why should I lie?

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Friday, October 01, 2004

SIMONIA


La simonia nasce con Simon Mago dal quale ne deriva il nome.
Simon Mago, infatti, avrebbe voluto comprare da Pietro il potere di utilizzare a suo piacimento lo Spirito Santo riservandosi il diritto di convocarlo ed offrirlo ad amici e conoscenti quando più gli fosse aggradato.
Chiaramente, in cambio di tale potere, Simon Mago era disposto a pagare una congrua prebenda al buon Pietro, che però rifiutò l’affare proposto.
La cosa non finì lì. Si sparse la voce che si sarebbe potuto fare affari d’oro commerciando in quei poteri generalmente riservati a religiosi d’alto grado. Detti poteri, che all’inizio riguardavano per così dire solamente l’anima, si estesero in seguito anche a quei privilegi che erano accordati alle alte cariche religiose, principato in più o in meno.
L’argomento era diventato scottante, tanto che se ne discusse seriamente nel sesto secolo, in almeno tre concili della Chiesa. Il risultato fu, mi sembra, un insabbiamento della questione e un fiasco completo per coloro che avevano montato il caso. Probabilmente ne venne fuori solo una qualche minaccia di scomunica; ma il vizietto restò. Anche il buon Dante si dovette occupare di sistemare i simoniaci in un qualche girone dell’inferno.
Il sistema d’allora non differiva troppo da quelli attuati oggi generalmente al di fuori delle organizzazioni religiose. Ad esempio, un bel notariato non raramente è oggetto di commercio. Il notariato, in fondo, non differisce in nulla dai poteri dell’alto prelato: è protetto dalle autorità superiori, entra spesso nella vita privata dei suoi clienti, manovra là dove ritenuto opportuno, permette di ottenere prebende non disprezzabili, diviene spesso ereditario. Unica differenza apparente: non si occupa dell’anima del cliente se non nel momento in cui questo se ne separa.
Non si risentano i notai: cose altrettanto amene accadono con alcune cattedre universitarie, con la posizione di primario in qualche nosocomio, con la posizione preminente in un ente di prestigio collegato in qualche modo con lo stato, o da questo sponsorizzato.
Il povero Spirito Santo cosa c’entra in tutto questo? Questa domanda se la farà di sicuro Pietro, oggi santo, mentre si riposa tra un Lavazza e l’altro.
Proviamo a sostituire Spirito Santo con Fama, Popolarità, Potere. Adesso possiamo rispondere a Pietro.
Queste tre entità, se riunite nella stessa persona, rappresentano qualcosa di gran lunga superiore al notariato, al professorato etc. Sono nella realtà l’equivalente dello Spirito Santo. Il popolino resta soggiogato dagli attributi sopra indicati.
Come conquistare questi superdotati per una campagna politica? Innanzi tutto classifichiamoli.
Le veline: sono certamente popolari, ma niente di più. Altrettanto dicasi per le varie miss. Tutte potranno avere un certo successo, anche economico, ma da questo alla fama e al potere ce ne corre. Non sono immediatamente commerciabili. Non sono quindi benvenute nel circuito della simonia dove seni e gambe non sono sufficienti anche se accompagnati da un bel visino.
I giornalisti televisivi: possono sfruttare una pubblicità praticamente gratuita e senza fondo per conquistare posizioni di potere. Abbiamo già vari esempi di questa categoria. Attualmente, oltre a quelli già piazzati nel parlamento europeo, si sta preparando il lancio di almeno un altro paio (o sono molti di più?) che correranno, senza troppe spese, per le regionali. Qui sì che si può parlare di simonia perché ci si vende, non una capacità politica, bensì un’immagine ben costruita, spesso a spese del contribuente. Fama, popolarità e potere mediatico, ci sono tutti.
Gli sportivi: sono un po’ passati di moda dopo che molti di essi sono stati ingloriosamente trombati o, ancor peggio, a causa dell’ incapacità mostrata da quelli eletti. D’altro canto non possono vendere che un po’ di popolarità.
Gli eroi televisivi: questi sono ancora da classificare in sottocategorie. Ci sono conduttori di programmi, personaggi veri, personaggi creati ad arte, amici degli uni e amici degli altri. Anche in questo caso c’è un commercio d’immagine incredibile e piuttosto ripugnante, il quale commercio va solamente a scapito dei personaggi veri, qualora ve ne fossero. Questi usa-e-getta non sono necessariamente personaggi da proporre quali candidati per un’elezione; è sufficiente che forniscano la propria immagine a un determinato partito, che trasmettano cioè, secondo le migliori procedure simoniache, il loro pacchetto di verginità politica e di idealismo.
Tra gli ultimi personaggi prêt-à-porter ce ne sono d’ogni tipo. Vanno dal sociale al letterario, dalla mistica allo spettacolo. So d’esagerare e non intendo offendere nessuno, ma non mi meraviglierei di trovare presto in giro manifesti che, grazie all’apporto di eroi del Grande Fratello e dell’Isola dei Famosi, propongano ai potenziali elettori una determinata linea politica.
L’offensiva ultima è più originale: propone anche personaggi creati ad hoc. Nati per caso, sono stati forgiati e sagomati in tutta fretta; sono convincenti quanto basta; fanno presa sul popolo, in particolare fanno breccia nel core ‘e mamma. Che altro desideri dalla vita se questi, bambole o bambolotti, danno l’impressione di serietà, sofferenza, dedizione, potere e volontà? Il pacchetto dei pregi, il loro Spirito Santo per capirci, passerà rapidamente di mano e permetterà il suo sfruttamento per scopi politici.
Un solo fatto mi consola e mi rassicura: non vedo schierato, anche se dotato di fama, celebrità e di assoluto potere mediatico, colui che considero il migliore dei migliori inviati in Iraq. Lui, Toni Capuozzo, così obiettivo ed indipendente nelle sue analisi, spigoloso, coraggioso e capace di decidere le proprie azioni, certamente non potrà mai essere accusato d’essere coinvolto in un qualsiasi business di tipo simoniaco.

Franco

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