why should I lie?

why should I lie?

Friday, March 25, 2005


IPOCRISIA
L'ipocrisia è uno dei malanni che affligge l'umanità da quando l'uomo ha fatto la sua comparsa sulla terra. Non mi risulta infatti che gli altri animali siano ipocriti o, qualora lo fossero, lo sarebbero in un modo che per lo meno al sottoscritto, non appare rilevabile.
L'uomo al contrario brilla per la sua ipocrisia. Alcuni esempi?

La concorrenza cinese
Anno di grazia 1997. Sul volo della Cathay Pacific da Roma a Hong Kong sono seduto vicino ad un giovane di 32-33 anni che appare entusiasta del fatto che il suo lavoro lo porti in giro per il mondo viaggiando comodamente in business class. Io neanche mi lamento, se non per il fatto d'avere una trentina d'anni più di lui.
Ci presentiamo e ci raccontiamo in breve lo scopo dei nostri rispettivi viaggi.
Io prenderò la coincidenza della Vietnam Airlines per Hanoi. Ho al mio seguito una valigia con una trentina di chili di documenti tecnici da consegnare al potenziale cliente vietnamita. Lavoro infatti per una società italiana d'ingegneria e costruzioni e sto negoziando la fornitura d'un grande impianto petrolchimico.
Il mio vicino prenderà invece la coincidenza per Shanghai insieme ad una quarantina di scatoloni.
No. Non parliamo d'un campionario nel senso letterale della parola. Parliamo di semilavorati.
I produttori domiciliati in una certa regione italiana (si badi bene:associazione regionale di detti produttori) famosa per la qualità delle calzature ivi prodotte, ha infatti stabilito degli accordi di collaborazione con uno o più laboratori cinesi per continuare a realizzare a costi accessibili le famose scarpe "cucite a mano".
La sequenza delle lavorazioni è chiara:
- design e scelta dei materiali in Italia;
- taglio al computer in Italia;
- trasporto dei semilavorati in Cina;
- assemblaggio, cucitura e finitura in Cina, sotto supervisione italiana;
- trasporto del prodotto finito in Italia, distribuzione e vendita, ovviamente come "made in Italy".
Trovo tutto questo corretto. Non sarebbe il primo caso e certamente assicura il calmieramento dei prezzi di alcuni prodotti d'alta qualità.
Infatti già molto del cashmire italiano è prodotto e lavorato in Cina su design e sotto supervisione italiana. Determinate marche di prodotti di seta italiani, di casuals, di occhiali sono prodotte (non copiate!) in Cina. Per quanto mi consta, negli anni ottanta-novanta gli stessi prodotti erano reperibili sui banchi dei mercatini di Pechino. Non si trattava di imitazioni; si trattava di produzioni debitamente autorizzate dai detentori dei marchi e destinate alla distribuzione sul mercato interno cinese. Io stesso ho comprato recentemente ad Hanoi dei "....", occhiali da sole "made in Italy" originali. Ovviamente a un decimo del prezzo che avrei pagato in Italia.
Quindi niente da obiettare, anche se riconosco che molta paccottiglia d'imitazione e d'infima qualità viene dall'Oriente.
L'ipocrisia allora?
Quella di alcuni dei più importanti produttori italiani di beni "made in Italy" cinesi, e tra questi rappresentanti della regione di cui sopra, che recentemente sproloquiavano in TV contro:
- la qualità discutibile dei materiali impiegati dai cinesi (quasi sempre i loro!);
- l'imitazione del design italiano (!!!);
- il costo bassissimo della mano d'opera all'origine del dumping (i loro prodotti nei negozi italiani sono tutt'altro che oggetto di dumping!);
- l'impreparazione dei governi dell'EU (che hanno avuto solamente un pò più di cinque anni dall'annuncio dell'ingresso della Cina nel trattato del commercio mondiale, faccio notare) a fronteggiare il fenomeno;
- l'insufficienza dei controlli alle frontiere.

La Privacy
Si vergognino, si dimettano, commettano suicidio di massa i soloni della privacy, i famosi garanti, a qualunque paese essi appartengano, colpevoli di non aver oscurato d'autorità tutte le televisioni di questo mondo che hanno trasmesso:
- con falsa pietà;
- con falsa commiserazione;
- con il compiacimento del falso buon samaritano;
le immagini della morte per fame e per sete d'una signora ricoverata in un ospedale della Florida. Questo a prescindere dalla legalità, non in discussione, della procedura adottata.
Vergogna! Mi auguro che non rompiate più, dico mai più, con la mancanza della privacy conseguente all'adozione da parte dell'umanità intera di moderni strumenti di comunicazione e di controllo che possono anche proteggerci dalla criminalità diffusa.

Le leggi e la loro interpretazione
Ogni riferimento all'Italia è puramente voluto. Ma anche altri Paesi (leggi ad esempio Francia) non scherzano.

"Lollo & Co. sono stati degli sbadati. E' vero. Forse, chissà...hanno versato del liquido infiammabile, ma non c'era volontà di uccidere nel momento in cui gli hanno dato fuoco. Anzi!"
Un pò di vergogna non ce l'abbiamo tutti... per non aver dato fuoco al tribunale?

"Sono uno scrittore di gialli. Non mi sento un assassino!"
"Abbiamo capito. Perciò è meglio che scappi subito, altrimenti poi dobbiamo riarrestarti."
Vive la France. Vive La République. Questo lo diceva De Gaulle in ogni occasione. Avranno il coraggio di dirlo quei giudici d'Oltralpe che hanno favorito la fuga d'un pluriassassino?

"Non sono terroristi. Sono dei resistenti."
Viva la resistenza. Lo dovrebbe dire Giorgio Bocca. C'è però chi usa a proposito e a sproposito questa espressione.

"...quei mercenari."
L'esercito di mercenari comprende in Italia i tre milioni e mezzo di dipendenti del pubblico impiego, gli oltre quindici milioni di dipendenti di imprese private. Restano fuori solo i cinque milioni di detentori di partita IVA, Berlusconi, Tronchetti Provera, Della Valle e Benetton.

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