio primo figlio è graziato.
- il mio, pardon...i miei secondi figli, identici per nome, data di nascita etc., sono registrati residenti uno nella città in cui è nato (quindi residente all'estero), mentre l'altro si è regolarmente trasferito a Roma con i genitori.
Ho con me copia del telex del Consolato. Non vale! Che scherza? L'amanuense, e conseguentemente colui che ha trasferito sul computer comunale tutte le informazioni, sono i soli che possono avere ragione.
Qui comincia l'odissea che ci vede coinvolti  per circa due anni insieme a giudici, notai e autorità varie.
"Sì: ma noi abbiamo ereditato la civiltà dei Romani antichi, tutta la loro organizzazione, le anagrafi, etc" e ci scappa quasi una denuncia quando davanti al giudice mia moglie dice "...ma chi ha combinato tutto questo casino?" Perdonata solo perché detto "casino" è pronunciato con accento nordeuropeo.
-  Per il presente. Provate a chiedere l'autorizzazione per fare dei lavori di restauro facciata d'un condominio sito in Municipio 1 a Roma (preciso: condominio non ubicato in piazza di Spagna, bensì in Chinatown). Solo per ottenere l'autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico per installare i ponteggi, ci vogliono quasi due mesi. Detta occupazione costa una fortuna, vuoi che i ponteggi occupino completamente un marciapiedi vuoi che, conformati in forma di tunnel con relativa mantovana, lascino libero il transito dei pedoni. La folle tariffa, se applicata, condurrebbe al fallimento qualsiasi ristorante o bar abbia tavoli posti sui marciapiedi, tavoli sui quali il transito è assolutamente impossibile. Questi invece proliferano. Altre tariffe? Altri metodi "di" o "di non" riscossione?
Nel frattempo, esistono città a gestione intelligente che, non solo impongono la manutenzione periodica di strutture e facciate dei palazzi, ma agevolano anche relative procedure e costi. 
Noi a Roma però abbiamo la civiltà millenaria! Chissà che casino sarà ad Atene, certamente più millenaria di noi.
- Per il passato. Burocrazia. Esistevano (?) Ambasciate e Consolati di diversa natura e capacità. Porto alcuni esempi.
- Ambasciata d'Italia a Kuwait City, Kuwait. 1984. Ai confini del Paese guerreggiano Iran e Iraq. Nell'area di Bassora ci sono imprese italiane che lavorano alla costruzione degli impianti petrolchimici iracheni. I lavori sono oggetto di continui bombardamenti da parte degli Iraniani. L'ambasciatore italiano in Kuwait, d'accordo con il governo kuwaitiano, decide di rimpatriare tecnici e operai italiani via Kuwait. Si installa in persona al confine con l'Iraq e distribuisce i lasciapassare "italiani" validi fini all'aeroporto di Kuwait City. Davanti alla tristezza e alla preoccupazione degli operai filippini che, pur lavorando per le imprese italiane non avevano diritto al passaggio in Kuwait, il nostro ambasciatore, anzi AMBASCIATORE, decide di distribuire i "passi" anche a loro. Partiranno da Kuwait City entro le 24 ore. 
Una vibrata protesta del governo locale viene trasmessa alla Farnesina. Il nostro ambasciatore viene sostituito (ha salvato la vita di più di 300 filippini). Morirà qualche mese più tardi, forse di tristezza, forse di disgusto.
- Ambasciata d'Italia a Tirana, Albania. Siamo nell'immediato post-Oxa, ma  sempre filocinesi. Un Paese povero...veramente povero e disastrato. L'ambasciata italiana è in realtà  quella americana, dataci in affidamento alla fine della 2a. guerra mondiale. Infatti Pippetto, in qualità di re d'Italia e d'Albania, non aveva motivo d'avere un'ambasciata. Di conseguenza, alla fine della guerra, l'Italia si è ritrovata sprovvista di rappresentanza diplomatica. Quei cattivi capitalisti degli USA sono stati invece espulsi dal Paese. Gli USA  hanno perciò affidato all'Italia i locali della loro ex-ambasciata in comodato d'uso.
C'è un'ambasciata? C'è quindi un ambasciatore. 
Mi occorrono informazioni di tipo industriale e commerciale sull'economia del Paese. Mi rivolgo perciò al sullodato che, preso da profondo disgusto, mi dice: "Queste informazioni deve chiederle all'Addetto Commerciale, non all'Ambasciatore."
(Piccolo dettaglio: l'addetto commerciale è in quel momento in Italia). Quello incontrato lì impersona comunque un diverso tipo d'ambasciatore.
- Passiamo a consolarci con i Consolati.
Lille, Francia - 1967 (è vero: parliamo di preistoria) Devo rinnovare il passaporto. Riempio l'apposito modulo, lo consegno e mi metto in fila insieme a minatori, ex minatori, familiari dei suddetti. La fila è lunga. Prevedo un tempo d'attesa superiore all'ora. Mah! Mah! Un solerte impiegato scende dallo scalone che porta agli uffici consolari: "Ingegnere! Prego! Si accomodi." 
Mi sono augurato di sprofondare sotto terra.
Parigi, Francia - 1967 - "Per sposarmi qui in Francia quali certificati devo produrre?" Rapido conto: "Sono i seguenti: a,b,c,d,etc.con relativa traduzione. "Quanti in carta bollata? Sei? Allora mi dia sei carte bollate. Come? Voi non ne avete? Me le devo far mandare dall'Italia?Ho capito."  
Nel corridoio del Consolato un omino: "carta bollata! carta bollata!" 
Il giorno dopo ero a Roma.
Houston-Tx, USA - 2005 (e non è più preistoria.) - "E si ricordi che entro trenta giorni deve ottenere la patente automobilistica texana!" Toh! Mi ricorda il Kuwait; ma come è possibile? Mi informo alla stazione di polizia più vicina all'ufficio. Mi danno un documento in cui sono elencate le regole da rispettare in Texas. In effetti da questo documento risulta che i cittadini d'un congruo numero degli stati USA devono ottenere la patente texana, così come i cittadini d'un gran numero di stati esteri. Elenco delle eccezioni: xxx, yyy, zzz, Italia,...,.... Al che telefono al consolato: "Sì, è vero; non siamo obbligati a farlo, ma è sempre meglio ottenere la patente texana."
Prima di rientrare in Italia dopo dieci mesi di permanenza, passo al Consolato. "Sì. Grazie. Informeremo noi le autorità italiane."  Ed è così che allo sportello del comune di residenza, alla prima richiesta d'un certificato, mi comunicano: "Sì, è vero. Lei è appena rientrato dal Sud Africa." Dalla comunicazione del Ministero degli Esteri si evince che sono rientrato da uno stato chiamato SA. Faccio notare che il Sud Africa si chiama R.SA. e non SA. e che in fondo non me ne frega più di tanto del fatto che qualcuno, da Consolato in poi, si sia perso una U. 




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