why should I lie?

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Sunday, April 22, 2018


Il Tevere e i suoi segreti

Seguo da anni, marginalmente, le iniziative delle varie organizzazioni che si dichiarano pro Tevere o pro Roma Tevere.  Si parla di riorganizzazione, di pulizia di sponde, d'organizzazione in generale.
Sembra però che sie sconsigliabile, se non addirittura proibito, parlare dei fondali del fiume nell'attraversamento della città e dell'indagine sulla natura e la storia dei fondali stessi, indagine da condurre con criteri tecnicamente, scientificamente e storiograficamente corretti.
Negli anni 40 ricordo che l'Associazione Ebraica Romana (mi  scuso se il titolo non è preciso) voleva finanziare un'operazione di dragaggio del Tevere  volta al reperimento e al recupero del candelabro a sette braccia, simbolo dì Israele, rapinato dall'imperatore Tito in occasione della sua "gita turistica" in Israele. Detto candelabro avrebbe ripreso a simboleggiare fratellanza e autorità del popolo d'Israele.
Erano i giorni in cui a Roma comandavano Rebecchini, De Gasperi e Pio XII, tutti personaggi troppo occupati nel proteggere la città dal comunismo e dunque praticamente insensibili (o per lo meno questa era l'impressione) alle grida di dolore degli ebrei superstiti romani interessati alla ricostruzione d'un intero popolo.
Molti anni dopo (il 2000 era già suonato) un'impresa norvegese propose di costruire parzialmente sotto il fondo del Tevere la linea metro cis-trans di collegamento piazza Venezia- San Pietro.
Immagino che agli occhi dei nostri ebrei romani l'opera del Papa e dei democristiani del tempo sia apparsa come  un chiaro segno di "ognuno resti al proprio posto".
Anche se oggi molti dei nostri concittadini ebrei hanno preferito cedere le loro attività per trasferirsi in Israele, mi auguro che la loro azione, come quella dei loro avi, conduca comunque al successo di verità e storia, anche alla faccia di chi per secoli tutto ciò ha impedito.

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