why should I lie?

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Saturday, October 24, 2009

GRADOLI e il CATTOCOMUNISMO

Il primo vero cattocomunista italiano fu Aldo Moro. Se non erro, uno dei monumenti eretti in memoria dello statista lo mostra con in mano copia dell'Unità (a quel tempo giornale ufficiale del PCI).
Certamente il nome Gradoli non gli portò molta fortuna. Recluso, almeno temporaneamente, in un appartamento del condominio di via Gradoli 96, Aldo Moro, probabilmente rinnegato dal suo stesso partito, andò incontro a una
brutta fine.
A casa del prof. Alberto Clò tale Romano Prodi, giocando a far la medium, individuò (uuh, uuhh!?) la prigione di Aldo Moro. Tutti conoscono la serie di equivoci che ne impedì la localizzazione. Prodi, anche se forse non convinto, ha giocato il gioco del cattocomunismo inglobando nel suo governo Comunisti dichiarati o rifondanti, comunisti rinneganti o quasi, ex democristiani e chi più ne ha più ne metta. Pur se in modo incruento, Prodi ha dovuto abbandonare la sua maggioranza equivocamente schierata, anche se, come sempre sostenuto da Lui "coesa".
Cosa succede ora? A poco più di 48 ore dalle votazioni per eleggere il segretario della coalizione resistente a sinistra (o che per lo meno dovrebbe tentare di resistere) viene di nuovo alla ribalta della cronaca il condominio di via Gradoli 96. Questa volta però, invece d'una brigatista, viene fuori una (un?) transessuale, certa o certo Nathalie.
Chi rimane incastrato in tutto questo? Non più un cervellone del rango di Aldo Moro bensì un ricandidabile alle elezioni regionali del Lazio.
Al tempo del cattocomunista per antonomasia si parlò e si scrisse dei servizi segreti italiani (solo loro?) che ci avevano messo le mani. Ora siamo al livello di basso graduati dei Carabinieri. Almeno il senso delle proporzioni è stato rispettato!

1 comment:

ego said...

è evidente che in via gradoli ci sia il miele. sono appartamenti di regime? però una volta svelati non potranno più essere utilizzati tanto facilmente per scopi reconditi.
dove porteranno il nostro povero silvio?
saluti